I soldi e i favori facilitano il perdono

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"Quindi quest'anno non verrai?"
"Non lo so, non ho ancora deciso"
"Ma senti... è vero? Vero vero che ti sposi? Per questo non vieni?"
Pensai a cosa dire, ma sentii Lucia uscire dal bagno
"Sì è vero... ma no, non ne abbiamo ancora parlato, forse dovremmo organizzarci"
"Dovresti proprio portarcela, anche se a qualcuna dispiacerà" sperai che non si fosse sentito
"Che cretina che sei...comunque... sì chiederò ma per favore il solito eh"
Sentii la mia amica ridacchiare dall'altro capo del telefono
"Tu sei una dottoressa seria e in carriera, il solito, chiarissimo"
"Sul serio"
"Sul serio Bianca dai sono anni che facciamo questa pantomima. Ti aspettiamo su il 26, ci sono tutti"
Mi schiarii la voce, sarebbe stato un anno molto diverso dal solito, anzi sarebbe stato proprio un grandissimo e noiosissimo cambiamento, e volevo che fosse chiaro, doveva esserlo.
"Vi aspettiamo, pardon"
Mi arresi, del resto era ora che iniziassi a includere Lucia nella mia vita ma non sapevo nemmeno quali fossero i suoi progetti per le vacanze. Non ero nemmeno certa che le facesse tanto piacere frequentare i miei amici, non perché non fossero di grado socialmente soddisfacente per lei, ma piuttosto per come tutti sapessero del mio orientamento sessuale. Si era sforzata per il mio compleanno, ma erano colleghi, persone che aveva già incontrato frequentando l'ospedale con cui era facile 'andare a colpo sicuro'. Doveva fare i conti col fatto che sarebbe stata la mia fidanzata, lo sarebbe stata per tutti e davanti a tutti e non ci sarebbe stato spazio di fraintendimento. A pensarci non era la migliore delle idee andare a sciare con la botta che avevo preso, ma mi mancava. Mi mancavano i miei amici, le vacanze e Cortina. Mi mancava un po' di leggerezza, tuttavia ero certa, anche se partivo con le migliori intenzioni, che non ce ne sarebbe stata. Chissà che cosa avrebbe fatto Celeste? Franceschini prendeva libere due settimane a Natale da sempre e non mi ero mai interessata di dove portasse la famiglia, sempre se andavano in vacanza tutti insieme.
"Il solito? Cortina?"
Mi sentii quasi colta in fallo nel mio divagare. Lucia aveva i capelli avvolti in un asciugamano e per il resto era nuda di fronte a me. Non riuscivo ad abituarmi a quella visione e ogni volta mi sembrava una novità straordinaria. Forse lei era brava a giocarsi le carte giuste, perché nell'arco di mezzo secondo la avevo appena invitata a sciare.
"Quanto sarà imbarazzante?"
Cercai di sembrare noncurante
"Lo sanno tutti? C'é qualche... bhe hai frequentato qualcuna tra queste?"
Negai perché non sapevo che altro dire, era la cosa più semplice, almeno sulla parte delle frequentazioni, sul resto sapevo di non essere proprio credibile.
"Posso dire qualcosa se vuoi... Qualcosa sull'essere discreti o far finta di niente"
Si chinò a cercare in un cassetto qualcosa da mettere, stava pensando e si odiava, poi odiava me, poi si arrendeva, poi ci odiava ancora. Sapevo cosa pensava.
"Potrei chiedere a un paio di amici di raggiungerci lì"
"Un paio di amici?"
"Sí, bhe tuoi amici, miei amici, Cortina è sempre la stessa"
La guardai vestirsi, ero confusa
"Cosí si presentano prima del matrimonio" la seguii in cucina e la guardai versarsi un calice di vino e tamburellare con l'anello sullo stelo
"É una ottima idea"
"Dici?"
"Sì, una cosa tranquilla, qualche pista qualche cena, è un buon modo davvero"
Un po' beveva un po' tamburellava
"Li hai già visti i miei amici, ne mancano pochi davvero... sono tutti così, ti eri trovata bene no?"
"Tu non conosci i miei"
Alzai gli occhi al cielo
"C'è qualcuna peggio di Stefania?"
Rise e finí il bicchiere "Lei è la mia preferita". Pensai che in fondo era anche la mia preferita perchè era l'unica che avessi davvero conosciuto ed era anche molto brava a distinguere Lucia da me.
"Dio Bianca... sono così stanca"
Avrei voluto dire che lo ero anche io ma sapevo che si sarebbe offesa, me ne versai uno anche io e la raggiunsi dietro al bancone della cucina, rabboccai un po' il suo e accennai ad un cin cin
"Al coming out?"
Le andò di traverso e tossicchiò prima di rivolgermi uno dei suoi sguardi indagatori da insegnante
"Ti sono sempre piaciute le donne vero?"
"Sì, sempre"
"E non ti sei mai chiesta se fosse giusto?"
Bevvi un po' anche io
"Hai paura che non vorranno più frequentarti?"
Si morse il labbro e agitò il vino nel bicchiere
"Non mi piace questo rosso, é troppo forte"
"Te ne prendo un altro"
Aveva bisogno di rimanere da sola, mi infilai il cappotto e uscii a cercarle qualcosa di diverso, ma sapevo benissimo che il vino non sarebbe bastato. Quando tornai stava cucinando, un risotto, ed era bellissima. Era quando la sentivo così lontana che avevo il tremendo bisogno di saperla mia, era così stupido! Mi faceva venire la nausea parlare del matrimonio eppure ora l'idea che qualcosa potesse andare storto o che lei cambiasse idea mi faceva impazzire. Volevo che fosse mia.
Le appoggiai la bottiglia di fianco, ero sicura che le sarebbe piaciuto. La guardai scuotere la testa
"Vedi perché?"
Le appoggiai le mani sulle spalle
"Perché cosa?"
"Perché sono qui, perché ti frequento"
Mi misi a ridere
"Per il vino? Mi sposi perché sono una brava sommelier o perché sono un pass partout per gli alcolisti anonimi?"
Si girò tra le mie braccia
"Mi dispiace che mi costi così fatica. Sul serio, non voglio ferirti"
Oh sì, ora avevo la nausea sul serio, la baciai sulla fronte e mi allungai a riprendere la bottiglia
"I soldi e i favori facilitano il perdono Lucia"

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