Elise sentendo quelle parole, il suo stato d'animo cambiò.
Era come se il suo cuore si fosse indurito, ma grazie alla dolcezza di Helena, si era di nuovo sciolta.
Elise pianse. Ma questa volta era un pianto liberatorio come se qualcuno per la prima volta aveva sentito come si sentiva.
Si girò verso Helena e l'abbraccio, poi smise di piangere.
<<E che... a volte mi sembra di non farcela, sembro forte, ma in realtà non lo sono.
Mi sento fragile, e basta un poco per farmi rompere in mille pezzi.
Io... ti ho fatto sempre vedere che ero forte, ma... era tutta una maschera.
E questa situazione... non mi sta aiutando affatto, anzi mi sta peggiorando.
Essere rinchiusa da giorni, mi sta facendo impazzire.
Non so se.. sarò in grado di resistere ancora per molto>>
Mi misi a piangere di nuovo
Helena mi accarezzò la schiena per calmarmi
<<Lo so che è difficile Elise, ma troveremo una soluzione>>
Gli sorrisi.
<<Se non ci fossi tu, io non saprei come fare>>
<<Sei mia sorella, come potrei non aiutarti?
Sarò sempre vicino a te, qualunque cosa farai, come tu lo fai con me, e ti consolerò, e ti starò accanto anche nei momenti più duri.
Sai che ti voglio molto bene, e non posso vederti che stai male, perché anche io soffro.
Se non ci aiutiamo a vicenda noi due, come faremo nelle situazioni difficili?
Eh poi... non siamo solo io e te Elise>>
Mi guardò con sguardo furbo, sapevo a chi si stava riferendo
<<Beh mi dispiace per te, ma per me il Tenente non è nessuno.
E se mi ha salvato molte volte o mi ha aiutato e perché era in dovere di farlo, niente di più>>
<<Mmh.....sinceramente tutto ciò è molto strano, ma cercherò di credici>>
<<Che cosa intendi dire Helena?>>
<<Sai Elise, non voglio vantarmi, ma con tutto il rispetto, anche se sono piccola in certe cose arrivò un po' prima di te>>
Fece un sospiro
<<Penso che il Tenente Hainz..>>
Si guardò intorno come se ci fosse qualcuno che potesse sentire
<<Abbia preso una cotta per te>>
Lo disse a bassa voce, come se aveva paura.
Mi fermai un attimo, e poi mi misi a ridere
<<Helena, tutto ciò è ridicolo! il Tenente lo ha fatto solo per dovere e niente di più
Questa poi, non me l'aspettavo>>
Risi di nuovo
<<se ci pensi non hai notato come ti guardava le poche volte che ci vedevamo?>>
Mi fermai un attimo, e le immagini del sguardo del Tenente mi vennero in mente.
Mi bloccai.
Le poche volte che lo vidi, mi guardava quasi ogni volta, forse perché era interessato alla conversazione, oppure... era veramente come Helena aveva detto?
No non poteva essere.
lui non poteva aver preso una cotta per me.
Feci un sospiro e cercai di allontanare il pensiero.
<<Che ne dici se giochiamo a carte come un tempo io e te?>>
<<Carte? Va bene! Ma a una condizione>>
<<Quale? Che se vinco io, tu mangerai un po'>>
<<Un altra scommessa? Sai che non mi va da mangiare Helena>>
<<Elise! Non puoi continuare così! Ne va delle tue stessa vita>>
Si arrabbiò un pochino
Elise fece un sospiro
<<E va bene, mangerò ma solo un pochino. Sai che non mi va tanto>>
Helena fece un sorriso
<<Brava la mia Sorellona>>*Dopo 20 minuti*
<<Non ci posso credere! Come hai fatto a vincere?>>
<<Beh non lo sapevi che sono stata sempre brava a giocare?
Per questo ho fatto quella scommessa. perché sapevo che avrei vinto.
Adesso mangiamo.
Me lo avevi promesso>>
<<Dobbiamo proprio?
Va bene.
Scommetto che mia madre ci ha messo del veleno dentro per me>>
Helena rise
<<Su quello poi stare tranquilla, ho controllato personalmente il tuo cibo.
Non c'è dentro nulla che ti possa fare del male.
Se questa era una tua scusa per non mangiare... non ha funzionato>>
<<Va bene mi arrendo>>
Helena si avvicinò con il piattino a Elise.
Elise guardò il cibo come se fosse un nemico.
<<C'è la puoi fare, io sono con te>>
Gli presi la mano, e gli sorrisi dolcemente
Elise fece un sospiro
<<Va bene, mangerò per te>>
Prese un cucchiaio con il cibo e se lo mise in bocca.
Il bruciore di stomaco e le nausee dopo aver toccato cibo per tanto tempo, gli vennero su, ma poi piano passarono.
Elise finì piano tutto il suo cibo.
<<Sei stata bravissima, lo sapevo che c'è la avresti fatta! Sono tanta orgogliosa di te>>
Gli feci un sorriso.
Guardò la finestra, era diventato buio.
<<Si è fatto sera, dovresti ritornare di là>>
Sul viso di Elise diventò un pò triste.
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il Mio nome è Elise Olsen
Historical FictionOslo 1940 Che cos'è la paura? È vero, é solo un' emozione, ma sapere che fa parte della nostra vita ci spaventa. Elise questo lo sa bene. Siamo A Oslo, Elise e la sua famiglia vivono in un tranquilla città come le altre. Un giorno però tutto cambi...