Capitolo 7

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<<Mi hai veramente deluso Elise! Addio>>
Otto guardò l'ultima volta Elise e la lasciò lì.
<<Otto! non te ne andare!>>
Elise urlò, ma fu tutto inutile:
Otto era troppo lontano da lei, e non sarebbe più ritornato.

Elise era distrutta.
Otto, il suo migliore amico, la aveva abbandonata.
Per cosa?
Per dei sentimenti non ricambiati.
Chiuse gli occhi.
La scena di poco fà era viva nella sua testa, e non sarebbe andata via molto facilmente.
Perché il mondo doveva essere così ingiusto nei suoi confronti?
Perché doveva soffrire cosi? Non si meritava tutto questo.
Rabbia, dolore, sensi di colpa si facevano forti dentro di lei, distruggendola.
Si ripromise che mai e poi mai avrebbe più sofferto così tanto.

Chiuse piano la porta di casa, e silenziosamente si diresse verso la camera.
Non voleva fare sapere che era rientrata, voleva essere trasparente, come se non esistesse.
Si buttò sul letto vestita, anche se era ancora giorno, la stanchezza si faceva sentire.
Chiuse gli occhi, e qualche lacrima scese dal suo viso, Elise voleva morire,  non voleva più vivere.

Aprì gli occhi, e l'oscurità era dentro la sua stanza.
Il buio era sceso e il giorno se ne era andato.
Quella dormita gli aveva fatto perdere la cognizione del tempo.
Quanto aveva dormito?
Non lo sapeva, ma allo stesso tempo si era riposata.
Era da molto che non faceva una bella dormita, e si sentiva fresca come una rosa.
Guardò l'ora nell'orologio sul comodino.
Segnava le 18:30.
I turni erano cambiati.
Ora doveva fare anche la sera, ed era in ritardo di mezz'ora.
Klara la avrebbe Uccisa.
Si alzò velocemente e scese di corsa le scale sbattendo la porta.

Aprì la porta della locanda e Klara gli rivolse subito un sguardo fulminante.
Elise si avvicinò al Bancone veloce
<<Mi dispiace Molto io...>>
<<Ragazzina, questo non è un porto dove si va e si viene, se non hai voglia di venite a lavorare quella è la porta!
Qui non abbiamo tempo da perdere, e non sono ammessi ritardi!
Quindi cosa vuole fare ora Signorina Olsen?>>
Elise la guardò.
Ora doveva trovare le parole giuste, o il suo lavoro sarebbe terminato all'istante.
<<Klara, mi dispiace molto.
Non era mia intenzione arrivare tardi, è stata colpa mia, non si ripeterà.
Ci tengo davvero a questo lavoro, e sto facendo del mio meglio per rendermi utile>>
Klara la guardò, non dicendo nulla, poi parlò.
<< Che sia l'ultima volta che capiti, o la prossima volta non saremo più qui a parlare.
Ritorna immediatamente al lavoro!
C'e il tavolo 5 che ha bisogno delle ordinazioni>>.
<<La ringrazio davvero tanto>>
La guardò, e gli fece un sorriso di ringraziamento, poi se ne andò dietro al bancone mettendosi il grembiule, e dirigendosi verso il tavolo 5 per le ordinazioni.

il Tempo passò veloce, e l'orologio segnò le 22.00.
Elise servì l'ultimo tavolo, e iniziò a pulire.
Stasera era stata davvero una serata produttiva.
C'erano stati tanti clienti.
Ogni tanto Elise alzava la testa per vedere se c'era il Tenente, o se era al tavolo con i suoi colleghi, ma di lui nessuna traccia.
Elise rimase delusa di non vederlo.
Di solito veniva, ma stasera non c'era.
Che gli fosse successo qualcosa?
Elise distolse subito il pensiero.
Non doveva pensare al Tenente, lui era il loro nemico!
Eppure... quello che si erano detti pochi giorni fa non sembrava cosi.. cattivo, ma diverso da tutti gli altri soldati.
<<Elise,ma che stai dicendo?
non farti ingannare da lui.
Le sue parole sono una trappola.
Lui è un nemico, un nostro nemico!
È tale doveva rimanere>>
Pensò tra sé.
<<Elise che ci fai ancora qui?
Dovresti tornare a casa.
I clienti sono andati via tutti, e il coprifuoco è iniziato da un pezzo>>
Si girò trovando Klara dietro di lei.
<<Klara! si hai ragione, ma i tavoli sono quasi tutti sporchi, e vanno ripuliti, e poi recupero il ritardo di oggi>>
Gli sorrise.
<<Ci pensiamo domani Elise, ora vai a casa o ti metterai nei guai>>
<<Va bene, grazie Klara e a domani, buona notte>>
<<Buonanotte anche a te, e mi raccomando, puntuale!>>
<<Certo! A domani!>>

il Mio nome è Elise OlsenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora