Conoscerà Angelo...

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Puntai lo scarpone nello scii e spinsi. Non riuscivo a convincermi che fosse una buona idea. Quando infilai anche l'altro sospirai. No, era una pessima idea, mi sedetti in funivia aspettando Lucia. Mi faceva male tutto ma il fatto che fossi sopravvissuta a -quella- notte con lei mi sembrava una prova sufficiente della risoluzione del mio ematoma, se non mi si era già spaccata la milza non lo avrebbe fatto per una sciata...
Ogni volta che mi si avvicinava per i movimenti della cabina sentivo il suo profumo, non ci avevo mai fatto troppo caso, ora invece percepirlo mi era inevitabile, come se i miei sensi davvero la riconoscessero o la cercassero. Che odore aveva Lucia non avrei saputo propriamente descriverlo, sapevo che usava Sì di Armani, ma su di lei non era come appena spruzzato.
Quando scendemmo la sentii irrigidirsi poi due coppie la salutarono da lontano e capii. Non li conoscevo e lei non me ne aveva certo mai parlato ma non era questo il problema. Ci avviammo. Lei li salutò e poi mi presentò con
"Lei è Bianca"
Non so cosa gli avesse raccontato ma lo sguardo era quello che mi aspettavo, mi presentai nel modo più gentile e neutro possibile. Per fortuna iniziamo a sciare quasi subito ma sapevo che il problema era solo rimandato. Quando ci ritrovammo a pranzo infatti non era cambiato niente, lo sguardo era sempre lo stesso. Li raggiungemmo al tavolo e calò il silenzio, forse sapere qualcosa su chi fossero mi avrebbe potuta aiutare a intavolare una conversazione eppure, questa volta, non ne ero sicura. Provai col solito small talk ma era veramente surreale, non c'era modo di avere una conversazione, fosse anche di soli convenevoli. Lucia era pietrificata, mi dispiaceva molto per lei... le cose migliorarono un po' quando arrivano i figli delle due coppie, erano abbastanza giovani per non essere così sconcertati e abbastanza vecchi perché i genitori non li potessero 'tenere lontani'. Mi faceva un po' senso sentir chiamare zia Lucia, evidentemente i rapporti dovevano essersi rarefatti davvero molto dopo il suo annuncio...
"Ma zia quindi... tu... ma da quando?"
Lei abbozzò qualcosa tipo
"Non... cioè io... solo Bianca"
Una sua amica si alzò da tavola di scatto
"Non voglio neanche sentirle queste cose Matteo, per favore!"
Il ragazzo si mise a ridere
"Oh mamma dai siamo nel 2021"
Lei lo fulminò e Lucia diventò bordeaux
"Mi rendo conto che sia un po' inusuale e mi dispiace, ma potremmo glissare sull'argomento e parlare di altro?"
Uno degli uomini mi guardò di striscio
"Lei di cosa si occupa?"
Sollevai mentalmente gli occhi al cielo, come se lui avesse avuto la premura di presentarsi e dirmi che cosa facesse per pagarsi le vacanze a Cortina
"Sono un'ortopedica del Rizzoli"
"Ah conoscerà Angelo allora, Franceschini"
Non riuscivo a capire se fosse una velata minaccia o una domanda innocente, io e Lucia ci guardammo
"Ah sì... eravamo a cena con loro giusto una settimana fa" disse lei con noncuranza
Rimase zitto per un attimo
"Ma insieme? Voi due e loro due?"
"Non sapevo conoscessi Stefania!" la sua amica sembrava parecchio indispettita e ci tenne subito a puntualizzare "Non pensavo di avertela mai presentata..." Lucia non si scompose. "Mi hanno invitata a cena assieme a Bianca"

"Quindi loro...?"
Lucia annui e aggiunse
"Sono sempre stati molto gentili"
La sua amica diventò rossa, era evidente che l' approvazione della coppia Franceschini era tanto inaspettata quanto imbarazzante. Frequentavano tutti gli stessi posti e sarebbe stato un suicidio sociale a questo punto per loro ostracizzare Lucia. Non ci potevo credere che, per l'ennesima volta, era il padre di Celeste a sistemare le cose, persino da assente. Sarei mai riuscita a levarmi di dosso la sua ombra?
"Bhe allora potreste raggiungerci questa sera, andremo al Camineto alle sette e mezza"
Celeste era lí? Pregai di no in tutte le lingue del mondo.
Sorrisi "Grazie, verremo volentieri".
La situazione si era miracolosamente sbloccata, continuavo a pensare che fosse così dannatamente provinciale seguire cosa facevano le persone che si conoscevano per decidere come comportarsi, ma in fondo funzionava così da sempre.
Non che la conversazione avesse acquistato chissà quale tono, ma almeno non sentivo più solo il ruminare dei miei commensali.



Quando arrivammo in camera Lucia non disse niente, si nascose sotto la doccia per un tempo indefinito e quando uscì era talmente tardi che dovetti fiondarmi in bagno anche io. Trovammo tutta la famiglia Franceschini nel parcheggio e quando Celeste ci vide io volevo solo sprofondare. Seguire i suoi occhi azzurri risalire dagli stivaletti di Lucia fino al suo volto e arrossire mi fece ribollire il sangue, lei gli sorrise in un modo quasi tenero e mi venne da vomitare. Poi ci si mise suo padre che ci fece 'strada' come se non ci fossi andata almeno altre 20 volte e ci introdusse in una tavolata simile a quella del pranzo. Lucia accanto a Stefania era raggiante, non ci furono grossi problemi di conversazione questa volta mentre io rimasi bloccata con 'Angelo' e altri due a parlare di 'economia aziendale'. Guarda caso la mia futura moglie aveva omesso di dirmi che uno di loro era nella direzione sanitaria... ogni tanto davo uno sguardo a Celeste nel tavolo vicino, non l'avevo mai vista tra i suoi coetanei ma mi piaceva seguirla da lontano. Mi piaceva come rideva tranquilla e come si accalorava per spiegare qualcosa, forse stavano discutendo sul dove andare il giorno successivo ma non mi importava saperlo, mi bastava guardarla.
A fine serata avevo ottenuto quattro consulti di libera professione (che chiaramente non sarebbe stata libera professione) dei miei commensali che Franceschini mi aveva gentilmente passato (per non dire sbolognato). Il lato positivo era che aveva davvero accennato al fatto che avrei preso il suo posto, quello negativo che mi sarei dovuta accollare quattro ginocchi e sapevo già che saremo finiti in sala e che avrei avuto il telefono pieno di chiamate. Ma come dicevo sempre i soldi e i favori facilitano il perdono e Lucia ne aveva un disperato bisogno.

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