E così il 26 eravamo in auto per la montagna. Non eravamo davvero mai andate in vacanza, non avevo idea di quale lato del letto preferisse in albergo o di come ordinasse il contenuto della valigia. Di Celeste lo sapevo. Prendeva il lato vicino alla porta e lasciava tutto in valigia finché non lo usava, poi lo appendeva nell'armadio e lo appallottolava alla bell'e meglio la mattina della partenza, spaventata dal non riuscire a fare entrare tutto. Lucia interpretò il mio sorriso come una sfida fastidiosa al suo malumore e spense la radio. Rimanemmo in silenzio per almeno un'ora poi mi decisi a dire quello che entrambe aspettavamo di dirci.
"Cosa non devo fare per non imbarazzarti?"
Si agitò innervosita ma allungò la mano verso la mia e mi fece una carezza.
"Nessuna allusione sessuale, nessuna Bianca!"
"Quindi non si deve sapere che abbiamo consumato il matrimonio?"
Sbuffò
"Non fare battute"
"Chiarissimo, altro?"
Si strinse nelle spalle
"Non so cosa ti importi di tutte queste persone sinceramente, potevamo andare a Curma da sole"
Erano giorni che ci girava attorno e finalmente lo aveva detto
"Sarai mia moglie Lucia, frequenteremo queste persone insieme per molto tempo"
Annui
"Scusami"
Le strinsi la mano
"Non può succedere niente, stai tranquilla!"
Si ritrasse scocciata
"Ma certo che lo so, cosa potrà mai succedere, lo so benissimo, solo bhe mi dà fastidio, abbi pazienza"
Mi innervosiva questo modo che aveva, mi irritava e mi chiedevo perché allora avesse iniziato questa relazione. Non gliela avrei mai chiesta se... ma infatti a pensarci io non gliela avevo chiesta. Me l'aveva chiesta lei e poi Franceschini e Celeste e ora eravamo in auto verso la mia settimana di vacanza e a fatica ci scambiavamo due parole. Non era quello che mi aveva prospettato. O forse lo faceva apposta, per punirmi o per tenermi più sulla corda, forse tenermi lontana era il suo modo di attirarmi a lei.
Quando parcheggiai la tensione era soffocante e non vedevo l'ora di farmi una sauna in hotel e trovare per cena i miei amici. Entrando riconobbi subito la proprietaria e lei riconobbe me altrettanto rapidamente. Erano almeno 10 anni che andavo nello stesso hotel ed erano almeno 10 anni che lei aveva un occhio di riguardo nei miei confronti, non credo fosse solo per abitudine. Mandò fuori un ragazzo a prendere le valige e mi raccontò le ultime novità, quando Lucia ci raggiunse continuò a parlarmi ignorandola per un paio di minuti buoni e si offrì di accompagnarmi nella camera che aveva riservato per me. Le dissi che non ero venuta sola e che era un piacere presentarle la mia compagna. Lucia non fece in tempo ad essere stizzita che lei la investí con una serie di complimenti nei miei confronti e proseguí così fino a che non fummo in camera, pregandola di rivolgersi a lei personalmente per qualsiasi cosa.
Cercai di disfare la mia valigia senza dire niente ma mi sentivo i suoi occhi addosso
"Ti piace la camera?"
"Mhh sì, non ero mai venuta qui, di solito sto in uno più in alto"
Immaginai Perchè. Io e Lucia parlavamo poco di soldi, non ne avevamo bisogno perchè ciascuna aveva la sua casa, la sua macchina e le sue cose. Avremmo dovuto parlarne seriamente ma non era uno dei miei argomenti preferiti. La famiglia di Lucia era benestante, e lei aveva sicuramente una qualche rendita oltre allo stipendio da insegnante, della cui entità però non avevo idea come non avevo idea di come ci saremmo comportate in questa vacanza, avevo prenotato io l'hotel e lo avevo pagato ma non le avevo detto i dettagli. Sapevo che programmava e odiava le sorprese quindi le avevo lasciato il resto delle incombenze, ma su questo non mi andava di transigere.
"Da quanto vieni qui?"
"Saranno dieci anni penso, a volte vengo anche in autunno, mi piace il foliage"
"Per questo vi conoscete?"
Annuii
"Spesso venivo da sola e abbiamo avuto occasione di conoscerci"
"Non è il tuo tipo"
La guardai sconcertata, non tanto per l'insinuazione ma per il fatto che fosse lei a farla. Lei. Che non accennava mai al sesso ed era ben attenta a non confermare o smentire nessuna delle sue avventure
"Certo che non è il mio tipo Lucia! Ci siamo parlate, mi ha fatto compagnia ogni tanto a cena, è una brava padrona di casa"
Ero esasperata
"Ti ho chiesto di non parlarmi così Bianca"
"Sei impossibile oggi, cosa ti è preso?"
"È un bel posto, forse un po' troppo"
Ero oltre lo sconcertata, Lucia non era spaccona ma sicuramente si trattava benone, stava cercando qualcosa per discutere ad ogni costo
"Sai cosa cara? Forse è meglio che tu ora vada nella vasca a farti un bel bagno, a riposarti e a raccogliere le idee perchè non intendo passare una settimana così"
Presi la giacca e uscii, avevo bisogno di un bicchiere, di due chiacchiere e di distrarmi un po'.
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Quando raggiungemmo i miei amici tirai un sospiro di sollievo, almeno per un paio di ore avrei potuto scambiare due parole piacevoli. Lucia era stata silenziosa ma si era preparata cosí bene che ero riuscita a fatica a rimanere impassibile. Gli altri evidentemente non erano bravi quanto me perché quando le tolsero la pelliccia mi fu difficile ignorare gli sguardi che le vedevo puntati addosso. I capelli castani erano appena ondulati sulle spalle, aveva un tubino blu che cadeva perfettamente e camminava sui tacchi come fosse la cosa più semplice del mondo. Ci accompagnarono al tavolo dove le altre tre coppie ci aspettavano. Eravamo amici da una vita, avevo omesso di dirle che una coppia era di uomini, e lei nascose piuttosto bene la sorpresa.
"Lucia... è un piacere conoscerti... pensavamo non esistesse una donna capace di convincere Bianca al matrimonio!"
Lei arrossì visibilmente e si mise una ciocca di capelli dietro le orecchie, mentre guardavo come reclinava il viso mi colpì l'immagine di Celeste. Lei lo faceva spesso, abbassava il viso così quando la sgridavo o quando le ero troppo vicino. Chissà che cosa stava facendo in quel momento
"E di cosa ti occupi nella vita?"
"Sono una professoressa di matematica al liceo"
"Ok possiamo non fare il terzo grado? Poi le fate cambiare idea!"
"Non dovrei dirlo ma Bianca è un buon partito e sta anche facendo carriera? Che hai fatto al buon vecchio Franceschini?!? Sono arrivate fino a Parma le voci che ti lasci il posto!"
E il discorso fu dirottato verso l'ospedale cosa che era inevitabile essendo una tavolata di medici. Ogni tanto guardavo Lucia e sembrava non dispiacerle, ci volle una serata intera e un paio di bottiglie perché si sciogliesse un po'. Agli amari ogni tanto rideva anche e per la prima volta in quel giorno pensai di non star per firmare una condanna a vita.
Quando salimmo in auto la guardai, lei sapeva che mi doveva almeno una parola
"Ti vogliono bene i tuoi amici"
Voleva davvero spazientirmi
"Non vedo perché non dovrebbero"
"Intendevo dire che mi sembrano contenti che tu ti sposi"
Misi in moto e aspettai che il vetro si spannasse, sentii la sua mano sulla mia
"Vuoi che guidi io? Hai bevuto più di me"
"No, sto bene"
Poi la sentii risalire lungo la mia coscia, rimasi ferma mentre mi slacciava il bottone dei pantaloni. Rimasi ancora ferma mentre mi tirava fuori la camicia e le sue dita andavano a sfiorami gli slip.
Ma partii e lei non disse più niente finché non arrivammo in camera.
"Ti devo delle scuse"
La guardai
"Non importa, spero che tu ti sia tranquillizzata"
Annuí
"Inizio a capirti di più, vedendo i tuoi amici"
Corrugai la fronte ma non aggiunse altro e si girò mostrandomi la zip del vestito, gliela abbassai cercando di non guardare
"Mi dispiace se ti ho fatta innervosire, vorrei poter rimediare"
"Che cosa ti ha dato così fastidio in questi giorni?"
Si fece scivolare il vestito di dosso. Aveva un body con le autoreggenti che non le avevo mai visto, deglutii. Si inginocchiò davanti a me e ricominció ad armeggiare coi miei pantaloni.
"Mi sono accorta che ti amo"
E in un attimo la sua bocca era sulle mie labbra, la sua lingua era dentro di me e io vedevo così bene il suo seno stretto in quell'assurdo body e il perizoma sparirle in mezzo al sedere. Provai a dire qualcosa ma non ci riuscivo così, non ero concentrata, non sapevo che dire... e prima di poter pensare mi resi conto che le stavo venendo in faccia, che ormai il rossetto le si era sparso sulle guance e il fondotinta era sulle mie cosce e lei mi guardava dal basso con quegli occhi verdi.
Poi si alzò con non chalance e mi ordinò di stendermi.
L'avevo sopra, a cavalcioni, sentivo le sue mani sotto la camicia, le sue unghie sulla pelle
"Penso che tra di noi manchi una cosa"
Le sue dita si strinsero appena sul mio collo
"Non so perché tu non me lo abbia mai chiesto"
Strinse più forte e poi scivoló con le sue dita nella mia bocca
"Non credi che io sia in grado dottoressa?"
Gliele succhiai, da quando ero io quella sotto? Mi ricordavo come Celeste mi avesse preso quella sera e come era assolutamente fuori da tutto quello che avrei dovuto permettere, e ora ci si metteva pure Lucia. Forse stavo perdendo smalto? Stavo perdendo la mia autorità?
"Sto perdendo la mia autorità"
Si alzò di scatto da sopra di me, pensai di averla offesa ma la vidi chinarsi a raccogliere il mio frustino da dentro la valigia
"E quello?"
Ne sentii la punta sugli zigomi e poi sul bordo del reggiseno
"Una moglie deve sapere come dare piacere"
Lo sentii vibrare prima di poter percepire il dolore
"E io probabilmente non sono stata abbastanza incisiva fino ad ora"
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Educazione
RomanceBianca è un chirurgo in carriera, non ammette distrazioni e farebbe di tutto per prendere il posto del primario del reparto, perciò quando lui le chiederà un favore molto particolare lei non si tirerà certo indietro. Celeste è all'ultimo anno di li...