Ordinai la cena da asporto dal ristorante che ricordavo essere il suo preferito e apparecchiai in modo romantico. Non se lo aspettava ma ne fu contenta. Nemmeno io sapevo che cosa fare esattamente, più che altro non volevo oltrepassare quel piacevole e rassicurante limite che faceva di Lucia... Lucia. Vederla varcare la soglia di casa mia con un vestitino al ginocchio oscurò per un attimo l'idea della ragazzina. I suoi occhi verdi erano l'unica cosa a cui riuscii a pensare durante l'anti pasto e il primo. Lei se ne era accorta e la cosa pareva non dispiacerle. Sicuramente apprezzava di più che mi perdessi nei suoi occhi che nella sua scollatura, ero piuttosto certa che fosse più abituata alla seconda possibilità ed ero ancora più certa che non lo avrebbe mai ammesso perchè bhe non le faceva certo piacere. Ogni tanto sorrideva quando mi trovava inebetita a guardarla, era sempre stato così... adoravo i suoi occhi. Lucia era una donna seria, amava cose come l'opera o le mostre di fotografia, me ne parlava e il fatto che si aspettasse delle risposte era l'unico motivo per cui mi sforzavo di mantenermi presente. Poi mi parlò della scuola e improvvisamente mi ricordai di Celeste e il mio attimo di respirò terminò come era iniziato. Mi raccontò della ragazzina, delle sue 'gesta' da ribelle e della sua particolare difficoltà nel creare un legame. Immaginarmi Lucia come professoressa premurosa mi lasciava molto interdetta, qualcosa mi diceva che non era così. La ascoltai finchè non posò il bicchiere e mi guardò perplessa.
"Perché ti interessa tanto?"
Sospirai, avevo pensato a cosa inventare ma alla fine la verità era la cosa migliore, una verità ovviamente filtrata. Non era sicuramente di ampie vedute.
"Suo padre è il mio primario... l'ho conosciuta qualche mese fa per mettere un gesso"
Mi guardò in modo strano, poi scacciò quell'espressione indecifrabile
"Se è come la figlia immagino che bel reparto"
Risi e le riempii il bicchiere di nuovo.
"Tra l'altro sai che non è molto gay friendly"
"Oh me lo immagino proprio! Dovresti essere più discreta, te l'ho sempre detto..." Le sue dita sfiorarono le mie e me le accarezzò delicatamente, si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio inclinando il viso. Quel gesto mi ricordò Celeste, accidenti al suo casino! Non potevo permettere che prendesse una nota, Franceschini non me lo avrebbe perdonato e Lucia non mi avrebbe perdonato una attitudine così poco professionale. Di nuovo dovevo camminare su un filo molto sottile e di nuovo non ci ero salita di mia volontà
"Ma c'è qualcosa che mi vuoi chiedere su questa ragazzina... cosa?"
"Il padre mi ha chiesto di tenerla d'occhio. Un po' più che tenerla d'occhio. Educarla forse è il termine più adatto"
Si alzò da tavola e mi venne vicino, si appoggiò dietro di me con le mani sulle mie spalle, mi percorse un brivido e non fu piacevole, era un gesto... amichevole? Eccitante? Eppure mi trasmise una sensazione di gelo così potente che per scacciarla mi girai a baciargliene una sperando davvero potesse riscaldarla.
"Mi hai scritto solo perché volevi il mio... aiuto?"
Che illusa, Lucia era molto più acuta di così. Portai indietro la testa e la guardai negli occhi
"Onestamente avrei evitato volentieri di parlarti di lei, ma devo ammettere che sì centra col mio riscriverti... ti ho vista... fuori da scuola un giorno in cui l'ho accompagnata. Eri bellissima, non potevo non riscriverti"
Le sue dita si fecero più spazio sulle mie spalle, scavarono tra i miei muscoli quasi come se così potesse tenermi lì, sotto di lei e schiacciare con la sua presenza quella di Celeste, di suo padre o di chiunque altro. Eppure Lucia non aveva mai avuto questo genere di pretesa, anzi aveva schivato in modo gentile ma deciso ogni possibilità di 'possesso'. Era proprio per assecondarla che la cena era tra le mura di casa mia e non in bella mostra al ristorante. Sollevai lo sguardo e mi sorrise, le sue dita si spostarono e mi accarezzò il viso, portò quel freddo sulle mie labbra, sui miei zigomi e sul contorno della mia mandibola, e prima che potesse scendermi sul collo, nel posto in cui iniziavo a sentirne il bisogno le passò un lampo di preoccupazione negli occhi e si staccò di colpo.
"Non le avrai detto qualcosa vero!?"
"Le ho detto che siamo amiche ma non ha idea... del resto"
Fu un riflesso automatico, ormai avevo bisogno di lei, mi alzai e feci aderire i nostri corpi. Che stupida che ero, Lucia mi aveva sempre fatto quell'effetto, ero piuttosto certa che lo facesse quasi a tutti, ma come sempre, quando mi era così vicino io smettevo di ragionare e volevo quello che mi sembrava impossibile avere. Le passai le mani sui fianchi tenendola vicino. Le baciai il collo, un bacio umido, poi gliene diedi un altro e un altro ancora e arrivai alla sua scollatura. Mi fermai a guardarla, rimaneva fredda e non riuscivo a ricordarmi se era la sua normalità o se fosse ancora poco convinta. Sospirò frustrata
"Ti prego non dirmi che quella ragazzina si metterà in mezzo, è già abbastanza complicata la nostra... amicizia"
Cercai di accantonare il calore che stava scendendo dal mio petto premuto contro al suo, dovevo sforzarmi di essere lucida, per Celeste
"No Lucia no, ma ho bisogno del tuo aiuto"
"Cosa vuoi che faccia?"
"Verrà da te a scusarsi, si scuserà di fronte a tutta la classe, si scuserà, la punirò e non lo farà più... toglile la nota" si scostò da me di scatto
"Toglierle la nota? Dai ma sul serio? Mi hai invitato a cena perché le togliessi la nota?"
Era così? Volevo che fosse così o non volevo affatto che fosse cosi? Dio non riuscivo più a capire, nella confusione mi misi a ridere, ma ridere sul serio. Non che lei avesse potuto interpretare quella risatina di autocommiserazione per quello che era davvero, ma mi era così difficile superare il desiderio che mi stava divorando. Mi portai il bicchiere alle labbra sperando che l'alcool mi aiutasse, ma quando lo sollevai incontrai di nuovo il suo sguardo e la mia mano andò automaticamente verso di lei e guardai le sue labbra schiudersi alla mia offerta; fui maldestra e lasciai cadere appena un po' di vino lungo il suo collo e le scivolò dentro la scollatura, sotto al vestito.
Poi decisi
"Pensi sul serio che io ti abbia invitata a cena per parlare di quella ragazzina? È un incubo Lucia tu non hai idea, me la vorrei dimenticare"
Era ancora dubbiosa, scesi a leccare la scia che aveva lasciato il vino.
La sua mano fu tra i miei capelli, il suo corpo era freddo ma la tenevo stretta a me e sentii la sua pelle rispondere al tocco della mia lingua
"Lo immagino che sia un incubo"
Sollevai lo sguardo
"Se la tengo buona mi lascia il posto da primario, tra un anno va in pensione, aiutami per favore"
Sospirò premendosi a me
"Ci penserò, non si tolgono alla leggera le note, non ne ho mai tolte..."
"Grazie... ti assicuro che si scuserà"
"La punirai? Cosa vuol dire la punirai?"
Strinse i denti e mi guardò sospettosa, sollevai le sopracciglia con aria innocente
"La punirò, hai suggerimenti?"
"Mi sembra un po' anacronistico e... strano"
"Figurati quando me l'ha chiesto suo padre come sembrasse a me" rise proprio e vidi dissolversi quell'alone indescrivibile che ci pesava addosso da quando avevamo iniziato a parlare della ragazzina
"Allora puniscila per bene... è viziatina"
"Viziatina vero? Se vuoi ti faccio sapere l'epilogo"
Rise e scosse la testa, lei non lo avrebbe mai ammesso ma io ero convinta che sotto l'apparenza così contenuta a Lucia piacessero cose molto vicine a quelle che piacevano a me
"No no non voglio sapere niente, e ho molta paura delle tue strane idee"
Le passai le mani sotto al sedere e la sollevai, allacciò le gambe ai miei fianchi, le si alzò il vestito e le sue cosce nude diedero il colpo di grazia al mio pensare a Celeste
"Strane idee? Il tuo vestito me ne ha fatte venire in mente molte di strane idee..."
Si irrigidì ma si lasciò portare in camera. Era soddisfacente avere una donna consapevole di quello che voleva, anche se con estrema delicatezza e un po' di riserbo lo faceva capire anche a me rendendo il tutto molto più semplice. Era bella, bhe per me era più che bella e sapevo che non ero l'unica a pensarla a quel modo, era schizzinosa ma accettabilmente generosa, insomma non era alle prime armi ed era chiaro, non che lei lo volesse ammettere. Era cambiata da quando ci eravamo relazionate le prime volte... La guardai sollevandomi sul gomito, lei era stesa a fianco a me, rimaneva un po' rigida forse, stereotipata, ero convinta fosse il risultato della sua passata vita eterosessuale.
"Dai gliela toglierò questa nota... ma mi aspetto una ricompensa per il tuo salto di carriera" sorrise e mi colse alla sprovvista. Mi chinai a baciarla, sulle sue labbra c'era ancora il mio sapore e questa era una novità per me... ricordavo di come si alzasse imbarazzata per lavarsi i denti o persino le mani... sì era passato del tempo.
"Una ricompensa? Dammi un indizio"
"Non sono mai andata alle Maldive, mi piacerebbe finché posso permettermi di stare in costume"
Rimasi colpita, lei che chiedeva a me una vacanza? Non le faceva nemmeno piacere andare al ristorante insieme e ora parlava di viaggi... una follia, forse stava mettendosi davvero il cuore in pace con la sua omosessualità?
La accarezzai con la punta delle dita lungo la pancia
"Potrai permettertelo ancora per un bel po' ..."
Si girò sul fianco dandomi la schiena avvicinandosi a me. L'abbracciai
"Posso portarti alle Maldive anche come semplice strutturato lo sai?"
Sospirò
"Aspettare questo poco tempo non può che farci bene non trovi?"
Merda, mi stavo cacciando in un immenso pasticcio. Le cose si stavano complicando e ora che avevo appena ottenuto quello che bramavo tanto e che non mi faceva pensare lucidamente avevo chiara la realtà dei fatti. Mi piaceva Lucia ma non volevo una relazione con una donna così complicata, almeno non quella relazione così complicata... cercai di ricordarmi che Celeste era una bambina e che non ci sarebbe mai stata... mai stato con lei nessun genere proprio di relazione, per quanto aperta o atipica potesse essere. Cercai di rimanere salda, coi piedi per terra. Che cosa avrei dovuto dire? Avrei dovuto bloccare questo sul nascere? Il suo corpo premuto sul mio mi rendeva davvero impossibile dirglielo, rischiare di non sentire più quel freddo e quel caldo che solo lei sapeva darmi... Del resto se eravamo tornate a vederci dopo tutto quel tempo significava qualcosa? Lei significava qualcosa per me oltre la semplice fantasia di donna gelida che incarnava perfettamente? In che modo ero riuscita ad allontanarmi la prima volta? Forse io non avevo fatto proprio niente, forse era stata lei ad andarsene ed era stata così brava da non farmene nemmeno render conto, come se avessimo deciso insieme. Lucia... non aveva proprio niente che non fosse perfettamente adeguato a quello che desideravo da una compagna, non ci avevo mai pensato?
Prese il mio silenzio come offeso e si irrigidì
"Ci siamo riviste da poco, non prendertela"
Dovevo tornare al mio posto di amante o iniziare a pretendere di più? Le baciai il collo e le sussurrai all'orecchio
"Mi fa piacere la tua proposta, non me l'aspettavo..."
Si strusciò a me portandomi una mano sul suo seno. Dovevo iniziare a pretendere di più? Questo pensiero mi pervadeva completamente, sapevo da dove partiva e non me ne vergognavo nemmeno. Non ci trovavo nulla di così pericoloso. Glielo strinsi appena
"Fa piacere anche a me, davvero, solo... io ho bisogno di un po' di tempo e di molta discrezione"
"Tutto il tempo e la discrezione che vuoi, professoressa De Laurentiis"
Il suo capezzolo si inturgidì contro il palmo della mia mano, le sue natiche erano premute sul mio bacino e sentii la sua voce sussurrarmi
"Come è gentile dottoressa"Non riuscii proprio a non far scivolare la mia mano tra i suoi seni, lungo la sua pancia e poi giù tra le sue gambe. Le scostò appena per farmi spazio. Sentii il suo clitoride sotto le mie dita lo sfiorai piano, poi scesi più giù e la trovai ancora bagnata. La toccai tenendola abbracciata da dietro, lei si aggrappò al mio braccio mentre andavo sempre più veloce. Le baciavo l'orecchio, il collo, la tenevo stretta a me e il profumo dei suoi capelli mi manteneva in una realtà del tutto estranea a quel momento, a quella camera. Poi la sentii gemere, mi bloccò il polso e mi abbandonai al piacere di sentirla contrarsi sotto di me, per me.
Fu un lampo.
Celeste.
Mi si contorse talmente forte lo stomaco che dovetti allontanarmi di colpo e scappare in bagno, quando mi appoggiai al lavandino per sciacquarmi la faccia e vidi il mio riflesso nello specchio mi sentii uno schifo, mi sarei voluta prendere a schiaffi e cancellare in toto la serata. La mia bambina... le scrissi un messaggio e non aveva proprio niente a che vedere con quello che davvero avrei voluto scriverle.
-SCUSATI DOMANI S C U S A T I, non farmi pentire di averti aiutata, ti aspetto dopo allenamento-
La risposta non tardò ad arrivare
-sei con lei immagino... si mi scuserò con quella grandissima ipocrita e verrò a prendermi la punizione, ma mi fate ribrezzo, entrambe-
Avrei voluto dirle che mi facevo ribrezzo anche io ma mi costrinsi a spegnere il telefono e provai a dormire.
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Educazione
RomanceBianca è un chirurgo in carriera, non ammette distrazioni e farebbe di tutto per prendere il posto del primario del reparto, perciò quando lui le chiederà un favore molto particolare lei non si tirerà certo indietro. Celeste è all'ultimo anno di li...