E' facile con le bambine

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"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Bianca, tanti auguri a te!"
Non potevo crederci che mi stessero davvero cantando tanti auguri... e non potevo nemmeno credere che i numeri sopra la torta fossero davvero i miei anni... era una bruttissima consapevolezza. Soffiai sulle candeline piuttosto imbarazzata per l'attenzione ricevuta, tutto il locale ci stava guardando. Lucia mi diede un leggero bacio sulla guancia e si risedette accanto a me, il gelo di quel contatto bastò a riportarmi al presente. Sentii i miei amici battere le mani, ero stata abbastanza perentoria riguardo ai commenti sul mio matrimonio o sulle donne ed in effetti nessuno aveva detto niente di fronte alla mia futura moglie. Non che non ne fossero rimasti sconcertati e nemmeno che non credessero che io avessi combinato qualcosa ma ormai erano abituati a lasciar perdere i discorsi sulle mie scelte sentimentali. Ritrovarmi un pacchetto tra le mani mi diede un tremendo flash back di quello che avevo ricevuto solo un paio di giorni prima ma cercai di scacciare il pensiero. Incrociare lo sguardo della mamma e del babbo di Celeste mi aiutò moltissimo. Scartai la borsa che mi avevano regalato con un sorriso e li ringraziai. Era molto imbarazzante per me che ci fossero anche loro, ma aveva organizzato tutto Lucia senza dirmi niente e non avevo avuto voce in capitolo sugli invitati.
"Quindi che cosa ti metterai per il matrimonio?"
Alzai gli occhi al cielo
"Non ci hai ancora pensato?! Non dirmi che non ci hai pensato Bianca!" Rincarò la dose un'altra.
E via così un numero di domande infinite su matrimonio, location, vestiti, viaggio di nozze e catering. Io provavo a schivarle ma mi era davvero difficile.
"La dottoressa non è molto interessata a queste faccende penso, è Lucia che se ne occupa... e io le do una mano ma ecco se volete... c'é così tanto da fare"
Avvampai, le mie amiche rimasero esterrefatte e Stefania continuò parlando di innumerevoli appuntamenti per immense stupidaggini che le aspettavano -se avessero voluto partecipare o dare una mano-. Mi resi conto che non sapevo nulla di come stava andando, non sapevo neanche se ci saremmo sposate in un campo, in spiaggia o che diavolo altro avevano potuto immaginare, non sapevo se avevamo 50 o 200 invitati, quanto sarebbe durato e mille altre cose. Lucia non me lo faceva pesare, o forse io non me ne ero accorta. Lei non insisteva, non mi ricordava gli appuntamenti e mi pareva li prendesse quando io lavoravo, non mi aveva mai detto 'esco per il catering' altrimenti sicuramente la avrei accompagnata... oppure no. Mi sentii in colpa. E quando tornai a casa glielo dissi.
Lei uscì dal bagno con la camicetta sbottonata
"Cosa hai detto? Non ti ho sentita"
"Che ti accompagno, per quelle cose che dicevate a cena, bomboniere eccetera"
Andò a finire di lavarsi i denti e tornò in camera.
"Pensavo non ti interessasse"
Mandai giù il magone che sentivo crescermi dentro
"Non sono una grande fan ma in fondo é anche il mio matrimonio no?" Fece una smorfia
"Sì lo è, sempre se non hai cambiato idea"
La guardai crucciata
"No che non ho cambiato idea"
"Pensavo che la tua nottatina con Celeste ti avesse fatta vacillare"
Si alzò con nonchalance e si spogliò appoggiando i vestiti alla sedia ordinatamente.
"Pensavi che non lo sapessi?"
Deglutii guardando la sua schiena, sperai non si voltasse mai a incontrare il mio sguardo, in quel momento avrei solo voluto sprofondare
"È una mia _scolara_ e aveva un'assenza non giustificata l'altro giorno. Guarda caso nemmeno tu parevi essere molto reperibile"
Rimase girata a cercare una sottoveste nel cassetto che era diventato suo. Poi tornò a guardarmi. Non sapevo cosa dire
"Non ti disturbare a dire niente cara"
Il mio sguardo seguì il contorno del suo seno, dei suoi fianchi, scese sulle sue gambe nude e mi sentii così lacerata, così divisa. Mi alzai di scatto
"Non voglio perderti Lucia, scusami!"
Lei sorrise al mio tono angosciato
"Sai Bianca magari anche io mi svago, magari proprio mentre tu sei tanto impegnata con la tua bambina"
"Ma eri con la mamma di Celeste!"
Lei rimase zitta
"Lucia che cazzo stai insinuando?"
Mi alzai minacciosa, lei fece un paio di passi indietro poi allungò la mano verso di me e mi prese il polso
"Come ti senti Bianca? Come ti senti all'idea di essere tradita?"
Mi lasciò di scatto. La guardai, era bellissima, era una donna bellissima e io non volevo perderla, non sarei mai potuta stare davvero con Celeste e non avrei potuto trovare nessuna meglio di lei, era davvero quello che mi ci voleva Lucia. E io me la stavo facendo scivolare dalle mani
"No Lucia... no ti prego!"
Lei rimase immobile e accennò un sorriso risoluto
"Allora Bianca ascoltami bene... questa è l'ultima volta che mi fai una cosa del genere"
Sentivo un magone risalirmi dallo stomaco, provai a respirare, Celeste dentro di me, che spingeva dentro di me per avermi, perché io la facessi godere. Celeste che mi usa per il suo piacere. Un altro che usa Lucia per la stessa cosa, un uomo magari, che se la scopa. Senza accorgermene mi vomitai addosso. La seconda fitta mi permise solo di fare due passi poi mi fece piegare e mi trovai in ginocchio a vomitare di nuovo aggrappata al cestino della camera da letto. Lucia mi guardava con un sopracciglio sollevato. Vomitai una terza volta e poi barcollai verso il bagno a lavarmi e a cambiarmi.
"E caddi come corpo morto cade" sentii il suo tono di scherno da dentro la doccia mentre mi lasciava il pigiama pulito sul bordo del lavandino. Mi diedi un attimo di tempo per respirare e provare a calmarmi poi tornai da lei. Sembrava che non avesse detto niente, che non fosse successo niente, leggeva a letto come sempre. Mi sedetti dalla sua parte, le presi il libro dalle mani e lo appoggiai al comodino
"Oh fantastico mi hai perso il segno"
"Scusami"
"Che c'è Bianca?"
"Io non ce la faccio Lucia, non ci riesco, non sono riuscita a dirle di no ma l'idea di perderti, che tu non voglia più essere mia moglie... bhe mi fa l'effetto che hai visto"
Alzò gli occhi al cielo con una espressione molto lontana da quella che speravo
"Sai fare meglio di così"
Mi alzai di scatto
"E invece no! Invece questa volta non so fare meglio! Non so fare proprio di meglio tesoro altrimenti ti giuro che lo avrei fatto"
"Oh ma come ti dispiace avere due donne Bianca, poverina davvero! Sono certa che tu ci abbia provato con tutta te stessa a resistere alle nostre lusinghe, ma ti abbiamo sicuramente COSTRETTA!" Si alzò buttando all'aria la coperta
"Non mi fai pena per niente! Una bambina, ha 17 anni. D I C I A S S E T T E ANNI. Puoi andare in galera lo sai? Ci hai pensato al fatto che non solo è fuori luogo per mille motivi ma è anche fuori legge? Bianca ti potrebbero denunciare e sai che cosa? Vincerebbero"
La afferrai per i polsi
"Oh non mi pareva pensassi alla galera quando te la facevi leccare, ed è anche la tua studentessa..."
stavo per dire qualcosa di irreparabile. Stavo veramente per dirle qualcosa che l'avrebbe fatta infuriare ma mi morsi la lingua prima che fosse troppo tardi eppure fui certa che lei lo avesse intuito. Si zittì e non era un bel silenzio, era così denso che mi pesava addosso e mi schiacciava la gabbia toracica. Tornai a sedere sul letto e le presi le mani, lei rimaneva in piedi a fissarmi
"Tesoro ascolta noi... noi possiamo far funzionare questa cosa, davvero possiamo essere felici insieme, io posso farti felice, posso non farti mancare niente. Cosa ti è mancato Lucia in questi mesi? Cosa non ho fatto per te?"
La sua espressione si trasformò in un ghigno doloroso
"Cosa non hai fatto? Bianca..."
Avevo ancora le sue mani strette nelle mie
"Sul serio a quasi cinquant'anni devo farti la ramanzina sulla fedeltà? Tu sei letteralmente impazzita quando hai pensato che io andassi con un altro e non eravamo neanche fidanzate!"
"Non sono un esempio di virtù"
Sorrise
"No Bianca, lo sei molto meno di quel che credi"
Scosse la testa con una tristezza che mi fece male, fisicamente
"Non mi prendere in giro, non mentirmi"
"Dovrei dirti... cioè insomma dovrei dirti tutto?"
"Se vuoi veramente che sia tua moglie sì"
Sospirai
"E che cos'altro devo fare? Dimmelo Lucia, fammi il cazzo di elenco di cosa devo fare"
Sollevò di nuovo il sopracciglio
"Inizia col non parlarmi così"
Mi lasciai cadere col busto sul letto
"Poi continua col non andare via con Celeste, e poi ancora con l'evitare di scopartela di nascosto. Possiamo andare avanti col mostrarti un po' più interessata al nostro matrimonio non solo perché ti senti in colpa e possiamo concludere con lo sforzarti di includere anche me nel tuo piccolo idillio adolescenziale, visto che non sei in grado di farlo finire"
"Devo smettere di scoparla o la dobbiamo scopare insieme"
Ci pensò su
"Insieme. A smettere non saresti proprio capace"
Mi si contorse lo stomaco, lei mi accarezzò il profilo del viso con un dito e mi sussurrò all'orecchio
"Non ti preoccupare per la tua amata bambina, hai già visto come le piace che ci sia anche io"
Mi risalì l'esofago un conato, ma non potevo proprio vomitare in quel momento. Lo rimandai giù e sentii come mi bruciava. Lucia non mi diede tempo, spense la luce e me la trovai seduta sul bacino con la sottoveste sollevata e le sue cosce premute ai lati delle mie.
Sentii il suo intimo sulla pancia e le sue mani accarezzarmi di nuovo il viso, scendere sulle labbra, sul seno e pizzicarmi i capezzoli da sopra la maglietta. Non avevo la forza di oppormi, a me Lucia piaceva, davvero piaceva e in fondo, proprio in fondo, mi piaceva come era in grado, ogni volta, di rimettermi in riga, di farmi male. Feci scivolare le mani sulle sue cosce sode, sui suoi fianchi e la aiutai nei movimenti su di me. Dopo poco si sporse sul comodino e tirò fuori lo strap on, non lo usavamo spesso, quasi mai in realtà e il ricordo di quello che mi aveva regalato Celeste mi colpì come uno schiaffo. Lo guardai meglio e fu uno schiaffo davvero. Era _quello_ che mi aveva regalato Celeste.
"Lo avevi dimenticato in garage, Bianca, sei così _sbadata_"
La guardai senza riuscire a dire niente lei si chinò sul mio viso, le sue tette mi premevano sul collo, mi posò un bacio sulla fronte leggero e poi scese a sussurrarmi sulle labbra
"È facile con le bambine, dovresti provarlo su una donna vera sai... una che col cazzo ci ha avuto a che fare sul serio"
Mi mancò il respiro, la sensazione del calcio che mi aveva dato suo fratello era la cosa più vicina a quello che sentivo in quel momento. Era così mozzafiato, doloroso, cattivo, eppure non potevo credere che fosse ingiusto, questo io me lo meritavo e non potevo scappare. La girai e le fui sopra, fu il mio turno di sussurrarle sulle labbra
"E come desidera essere posseduta DA ME la mia donna vera?" Mi sorrise gelida
"Non parlare Bianca, spostati. Adesso"
Eseguii senza fiatare. Volevo arrendermi, andarmene da lì, cancellare con almeno mezzo litro di vodka l'idea che si era impegnata così tanto a disegnarmi nella mente. Ma non potevo. La guardai sfilarsi gli slip e sfilare i miei. Me lo fissò al bacino e senza tanti preamboli me lo infilò dentro. Gemetti di dolore ma il suo sguardo non ammetteva nessuna replica. Poi si allungò di nuovo sul comodino e prese un tubetto di lubrificante e ne fece gocciolare il contenuto sul fallo che avevo tra le gambe ed in un attimo si mise a cavalcioni su di me e lo prese tutto. Volevo vomitare, e dovetti impegnarmi con tutta me stessa per non farlo.
"Ahh... oh sì..." la guardai, la sottoveste nera la copriva e non riuscivo a vederlo dentro di lei ma sentivo il suo bacino sul mio. I suoi capelli sciolti erano ancora perfetti e i suoi occhi verdi erano così freddi che mi mettevano persino in soggezione. Quando li chiuse e potei tornare a guardare il suo corpo cercai di trasformare il calore che sentivo in qualcosa che mi facesse meno male, cercai di cambiare il fine del sentimento tremendamente forte che provavo, ed era difficile ma poi toccai Lucia, le strinsi i fianchi, le cosce, provai a convincermi che ora fosse mia e alla fine ci riuscii e mi lasciai invadere dalla sensazione di eccitazione che provavo. Era arrabbiata forse, offesa, e un po' cattiva e le piaceva ricordarmelo così. Non era una donna facile ed era la cosa che più mi attirava di lei, e forse, col senno di poi, lei di questo ne era consapevole. Le sue mani scivolarono sul mio seno e lo strinse appena mentre i suoi movimenti si facevano più decisi. Cercai di concentrarmi di più, se mi toccava le tette in fondo significava che pensava a me, o almeno ad una donna, che non le mancasse avere un uomo, che non usasse un surrogato in mancanza dell'originale... non ero abituata a concentrarmi così tanto durante il sesso sullo scacciare via i pensieri, era difficile e mi tornava in mente lei con un uomo, la sua famiglia che tesseva le lodi dell'ex marito... e mentre pensavo tutto questo poi la guardavo e le immagini e le idee si sovrapponevano in un difficilissimo puzzle. Si sollevava e si riappoggiava a me con forza, ritmicamente, i suoi capezzoli dritti si vedevano dalla sottoveste e ansimava. Feci scivolare di nuovo le mani sui suoi fianchi e gliela sollevai, ora volevo vedere, volevo vedere come entrava in lei. Sorrise compiaciuta tenendo gli occhi chiusi e io provai a di nuovo a concentrarmi sul movimento del suo bacino contro al mio e dei nostri due falli che si muovevano insieme. Piegai le gambe per spingere meglio in lei e la sentii gemere. Era lei che dettava la velocità ma io cercavo di venirle in contro per sentire meglio il movimento della parte dentro di me. Poi le sollevai di più la sottoveste e lei se la fece sfilare. Le sue tette che si muovevano sotto ai miei occhi mi lasciavano senza fiato. Gliele presi e di rimando lei strinse le mie. Il suo fiato iniziò a farsi pesante e i suoi movimenti più rapidi, anche io stavo iniziando a provare parecchio piacere, più per la situazione che per il movimento reale perché sapevo non essere la posizione per me più fortunata. Ma a lei non importava. Non importava e non le importava che non le importasse, non so cosa volesse dimostrarmi ma sicuramente stava prendendo quello che voleva. La sentii gemere di più e la assecondai nelle sue spinte veloci, si chinò su di me e le presi un capezzolo in bocca mentre con le mani le stringevo le natiche perché si muovesse ancora. Gemette ancora un paio di volte e poi con un mugolio strozzato si stese su di me a riprendere fiato. La abbracciai ma la sentii subito irrigidirsi così lasciai perdere e rimasi solo ferma, buona, sotto di lei. Quando il suo respiro tornò normale si sollevò da me e se lo tolse rimanendo a guardarmi di traverso. Mi affrettai a togliermelo di dosso e la guardai vogliosa. Lei rimase seria
"Non te lo meriti sai?"
Gemetti frustrata
"Lucia!"
La guardai rimettersi la sottoveste e le mutandine. Allungai la mano verso di lei e la strinsi appena, mi si stese di fianco, fece scivolare la mano nella mia e la accarezzò piano
"Assolutamente non questa sera, domani magari se venerdì mi accompagnerai a vedere le bomboniere"
Avrei voluto sospirare, ribattere, insistere, ma non ero proprio nella posizione di dire niente. Mandai giù l'ennesimo magone della serata e annuii
"Certamente cara che ti accompagno venerdì, ho il pomeriggio libero"
"Lo so, prendo gli appuntamenti in base alla tua agenda"

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