Ti amo anche io

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-CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI, VIOLENZA-

'Noi ti amiamo? Lucia cosa cazzo vuol dire?!'

Glielo urlai appena la vidi spuntare dalla porta, rimase un attimo confusa sulla soglia.

'Cazzo!!!!' Urlai frustrata dalla sua mancanza di reazione. I suoi occhi verdi rimanevano impassibili, le labbra strette.
Mi alzai dal divano come una furia
'Noi ti amiamo? Ma che cazzo di frase è? Tu non avevi il diritto! Non avevi nessun diritto ne di dire ne di fare una cosa del genere!'
Chiuse la porta e appese la giacca come se non mi avesse nemmeno sentita, la presi per il polso e la strattonai
'Ma che cazzo!!!!!'
Sollevò il sopracciglio
'Vuoi picchiarmi? Mi stai minacciando?' La lasciai di colpo facendo un passo indietro
'Prima provi a strozzarmi ma per fortuna la collana si rompe e poi mi sbatti al muro?'
La guardai sconvolta e mi allontanai ancora
'No! No non lo farei mai!'
Ridacchiò con scherno
'Lo so, pensarlo sarebbe stato un errore di valutazione'
Sentii una sorta di ruggito gutturale fuoriuscire dalla mia bocca, non era qualcosa che potevo controllare, afferrai una tazza e la scagliai sul pavimento, poi un bicchiere, una ciotola. Poi sentii un male tremendo al piede e guardai il sangue sul pavimento e poi trovai lo sguardo di Lucia. Mi guardava con sufficienza.
'Hai finito lo show, cara?'
'Perché? Perché mi hai fatto questo? Perché? Io non, io non te lo avrei mai fatto, perché?!'
Rimaneva vicino alla porta, mi venne il dubbio che davvero pensasse che le avrei potuto fare del male. Lo sapeva che non l'avrei mai fatto?
'Perché dovevo insegnarle che un buon sesso non vuol dire proprio niente, un buon sesso si fa con chiunque... oddio non proprio, ma il concetto è quello'
Rimaneva così, impassibile
'Lucia ma cazzo! Ma perché?! Ma poi ti amiamo? Mai poi dovevi farle proprio quello!?! Proprio quello!!!!'
Scrollò le spalle con noncuranza
'Quello è come tutto il resto, serviva una prima volta, almeno la seconda le farà meno male'
La guardai senza parole
Lei sorrise, mi stava prendendo in giro. Era ovvio.
'Comunque noi ti amiamo è una bella frase, neutra, sposta l'attenzione, riequilibra le prospettive'
C'era rimasta solo una tazzina sul piano della cucina la lanciai di fianco alla sua faccia.
A quel punto ebbi una reazione e mi ritrovai la mano di Lucia stretta sui polsi
'Sei impazzita?! Potevi rompermi il naso!!!!'
'Io non faccio errori di prospettiva, vedo benissimo dov'è la tua faccia da...' troncai la frase appena in tempo
'La mia faccia da? Cazzo? Da cosa? Che elegante che sei'
Mi guardava mentre mi tirava per i polsi, e mi trovai trascinata a camminare su tutto il vetro che avevo spaccato e che ora mi si conficcava sotto i piedi e lasciavo pedate di sangue. Mi guardava senza allentare la presa
'Goditelo, ti piace il dolore'
Ruggii di nuovo, non so che suono fosse ero solo così furiosa, profondamente furiosa e ferita e lei mi guardava e mi sentivo stupida e nuda perché lei sapeva che mi ero eccitata a vederla fare quelle cose, lei sapeva che mi aveva ferito ma che mi era in qualche strano modo perverso anche piaciuto. Ma ora non mi rimaneva più nulla.
'Quindi ti eri eccitata? Ti piaceva vederci? '
'Lucia vaffanculo'
Lei rise di gusto, mi resi conto solo dopo di quello che avevo detto. Cazzo!
'Bhe si, in effetti si Bianca, vuoi partecipare questa volta?'
'Lucia non...'
'Non? Non è colpa mia se le tue incredibili capacità orali non sono riuscite a spiccare sopra la media facendoti riconoscere tra mille'
Mi divincolai dalla sua presa e le diedi uno schiaffo. Le diedi uno schiaffo davvero, in faccia, a Lucia. Il rumore mi perforò il cervello. Cazzo. Rimasi immobile. Lei si girò a guardarmi, accarezzandosi la guancia arrossata. Poi si rimise in ordine i capelli e fissò il suo sguardo nel mio.
'Vuoi farmi male? Pensavo preferissi quando te ne faccio io'
Non so nemmeno che verso feci, un grugnito di frustrazione forse, ma lei era seria. Non stava andando via, non stava facendo una scenata, mi guardava e aspettava una risposta
'Si Lucia vorrei! In questo momento vorrei!' Poi mi ripresi e mi affrettai ad aggiungere
'Ma non... scusami ho sbagliato, non succederà più, io non ti farei mai-' agitò una mano a mezz'aria
'Va bene, se vuoi farmi male fallo. Pensavo solo preferissi riceverlo. Perdonami cara ho fatto un errore di valutazione'
Ringhiai di nuovo ma lei restava ferma davanti a me impassibile
'Fallo Bianca, ti ho dato il permesso, fammi il male che vuoi tanto riversarmi addosso, schiaffeggiami, frustami, fai quello che pensi ti faccia tornare in te'
Le diedi una spinta su una spalla
'Non scherzare'
Lei sollevò un sopracciglio
'Fallo, immagino valgano le regole universali, non lasciarmi segni in posti visibili, verde giallo rosso per dire vai o basta'
La guardai stranita
'Tu? Che ne sai tu?'
Rise
'Io leggo bene tra le righe e capisco il contesto, i gusti discutibili sono i tuoi, come gli errori di valutazioni che continui a ripetere'
Mi guardò accarezzandosi la guancia arrossata 'oh Bianca ogni volta... con chi pensi di avere a che fare? Io non sono una ragazzina... io... vedo molto bene chi ho di fronte'
Le diedi uno schiaffetto, non era forte ma era in faccia, aspettai la sua reazione, alzò gli occhi al cielo
'Sul serio? Ti devo anche -incoraggiare- nel fare queste tue scenette?'
'Lucia ti faccio male, non mi provocare'
Sbuffò
'Oh Bianca la santarellina... quella che non toccherebbe mai una donna senza il suo consenso ma le ragazzine le lega e le frusta per educarle... forse hai paura della reazione di una tua pari? Ti piace di più se piangono?'
Le diedi uno schiaffo vero, col rovescio della mano, e poi la spinsi sul letto.
'In faccia? È il posto migliore che ti viene in mente? Cristo ma è la prima volta che lo fai?'
Le misi una mano sulla bocca, doveva stare un po' zitta. Lei mi morse. Io le diedi una ginocchiata tra le gambe e la presi per i capelli.
'Non vorrei mai sconvolgerla professoressa coi miei brutti modi'
'Come ti piacciono i siparietti Bianca, te ne sei mai scopata una di professoressa? O parli per desiderio edipico?'
Le strinsi la gola
'Non ti azzardare neanche per scherzo...'
'Mommy's girl?'
La sua voce roca mi diede alla testa e strinsi di più, appena aprì la bocca per respirare le sputai sopra.
'manda da giù Lucia'
Vidi per un attimo una espressione di disgusto attraversarle il viso poi la scacciò e mandò giù con sdegno. Lo rifeci, le tenevo il collo la facevo ansimare e le sputavo in bocca, poi sulle guance, sul collo. Dopo un po' la vidi stancarsi, si arrendeva prima al fiato che le mancava.
'Se ti muovi ti faccio sanguinare'
'Drammatica come sempre' sospirò
Mi slacciai la cintura rapidamente e gliela scagliai sulla pancia con tutta la forza che avevo. Per un attimo le mancò il fiato, si piegò di colpo ma non si fece sfuggire nessun gemito. Lo feci di nuovo e la camicetta le si appiccicò alla pelle esattamente dove si era abbattuta la cintura. Lo feci ancora e poi decisi che volevo vedere. Gliela strappai non avevo voglia di aspettare a sbottonare. La sua pancia era scavata dalle mie frustate. Mi sedetti sopra di lei spingendo sui margini dei segni, le tirai fuori i seni dall'intimo che portava, e le pizzicai un capezzolo. Prima uno e poi l'altro, forte come non l'avevo mai toccata. Le sfuggì un gemito e poi un altro. Ma io non volevo, non volevo che gemesse. La odiavo. Si era presa Celeste in un modo così assurdo e così sbagliato... si era presa la mia Celeste fingendosi me. In realtà non fingendosi affatto. Era colpa mia.
'Ahia!'
Era colpa mia se lei era potuta arrivare prima, se ti amo l aveva detto sotto di lei
'Ah! Ahi!'
Ti amo Bianca. E l aveva detto con lei piantata dentro. Non con me, non con me che l'amavo davvero
'Ahh! BIANCA!'
Spinsi di più, i pantaloni attillati mi rendevano difficile entrare a fondo dentro di lei. Le diedi un ceffone. Le sue unghie si conficcarono nel mio polso
'La faccia è rosso!'
Le sputai in fronte, vaffanculo Lucia. La perfetta ordinata e so tutto io professoressa De Laurentiis.
'Girati e togliti quei cazzo di pantaloni'
Non commentò e lo fece. Era bella. Era così bella Lucia. Odiavo quanto non riuscissi e non fossi mai riuscita a reagire alla sua bellezza. Mi misi lo strap on. Lei rimaneva a gattoni sul letto, la testa chinata.
'Contale'
E ricominciai con la cintura. Ma non mi bastava, non mi dava abbastanza soddisfazione e passai alle mani. Il suo sedere sodo si scontava con le mie dita, coi miei palmi e mi faceva quasi male. La strattonai per i capelli
'Ho detto contale. Te li sei dimenticata i numeri?'
'Due al quadrato'
Mi venne da ridere per la frustrazione. Cosa serviva per far stare zitta Lucia? Stava ferma a prendersi sculacciate da mezz'ora e ancora mi rispondeva.
'Sei così irritante'
'Pensavo ti piacessero le potenze'
Le diedi uno schiaffo più forte, vacillò appena appoggiando la testa al cuscino. Entrai di nuovo in lei, scostandole appena le mutande. Sussultò. Era addirittura bagnata.
Non molto ovviamente ma ben di più di quello che mi sarei immaginata. Mi mossi forte, improvvisamente
'Ahi!'
'Ahi?! Come se non ci entrassi...'
'Bhe ho più di 40 anni sarebbe strano il contrario'
Non capivo perché continuava a rispondere. Era stata zitta mentre la riempivo di frustate. Perché doveva sfidarmi così? Mi sputai sullo strap on
'Ah si? Quindi ci sta tutto senza fatica?'
E poi spinsi. Forte. Dietro. Lucia scattò in avanti ma la sorpresa mi diede il tempo di entrare con la punta. La tenni ferma e spinsi a fondo. Urlò ma non mi fermai. Se era quello il suo modo di farsi dire ti amo adesso l'avrebbe detto a me. Ogni tanto le scappava un urletto, quando le mie cosce toccavano le sue e quando tornavo indietro soprattutto. La tenevo stretta e ogni tanto le davo una sculacciata proprio dove vedevo che era più arrossata
'Ti amo Bianca'
Una coltellata. Rividi la mia bambina li, nella stessa posizione, ma con lei. Rividi Celeste, i suoi gemiti, la sua resa, il suo piacere. Il suo ti amo.
'Vaffanculo Lucia!'
Spinsi forte e lei urlò di nuovo, e di nuovo me lo disse. Non l'avevo mai fatto così con Lucia. Non mi era nemmeno mai venuto in mente si potesse fare così con lei. Ma era a quattro zampe sul letto a prenderlo, con un disastro di cinghiate sulla schiena e sul sedere e mi ripeteva ti amo. Mi faceva così male. Celeste a me non l'aveva mai detto, e nemmeno lei me lo aveva mai detto. Mai se non quella strana eccezione in montagna. E nella mia mente iniziava a confondersi pericolosamente la sua immagine e quella di Celeste, il suo ti amo e quello di Celeste. Dieci, venti cinquanta volte. Non urlava più quando spingevo, quando la picchiavo o la tiravo per i capelli. Teneva la schiena inarcata adesso e continuava a ripetere quella ridicola frase che ormai sembrava una cantilena così confusa così priva di significato.
'Ti amo Bianca'
E cosa significava? Chi me lo stava dicendo? Lei o Celeste? Noi ti amiamo. Faceva differenza? Che cos'è l'amore? Quando sarebbe finito? Ormai il suono era lo stesso per me delle loro voci. Era la stessa posizione era lo stesso letto era quasi lo stesso odore e io, io non ero io. Mi sentivo fuori di me. Mi piaceva di più quando urlava, quando le facevo davvero male, lì ero io. Lì ero lì, in quella stanza. Ti amo Bianca. Come se valesse uguale detto in qualsiasi momento, come se non facesse differenza che quella prima volta l'avesse detto ad un'altra. Entrambe poi in fondo non erano mie, Celeste era troppo piccola e Lucia bhe, era Lucia e non era certo di nessuno. Spinsi più forte. Le sue cosce sbattevano sulle mie e sentivo quanto caldo fosse il suo sedere, era rosso davvero e iniziava a virare verso il violaceo. La picchiai di nuovo. Il rumore sovrastava quell' assurdo ti amo che continuava a dire ad ogni spinta. E poi la voce iniziò a tremarle e io non ci volevo nemmeno pensare ma lei continuava, sempre più forte e adesso mi veniva in contro e quel ti amo Bianca era sempre più forte e il suo sedere sempre più rosso i capelli sempre più in disordine. E la toccai. La toccai davanti le misi un dito e poi due dentro e continuavo a muovermi perché alla fine quel ti amo mi faceva così male che era come guardare un riflesso, e forse davvero Lucia era lo specchio di Celeste o il contrario, non l'avrei mai capito.
'Ti amo... ti amo Bia-aaa!!' Iniziò a tremare. E poi si abbandonò sul letto. Rimasi fuori da lei, l' uscita così brusca la fece urlare e poi si lasciò davvero andare sul letto, e mi accorsi che singhiozzava. Anche se cercava di nasconderlo con la faccia tra i cuscini. Le avevo fatto un macello. Era un macello, sembrava una tramonto tra il rosso e il viola e io non ero certo un sole calante.
Rimasi a guardarla. Come faceva un ti amo a fare così male? La odiavo a volte, ma forse in realtà l'amavo anche.
'Ti amo anche io Lucia'

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