Volevo solo che fossi mia

1.6K 31 4
                                    

CONTENUTI SESSUALI ESPLICITI

Lucia non sospettava niente, era nel suo weekend con amiche, ovviamente con la mamma di Celeste, cosa che neutralizzava buona parte del problema -dov'è mia figlia-. Mi sentivo in colpa ma poi nemmeno tanto ed ero veramente perplessa su che cosa volesse fare quella bambina. Quando la passai a prendere era piuttosto contenta ma non riuscivo a capire il resto del suo sguardo, c'era qualcosa che mi voleva dire e non capivo.
Il posto che aveva scelto era stupendo, provai ad insistere per pagare ma aveva pagato in anticipo. Mi vergognai moltissimo nell'accettare un regalo da lei però provai a convincermi che in fondo era suo padre che stava pagando e non gli avrebbe fatto molta differenza. Dire che fossi sua zia in reception poi fu proprio la ciliegina sulla torta al mio imbarazzo. Ma forse ne valeva la pena, la camera era bellissima, la spa era proprio lì, soltanto per noi, e la vetrata dava sulla piscina esterna. Appena appoggiai la borsa mi resi conto che stava nevicando poi sentii le braccia di Celeste attorno alla vita e le sue labbra sul collo. Mi pietrificai, ma il suo tocco era così leggero...
"Celeste... cosa stai facendo?"
Mi girai ma lei non lasciò la presa, le sue mani scivolarono sui miei fianchi e mi trovai il bacino sul suo
"Mi sei mancata"
Le accarezzai la guancia
"Anche tu..."
"Bianca mi sei mancata veramente" e poi mi ritrovai le sue labbra sulle mie e pur sapendo che dovevo fermarmi non ci riuscii proprio e in pochi minuti la sua lingua era dentro la mia bocca e io la stavo succhiando.
Arretrò verso il letto e ci si stese sopra, in un attimo ero sopra di lei, le mie labbra non potevano staccarsi dalle sue... poi mi accorsi delle sue gambe attorno al mio bacino e delle sue dita piantate nella mia schiena. Provai a tornare alla realtà, a respirare fuori dalla sua bocca. Smisi di baciarla ma non riuscii a spostarmi da sopra di lei, le accarezzai il viso. Scivoló agile da sotto di me e tornò con un pacchetto
"E questo?"
La vidi arrossire, terribilmente, molto di più di quanto avrebbe dovuto
"È il tuo regalo"
"Ehi ma non dovevi... questo... tutto questo mi sembra già abbastanza"
La guardai di nuovo ma c'era qualcosa che non... non che non mi piacesse ma non mi convinceva. Lo scartai e mi resi conto del motivo.
"Ah... io... Celeste io non so... non so bene che cosa dire"
Provó a rispondere un paio di volte ma si fermò prima che davvero potesse dire qualcosa. Poi spense la luce e iniziò a spogliarsi. La abbracciai da dietro, nascosi il viso tra i suoi capelli e inspirai il suo profumo. Non dovevo, non avrei proprio dovuto ma lei mi voleva, mi voleva probabilmente proprio quanto la volevo io e questo fece cadere tutti i muri che in settimane ero riuscita a ricostruire.
Le baciai l'orecchio, lo leccai e poi le sussurrai qualcosa di inappropriato, del tutto inappropriato e lei mi si girò tra le braccia e mi slacciò i pantaloni.
Celeste era bella, era bella da morire anche se la luce era spenta, anche se tremava e anche se l'avevo già vista nuda un paio di volte, eppure era bella come la prima volta, come fosse una sorpresa. Ed in effetti era una sorpresa perché lei voleva nuda anche me, si era sbrigata a tirarmi giù i pantaloni e via il maglione e sentivo le sue mani che correvano sul mio corpo, sulla mia schiena soprattutto e tra i capelli. La baciai di nuovo e la morsi appena, quando le lasciai le labbra la sentii gemere. Scesi a baciarla sul collo, sul bordo del reggiseno bianco, sul pizzo delle mutandine, la baciai sulla pancia, sulle cosce, sulle mani, la baciai sulle ginocchia, sulle caviglie e persino sulle natiche. E quando davvero stavo per iniziare a fare l'amore con lei la sua mano mi bloccò il polso e mi ricordai del regalo che giaceva ancora sul letto.
"Tu vuoi... sì bhe vuoi che usi quello?"
Arrossì di nuovo ma annuì decisa, mi guardò mettermelo con una faccia indecifrabile e appena me lo fui sistemato si stese con le gambe aperte. Le accarezzai le cosce, avevo gli occhi fissi nei suoi e sapevo che quello che stavo per fare era ben oltre il limite ma significava anche che lei in parte mi ricambiava e questo bastava perché dei limiti non mi importasse più nulla. 

Io amavo Celeste, la amavo e volevo che fosse mia, almeno in quel momento. Lo bagnai con la mano ed entrai in lei. Urlò. Mi fermai subito, era bagnata, mi voleva, lo avevo sentito benissimo pochi istanti prima... perché le faceva male? Uscì subito e la guardai. La sua mano andò a cercare la mia e con l'altra mi spinse a stendermi su di lei. La baciai piano sul viso, sul collo e di nuovo sulle labbra
"Ti ho fatto male?"
Girò il viso perché fosse tra i miei capelli e io non potessi vederla
"Sì ma... voglio che... sì bhe che continui... finché non inizia a piacermi"
"Tu non... non è la prima volta vero?!"
Sentii che si irrigidiva
"No... no non lo è solo che" poi si fermò e mi strinse più forte
"Solo che? Puoi dirmi tutto lo sai..."
La sentii lasciare andare un sospiro
"Solo che non mi piace, l'ho fatto un paio di volte ma non mi piace... mi fa male e bhe... sì bhe finiscono prima che smetta... il male dico"
Mi sollevai sulle braccia per guardala meglio
"Non è normale che ti faccia male sai"
"Ti prego Bianca... non sono qui per una visita... solo io non... non l'ho mai fatto bene..."
La vidi arrossire per l'ennesima volta e spingersi col bacino sul mio
"Per favore"
"Come se fosse la prima volta allora..."
Strinse gli occhi a fissarli nei miei poi annuii appena.
"La mia bambina..." e mi abbandonai al suo abbraccio, alla sua pelle che scottava contro la mia, al suo profumo, a come il suo respiro andava veloce e alle sue mani che mi tenevano forte a lei. Non mi aveva mai abbracciata cosí, era sempre rimasta un po' lontana non mi ero mai chiesta poi perché. Ed ora che mi stringeva mi sembrava così evidente la differenza. Le sue labbra si mossero piano sul mio viso, sul mio collo, mi morse appena il lobo dell'orecchio e la sentii sussurrare il mio nome una,due, dieci volte e mi promisi che quella notte lo avrei sentito centinaia, migliaia di altre volte. Mi strusciai sul suo bacino, posizionai il fallo di gomma tra le sue labbra perché lo sentisse e lo bagnasse e continuai a baciarla. Non ci volle molto perché il suo bacino ricominciasse a muoversi sul mio. Scesi sul suo seno e la leccai appena perché i suoi capezzoli si drizzassero sotto il mio sguardo. Ne presi uno tra le dita e lo mossi, poi toccò all'altro. Di nuovo il mio nome sulle sue labbra.
Le accarezzai il viso
"La mia bambina" mi sorrise in un modo così... arreso, così abbandonata a me, così mia che mi venne una voglia irrefrenabile di possederla subito, ma non dovevo. Mi baciò le dita e passai il pollice sul contorno delle sue labbra, me lo prese in bocca e succhiò appena. Spinsi di più tra le sue gambe, il suo respiro stava diventando rapido. Seguì con la lingua il contorno della sua mandibola, il collo, i capezzoli, l'ombelico e poi mi spostai per avere le labbra sulle sue.
"Oh Bianca... Bianca..."
Raccolsi il suo desiderio con la lingua, seguii le sue labbra fino al clitoride e ci soffiai sopra. I miei occhi incontrarono i suoi e di nuovo la sentii chiamarmi. Entrai con un dito dentro di lei mentre con la lingua continuavo ad accarezzarla. Fremeva, si spingeva verso di me e ancora, ancora per l'ennesima volta mi chiamava. Sentii le sue unghie sul mio braccio stringermi a lei e risalii per baciarla. Quando i nostri corpi si incontrarono ancora, uno sull'altro lei allacciò le gambe al mio bacino e quasi senza volere scivolai appena dentro di lei. La guardai trattenere il respiro e spinsi piano, si morse il labbro e mi piantai in lei. Il suo respiro si fece corto ma non mi spostai, rimasi lí immobile in lei mentre la baciavo e le accarezzavo il viso. Poi la sentii rilassarsi appena e iniziai a muovermi.
"Bianca..."
Le baciai il collo e le sussurrai all'orecchio, la sentii sorridere con il viso contro al mio. Dopo poco iniziò a venirmi incontro, le sue gambe si aggrappavano davvero a me e mi sollevai sulle braccia per spingere meglio. Quando i nostri corpi si separarono appena si lasciò sfuggire un mugolio di dissenso e le sue mani scesero sul mio sedere a tenermi stretta. In quella posizione sentii la parte che avevo dentro iniziare a muoversi e il piacere che provai mi colpì così forte che dovetti trattenermi davvero per non spingere di più. Lei se ne accorse, si morse il labbro appena e mi tirò di più a lei
"Bianca... puoi... se vuoi"
Mi scappò un gemito strozzato ma la accarezzai e le sorrisi appena
"Non voglio farti male bambina..."
Arrossì completamente e girò il viso, mi abbassai di nuovo su di lei per abbracciarla e continuai per un po'. Non so dire quanto tempo fosse passato ma ad un certo punto mi resi conto che lei stava ansimando davvero, che mi veniva in contro col bacino e che le sue mani guidavano i miei fianchi. Le poggiai le dita sulle labbra perché le succhiasse e scesi ad accarezzarle il clitoride mentre continuavo a muovermi. I suoi gemiti si fecero piuttosto forti, le sue mani mi stringevano a lei e il suo bacino mi veniva incontro fin quando non la sentii bagnarmi la mano e le cosce con uno schizzo molto più abbondante di quello che mi potessi aspettare.
"Bianca! Non... oh Bianca... non smettere! Continua! Ancora!"
E la accontentai. Entrava così bene in lei adesso che riusciva a muoversi anche in me, sentivo quando arrivavo tutta dentro di lei come quello mi premesse nel mio punto più sensibile e non avevo più bisogno di trattenermi, lei gemeva con me. Le spostai le gambe sulle mie spalle e continuai a spingere, averla così a chiamarmi per nome a bagnarmi a godere per me alla fine mi fece raggiungere l'apice e mi piantai in lei chiamando il suo nome.
Quando venni mi investì una felicità e una stanchezza che non provavo da così tanto tempo che mi parve quasi fosse la prima volta. Mi faceva male tutto, le braccia le spalle, mi sentivo le mani informicolite e il sudore mi bagnava la schiena, uscii da lei e me lo sfilai stendendomi al suo fianco. Subito la sentii venirmi vicino e accoccolarsi al mio braccio. La strinsi forte e la baciai ancora.
Lei rimase lì, per nulla disturbata dal fatto che fossi sudata o stessi ansimando. Quando mi ripresi mi girai sul fianco a guardarla, arrossì ancora ma non si spostò, la sua mano era sul mio fianco e l'altra acconto alla mia, gliela accarezzai
"Ti fa male Celeste?"
Scosse la testa
"È sempre così? Intendo... bhe con una donna"
Corrugai la fronte
"In che senso?"
Sbuffò imbarazzata
"Nel senso che è più... bello? Sono più brave le le donne?"
Sospirai e mi spostai appena
"No non credo, non credo sia un merito della categoria, credo dipenda più dalla persona, da se ti piace, se ti capisce..."
Annuì
"E c'è sempre una che fa il maschio e una che fa la femmina?"
La guardai stupita poi capii quello che intendeva
"No, no non è così, dipende dalla persona, questa è una divisione un po' semplicistica... sarei io il maschio?"
Lei annuì e io ridacchiai
"No Celeste, no, sei fuori strada"
Poi mi alzai e le diedi la mano, mi sentivo davvero così stanca, come se ogni muscolo del mio corpo fosse distrutto e appagato, era un dolore piacevole ma così profondo che non avevo la forza di oppormi. La jacuzzi nella stanza mi stava chiamando e sarebbe stato proprio un peccato non approfittarne. Mi immersi e la accesi, lei rimase un attimo lí in piedi a guardarmi e quando si rese conto che la stavo guardando anche io mi seguì in acqua. Allargai le braccia per farle capire di venirmi seduta sulle gambe e così fece. La abbracciavo, il suo viso era sul mio collo e il mio senso di appagamento stava raggiungendo il massimo storico.
"Quindi io posso fare quelle cose su di te?"
Mi riscossi appena
"Quali cose?"
"Quello che fai a me, posso fare il maschio io?"
Sbuffai
"Non è fare il maschio bambina... ma sì... se io volessi e tu volessi sì, potresti farlo"
Sentii le sue mani accarezzarmi il viso, le labbra, la sentii baciarmi il collo
"Pensavo che non volessi, che non si facesse tipo"
Le accarezzai i capelli e glieli raccolsi in una mezza treccia perché non si bagnassero
"Ma l'hai già fatto..."
"No, no era diverso, io facevo quello che dicevi... dicevate"
Mi colpì come un pugno allo stomaco, ripensare a quella cosa a tre con Lucia, non mi faceva piacere, non ne avevamo più riparlato e io non sapevo lei cosa ne pensasse. Non so nemmeno se l'avrei mai voluto sapere davvero.
Le misi la treccia dietro la spalla
"Cosa vorresti fare se io fossi d'accordo ?"
Un sorrisetto le illuminò il viso
"Varie cose"
"Varie?" E risalii con le dita lungo le sue cosce, ma anche le sue mani si mossero su di me e mi prese i capezzoli tra le dita
"Sì varie..." poi un lampo le attraversò l'espressione
"Ma non... non so se siano giuste, magari faccio schifo"
Le presi il viso tra le mani
"Non penso proprio che tu possa fare schifo in certe cose..."
"E se sbaglio?"
Le tirai la treccia e le sussurrai all'orecchio
"Se sbagli ti insegno"
Il suo sguardo si piantò nel mio, non erano più azzurri i suoi occhi, mi sembravano così scuri e lei così piena di desiderio. Le sue mani si strinsero sui miei capezzoli e mi scappò un gemito, mi leccò le labbra continuando a toccarmi le tette. Io la feci sedere a cavalcioni su di me e la tenni vicina per i fianchi. Le sue mani mi accarezzarono ovunque e la sentivo strusciarsi sul mio bacino. Poi le sue dita scivolarono giù, sempre più giù finché non ne sentii una dentro. Mugolai e chiusi gli occhi e lei iniziò a muoversi. Mi faceva male tutto eppure non era quello il motivo per cui il mio corpo si lasciava andare così. Mi piaceva il suo tocco, si incastrava benissimo col mio desiderio, molto di più di quanto avrebbe dovuto. Si alzò dalla vasca e la seguii fuori, quando trovai gli asciugamani avevamo già bagnato buona parte del pavimento ma non mi importava proprio, ormai la camera era un disastro ma lei... lei era lì con me, e questa era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare. Mi spinse sul letto e la lasciai fare, mi tolse l'asciugamano di dosso e la lasciai fare, di nuovo le sue dita furono dentro di me e di nuovo io la lasciai fare gemendo forte.
"Posso usarlo?"
Annuii e la guardai farsi passare le cinghie sui fianchi e infilarsi la sua parte dentro. L'espressione di dolore che le attraversò il viso fu così profonda che glielo tirai fuori e la feci sedere a fianco a me. Lei mi guardava indecisa, insicura. Poi mi alzai, mi portai di fronte a lei e mi inginocchiai. La sua sorpresa mi fece sorridere, iniziai a baciarle la coscia finché non arrivai alla sua entrata. Le slacciai le cinghie e lo spostai per poterla leccare. La sua mano andò sui miei capelli e mi strinse forte
"Oh Bianca!"
Sollevai lo sguardo e me li tirò proprio per spingermi a lei, la leccai ancora e poi feci una cosa che non avrei proprio dovuto fare. Presi la sua parte di fallo in bocca e lo leccai mentre le accarezzavo il clitoride, non ebbi bisogno di guardarla per capire quello che stava pensando perché le sfuggì un gemito strozzato. Il mio inappropriato gesto di sottomissione la fece eccitare così tanto che quando glielo feci scivolare dentro mugolò solo di piacere. Le rifissai le cinghie e tornai a letto. Lei mi guardava come se avesse visto un'aliena.
"Tu... tu fai queste cose?"
Arrossii appena
"Non ti ci abituare bambina"
Sorrise e me la trovai sopra in un attimo. Aveva fame di me, da come mi baciava e mi stringeva e poi la sentii provare ad entrarmi dentro. Lo guidai con la mano e lei spinse. Mi sfuggì un gemito di dolore e la presi per i fianchi per farla rallentare un attimo.
Lei non mi diede molto retta però e continuó a spingere a fondo in me. Provai a rallentarla ancora un paio di volte ma mi ignorò del tutto gemendo forte ogni volta che i suoi fianchi si appoggiavano sui miei.
"Piano... Celeste... ehi"
Ma prima di riuscire a fermarla davvero sentii il piacere pervadermi di nuovo. Era bellissima, mi guardava con un'espressione che non le avevo mai visto, le sue braccia erano tese ai lati della mia testa e i suoi seni sodi oscillavano col ritmo delle sue spinte, aveva i capezzoli turgidi e la pelle d'oca e io non riuscivo a oppormi a quella visione e a quel dolore e piacere che mi stava invadendo.
"Shh Bianca! Stai ferma! Ti prego!"
E sentivo come si piantava in me perché le piaceva, come aveva bisogno di arrivare fino in fondo per sfregare il suo clitoride sul mio pube del tutto indifferente alle mie richieste. Lei stava godendo di me, mi voleva per provare piacere, il mio corpo glielo stava dando e io non riuscivo a sottrarmi a quel dolore e a quella sottile umiliazione del sentirsi così -posseduta-.
La sua mano mi bloccò il fianco mentre lei spingeva più a fondo che riusciva e io non avevo più nessuno spazio di manovra.
"Ferma Bianca!"
Non avrei dovuto abbandonarmi a lei, ma ormai il mio corpo non rispondeva più al mio comando e sentii che stava accadendo. Provai a spostarmi ancora e lei mi immobilizzò di nuovo chinandosi a mordermi il collo, a succhiarmi i capezzoli mentre si muoveva troppo forte in me. Il dolore che in quel momento provai mi fece trattenere il respiro e i miei occhi si riempirono di lacrime poi la sentii dare una spinta ancora più forte e rimanere piantata lì a strusciarsi su di me. E alla fine mi bagnó ancora, mi venne dentro e io davvero non ci riuscii più e lasciai andare le lacrime e tutti i singhiozzi che avevo e raggiunsi l'orgasmo più potente che ricordassi di aver mai provato. Me la tolsi di dosso mentre ancora stavo piangendo e mi alzai rapidamente dal letto combattendo con tutta me stessa per non farle vedere troppo. Mi chiusi la porta del bagno alle spalle e mi ci lasciai scivolare contro. Aspettai che le lacrime finissero e con loro tutto il piacere che mi aveva dato, aspettai che mi andasse via la pelle d'oca, che smettessi di colare come una scolaretta e di riacquistare un colorito e un respiro normale. Poi la sentii bussare
"Bianca... esci per favore"
Il suo tono era molto più sicuro di quanto sarebbe dovuto essere e questo non faceva altro che rendere tremendamente cocente la mia umiliazione. Cosa mi era venuto in mente? Lasciarmi andare così con una bambina, con lei? Ma era stato così veloce, così inaspettato che non avevo avuto tempo di oppormi. Non sapevo proprio come comportarmi. Se dare peso alla cosa e arrabbiarmi o fingere che non fosse niente. Cosa sarebbe stato più educativo? Del resto non poteva andare in giro a sfondare delle ragazzine pensando che quello che aveva fatto con me fosse una normalità accettabile e qualcuno avrebbe dovuto dirglielo. Ma io non le avevo mai fatto una cosa del genere, come le era venuto in mente? Da chi lo aveva imparato? Poi mi ricordai di Lucia. Forse era stata piuttosto perentoria quella volta, forse era stato per quello che immaginava di poter essere così... ma nemmeno la mia futura moglie con lei aveva mai neanche sfiorato una performance del genere...
"Bianca puoi uscire? Per favore mi sto preoccupando!"
Sospirai e mi diedi una sciacquata alla faccia poi uscii, le sue labbra si scontrarono con le mie e le sue mani mi strinsero così forte a lei che mi mancò il respiro. Mi divincolai appena e le presi il mento tra le dita
"Mi spieghi che ti è preso?!"
I suoi occhi si fissarono nei miei e arrossì appena
"Non ti è piaciuto?" Era stupita e io a quel punto non sapevo proprio cosa dire
"Sì, cioè no, io... non lo so Celeste non me lo aspettavo, non puoi... ecco solo non puoi..." e avrei voluto dirle non puoi andare a sfondare così le donne che ti porti a letto ma non mi sentivo di poterlo dire, perché avrebbe implicato ammettere che era quello che aveva fatto con me. Abbassò lo sguardo
"Scusa... volevo... ecco io volevo solo che fossi mia"

EducazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora