Da quando avevo capito che a Lucia piaceva il poker le avevo proposto spesso di fare qualche serata, avevamo iniziato a casa mia, con quel ridicolo set del dg, con lui, con Carlo e con vari colleghi e amici loro che andavano e venivano. Era eccitante averla in braccio a bere scotch e farmi vincere. Quella sera avevano deciso di organizzare il poker a casa della madre di Lucia. Cosa che mi annichiliva e mi costringeva a cenarci insieme. Era sempre divertente vedere come cambiava Carlo nei miei confronti quando eravamo da soli e quando eravamo in società. Si era ammorbidito certo ma non era comunque mai particolarmente piacevole. La madre di Lucia era sempre più preoccupata delle imminenti nozze e pareva in parte anche del fatto che non avessi ancora cambiato auto. La rassicurai più volte nel corso della cena ma ovviamente non era quello il vero problema. Sulle dieci iniziarono ad arrivare anche gli ospiti, molti conoscevano la madre di Lucia, che però per fortuna si ritirò in fretta. Poi sentii una mano picchiettarmi sulla giacca e mi trovai una Celeste splendente di fronte. Rimasi perplessa. 'Tra poco arrivano anche papà e il vostro dc''Dc?''Il capo piu capo?'Sorrisi, si era portato i rinforzi'Ah si ho capito, ma tu che ci fai qui?'Alzo le spalle'Domani entriamo alla seconda ora e mi piace il poker''Si ma siamo tutti vecchi non è una serata divertente''L'ha detto anche papà, ma alla fine ci siete anche voi, non sarà così male'Pensai a quanto potesse essere deficiente Franceschini a portare una bambina a una serata di poker, a quanto fosse fuori luogo ma non potevo farci nulla. Lucia mi raggiunse altrettanto stupita ma sembrò non troppo turbata. Si allungò istintivamente a darle un bacio sulla guancia e Celeste praticamente le franò addosso mettendole una mano sul fianco. Lei si ritirò subito imbarazzata, Celeste era tutta rossa. Chissà perché non aveva baciato -me-! Si salutavano così per i corridoi? Scacciai questa stupida gelosia, era un pensiero così stupido che mi vergognai.'Ho portato la mia erede, ma stasera guarda solo!''Ciao Angelo, ma certo, non la interrogherò domani' rise Lucia facendogli stradaCeleste aspettò che le cedessi il passo'Allora gioco con te o con papà?'Franceschini la sentì da dietro'Mhh tu giochi con me stasera! Se togliamo Lucia alla dottoressa potrebbe finalmente perdere''E non le piace perdere' aggiunse il dg, lo raggiunsi appoggiandogli una mano sulla spalla e lo accompagnai dentro. Celeste si sedette educata di fianco a suo padre. Ovviamente aveva attratto gli sguardi interessati degli uomini attorno al tavolo, ma il fatto che ci fosse il padre a fianco a lei aveva mantenuto anche gli sguardi sotto controllo. Mi innervosiva pensare che potessero trovarla desiderabile e mi innervosiva che non fosse insieme a me. Ma non avrei in realtà voluto non avere Lucia. Le presi una sedia, magari si sarebbe seduta a fianco a me sta volta. Invece dopo aver diviso le fiches ed essersi riempita un bicchiere di scotch si sedette leggera in braccio a me. A Celeste passò un lampo di ... di cosa? Dispiacere? Nervosismo? Ma poi fu presa dal gioco. Suo padre era visibilmente contento di averla vicina, la faceva giocare e le dava solo ogni tanto qualche consiglio, lei lo ascoltava e gli beveva il liquore. Non furono nemmeno i primi a rimanere fuori e lui ne fu così contento che stentai a riconoscerlo. Sembrava che tra di loro si fossero appianate le tipiche ostilità dell'adolescenza. Immaginai che fosse bello fare attività insieme anche se discutibili come il poker.'Perché non inviti Stefano con suo padre la prossima volta? Magari lo facciamo di venerdì cosa dite?'Celeste sorrise felice'Magari lui si, suo padre mica lo conosco io!''Ma non è vero amore lo conosci, ma lo chiamo io comunque, forse è meglio''Sanno giocare no?'Celeste digitò qualcosa al cellulare e rispose prima che potessimo dire qualsiasi cosa'Sisi ha detto che ci giocano!'Lucia mi mise la mano sull'avambraccio, probabilmente sentiva la mia tensione salire'Stefano è il figlio di Malaguti no?'Franceschini annuì soddisfatto'Ah ma si Carlo li conosciamo no? Certo volentieri, ma non si annoieranno con noi vecchi questi ragazzi?'Lui scrollò le spalle e Celeste si affrettò a dire'Manno il venerdì sera non stiamo mai insieme, così magari si'Mi si attorcigliò lo stomaco, le dita di Lucia si approfondarono nel mio avambraccio.'Bene bene allora la prossima settimana venite anche voi!'E la serata riuscì a finire peggio di com'era iniziata.•••'Prof che piacere rivederla!'Lucia gli sorrise avvicinandolo per un abbraccio. Era ridicolo come potesse fare quell'effetto a tutti, lui arrossì e rimase lì impalato. Celeste gli stava vicino, lui la teneva per mano. Io ero al secondo bicchiere di vodka e non ci eravamo ancora seduti. Stefano era un bel ragazzo, alto, in forma, con la camicia con le iniziali. Pensai che la prima camicia con le iniziali che avevo avuto io me l'aveva regalata mia madre a 28 anni, e le aveva ricamate lei, perché non era una di quelle cose che 'si possono comprare'. Ci parlai ad un congresso. E lui era lì, sereno e bello, con la camicia con le iniziale per andare a una serata di poker, rampollo di buona famiglia.Gli tesi la mano'Bianca'Avrei voluto stritolargliela quella maledetta mano, ma Lucia era stata estremamente chiara. Lui abbassò appena lo sguardo, sperai che non avesse nemmeno lontanamente idea di quello che...'Bianca... Celeste parla sempre di lei, finalmente la conosco'Alzai le sopracciglia guardandolo severa'Bene bene... prego accomodati'Lo accompagnai dentro cercando di non guardare troppo la mia bambina. Dovevo essere incoraggiante. Incoraggiante me lo aveva ripetuto 20 volte Lucia prima che arrivassero. Il padre aveva avuto una ditta di moto, molto famosa in zona ed era probabilmente il motivo per cui doveva essere così un buon partito per Celeste. Li feci accomodare.'Vuoi bere qualcosa Stefano?'Scosse la testa'Vorrei ma non posso perché devo guidare'Celeste arrossì appena, nauseante, pure un bravo ragazzo. Ne versai agli altri'Quindi Bianca lei ha una moto?'Ma sul serio voleva fare conversazione con me? Cosa gli aveva detto Celeste? Mi augurai che non avesse neanche accennato a quello che facevamo.'Si, ma ammetto non vostra... tu immagino guiderai già qualcosa?''Si ho preso la patente A da poco!'Poi intervenne il padre a raccontare dell'azienda e delle moto di famiglia, pensai che doveva avere almeno 23 anni. Cosa ci faceva Celeste con uno così vecchio?! Poi mi resi conto che da me questa obiezione proprio non poteva essere fatta. Li guardavo, Celeste gli dava la mano, gli stava vicino, si parlavano con quel desiderio di vicinanza spensierata dei ragazzi, le piaceva davvero. Eppure ogni tanto mi guardava, guardava me e non suo padre, poi iniziò a parlare di lui come se volesse venderlo. Prima il rimando alla laurea breve imminente in ingegneria, poi lo sport, poi il diploma (Lucia era anche stata la sua insegnante, che divertente). Diceva queste cose di lui e aspettava che io commentassi, ma non ci riuscivo. Non riuscivo a complimentarmi, non riuscivo ad interessarmi. Per fortuna c'era Malaguti senior che non perdeva occasione di confermare le grandi doti del figlio. Poi Lucia terminò quel drammatico teatrino sedendomisi in braccio e dandomi l'ennesimo bicchiere di vodka. Eppure io non riuscivo a concentrarmi. Continuavo a guardare quel ragazzino puntare e vincere e perdere con una nonchalance fuori dal normale, come se ci stesse bene a un tavolo di persone del doppio dei suoi anni, come se giocasse sempre a poker, con Celeste vicino a lui, a guardarlo, a toccarlo a suggerirgli cosa giocare. Non giocava nemmeno al suo posto, lo guardava giocare come fosse -bravo-. Mi alzai di colpo, per poco Lucia non scivolò sul tavolo, mi fulminò. Ci guardarono tutti. Incrociai lo sguardo di Celeste che lasciò immediatamente la mano di quello stupido ragazzino.'Io non... un crampo. Un crampo tremendo scusatemi faccio due passi'E scappai in cucina. Appoggiai le mani al bancone e sospirai. Poi tirai fuori dal freezer un limoncello e me ne feci un bicchiere. Aspettai una decina di minuti, aspettai di finire il bicchiere, poi sospirai mi ricomposi e tornai di là.'Ha preso un polase dottoressa?'
Sorrisi, 'Sarà l'età che avanza...'
Lucia mi guardò di traverso, qualcuno commentò qualcosa di educato, provai a non incrociare lo sguardo di Celeste, ma era difficile, lei mi cercava e io non volevo, non volevo che vedesse quanto fastidio mi dava vederla con quel ragazzino. Non volevo che lo vedesse perchè non era giusto, non era nemmeno giustificabile. Franceschini invece lo sapeva, e continuava in ogni modo ad attirare l'attenzione sulla giovane coppia. Riuscii a controllarmi per la fine della serata, ma non riuscivo a smettere di pensare a Celeste. A se fosse felice, se fosse davvero così serena, così entusiasta... se davvero con lui era meglio che con me.
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Educazione
RomanceBianca è un chirurgo in carriera, non ammette distrazioni e farebbe di tutto per prendere il posto del primario del reparto, perciò quando lui le chiederà un favore molto particolare lei non si tirerà certo indietro. Celeste è all'ultimo anno di li...