Educazione

Incontri

"Dottoressa... può venire un attimo?"Alzai gli occhi dallo schermo infastidita, mi ero appena seduta dopo una giornata infernale e avevo davvero molte scartoffie elettroniche da compilare."Cosa è successo?""Dovrebbe venire per... un gesso..."Mi tolsi gli occhiali ancora più infastidita"Un gesso? Dovrei venire per un gesso?"La faccia dell'infermiera rimase così contrita che mi alzai sbuffando e la seguii. Diedi un'occhiata all rx un po' perplessa, era un frattura della corticale, niente di speciale, quasi impercettibile. Poi mi cadde il nome sul referto e capii tutta quella premura. "Buongiorno Celeste, come stai? Che cosa succede?"Una ragazzina piuttosto scocciata mi guardò con aria di sfida. "Ah allora è questo lo scagnozzo che mi ha mandato paparino..."Non potei non notare che fosse una gran bella ragazzina, ma vestita in modo assolutamente fuori luogo. Aveva degli anfibi infangati che avevano già sporcato il pavimento mescolandosi con l'acqua che le colava di dosso."Che cosa è successo?""Sono scivolata"Alzai un sopracciglio"Sei scivolata immagino e hai sbattuto? Su cosa?""Su un muretto ho sbattuto, ma non ho niente mi fa solo male" sbuffò vistosamente.Allungai la mano verso la sua, ma quando sfiorai le sue dita rabbrividii. Pessimo segno. Lei non si accorse di niente, mi offrì il braccio con una smorfia e si fece visitare. Non era niente di grave come immaginavo ma il gesso glielo avrei messo comunque. Si zittì quando inizia a farglielo e fu più rapido del previsto. Suo padre era impegnato in una riunione e le consigliai di aspettarlo nel suo studio cosa che ovviamente lei non fece.Dopo aver sentito più di un paio di lamentele delle infermiere sul pavimento sporco per il suo girovagare mi decisi a tornare a prenderla.La trovai alla finestra che messaggiava."Quanto ci mette mio padre?"Mi appoggiai alla porta guardandola da sopra gli occhiali."Onestamente penso parecchio ancora"Sbattè il piede con un moto di stizza sollevando uno schizzo che finì proprio sul camice appoggiato sulla sedia dietro di lei."Che palle voglio fare la doccia"In quel momento la guardai meglio, le gambe sottili erano coperte solo da calze appena velate e già parecchio strappate, aveva una gonna corta scozzese e una camicetta fradicia che le aderiva benissimo al corpo. Deglutii prima di rendermi conto del suo sorrisetto.Se n'era accorta probabilmente."Ho capito chi sei..."Incrociai le braccia al petto"E chi sarei?""Quella che vuole il posto di papà"Feci un sospiro"Lo vogliono in tanti il suo posto""Ma sono poche le lesbiche frigide"Il suo sguardo rimase fisso su di me a godersi l'effetto di quelle parole, cercai di non darle soddisfazione."Ah ma che bella presentazione, mi ricorderò di ringraziarlo... però adesso dovresti proprio cambiarti""Non... non dovresti dirglielo, mi ammazza se sa che te l'ho detto!"Mi avvicinai a lei, la vidi indietreggiare, quando le fui molto vicino ormai era arrossita vistosamente. Non riuscivo a capire che cosa mi fosse preso, non dovevo, ma proprio non potevo trattenermi"Ora dovresti proprio cambiarti... sei bagnata"Arrossì ancora abbassando lo sguardo. In quel momento sentii dei passi e spalancare la porta. Quando mi girai il primario era sulla soglia. Avevo fatto una cretinata. Avevo superato il limite...una bambina... quella bambina, la sua bambina, ma cosa mi stava prendendo? Cercai di respirare perché ero davvero troppo vicina a sua figlia. Lui rimase un attimo a guardarci "Dottoressa, vedo che ha conosciuto Celeste. Mia figlia."Appunto. Aveva interpretato benissimo la malizia della situazione e io non riuscivo nemmeno a spostarmi, faticavo persino a distogliere lo sguardo da quella sua faccia così... interessante."Mi ha messo il gesso" la sua specifica lasciò perplessi sia me che lui. Ci guardammo poi mi riscossi e mi allontanai dalla ragazzina. "È tutto in cartella professore, arrivederci"E sgattaiolai fuori da quella stanza il più rapidamente possibile.