Inizio Elise's Pov:
L'ufficiale mi guardò con determinazione.
Feci un sospiro vedendo che non avrebbe mollato così facilmente.
<<Va bene>>
Iniziai a camminare verso casa.
L'ufficiale fece un sorriso e si mise di fianco a me.
Rimasi in silenzio per tutto il tragitto.
Non avevo assolutamente voglia di dire una sola parola.
Specialmente con lui.
<<Siete silenziosa. Di solito non lo siete>>
<<Beh, anche voi lo siete.
Di solito non fate così.
E poi non ho nulla da dire>>
Rimase un attimo in silenzio, poi parlò.
<<Come lo sapete che io parlo sempre?>>
Chiese incuriosita.
<<Mi è bastato vederti una volta>>
Rispose guardandomi.
<<Avevate detto che non avevate nulla da dire?>>
Mi girai verso di lui, e diventai rossa, per non essere riuscita a stare zitta.
Mi fece un sorriso
<<Comunque ora che parli.. quanti anni hai?
Sembri una ragazzina>>
Lo Fulminai con lo sguardo.
<<Non sono una ragazzina.
E poi.. perché te lo dovrei dire?>>
<<Mhm.. secondo me hai... 19 anni>>
<<Stai scherzando, vero?>>
Mi misi a ridere scuotendo la testa.
<<Non ho 19 anni>>
<<E quante ne hai, allora?>>
<<Ho 23 anni>>
<<23 anni.... ero convinto di meno>>
<<E tu? scommetto che sei vecchio, invece>>
<<Beh... cosi vecchio non proprio, ho 34 anni>>
<<Pensavo che avessi di più>>
Rimasi in silenzio un attimo,
abbassando lo sguardo verso mani.
Non mi ero accorta che avevo stretto troppo la busta, infatti erano tutte rosse e piene di righe per il peso del sacchetto.
Un po' mi bruciava.
<<Accidenti>>
Feci un mugolio di dolore
l'ufficiale mi guardò capendo il motivo.
<<Datemi le buste. Pensano troppo>>
<<Davvero, c'è la faccio.
Non c'è n'è bisogno, sono quasi arrivata a casa>>
La mia voce era dolorante, ma cercai di nasconderla.
<<Non mi sembra proprio dalla vostra voce.
E poi ho visto cone sono ridotte le vostre>>
Volevo dirli ancora che non c'era bisogno, ma il bruciore era parecchio fastidioso, così li passai a lui.
L'ufficale le prese dalle mie mani.
<<La ringrazio ancora>>
Anche se per me era abbastanza difficile chiedere scusa a uno di loro,
Questa volta era la decisione giusta.
<<Avete fratelli e sorelle?>>
Lo guardai, distogliendo lo sguardo dalla strada.
<<Perché tutte queste domande? a cosa vi servono?>>
<<È solo per avere un rapporto civile tra i cittadini>>
Il mio sguardo era ancora su di lui
<<E perché mai io mi dovrei fidarmi di voi?>>
Chiesi con sguardo serio.
Non mi piaceva raccontare alle persone sconosciute della mia famiglia, ancora di più se questo era un soldato.
Chissà cosa ci voleva fare con queste informazioni?
Accelerai il passo, seccata.
Non volevo sapere la sua risposta
Mancava solo un metro ed ero arrivata a casa mia.
Mi fermai davanti alla mia casa, e suonai
<<Ecco, sono arriva a casa mia ora può->>
La porta si aprì e sulla soglia comparve mia sorella Helena.
<<Finalmente sei arrivata, Elise!>>
Gli occhi di Helena si spostarono sull' uomo di fianco a me.
Rimase un attimo immobile e poi parlò
<<Wow...Accipicchia Elise.... questo ragazzo è molto più bello di Otto.
Quant'è affascinante>>
Le si illuminarono gli occhi.
Io diventai un po' rossa per la vergogna, e anche per quello che aveva detto.
Gli occhi di Helena diventarono furbetti, quando videro l'espressione di sua sorella.
<<Elise, sei diventata rossa... questo ragazzo ti piace?>>
<<Helena!>>
La ripresi,mettendo una mano in faccia non sapendo più cosa rispondere
1<<Fräulein Helena, non sono il suo fidanzato. Le ho solo portato le borse della spesa>>
L'uomo le fece un sorriso smagliante ed Helena arrossì, ma poi si riprese subito.
<<No? davvero? che peccato!>>
<<Helena! rientra subito in casa!>>
Esclamai iniziando ad innervosirmi.
<<Va bene, va bene.
Arrivederci, Signore>>
<< Auf Wiedersehen, Fräulein>>2
L'ufficiale si tolse il capello facendo un saluto, poi Helena se andò lasciando la porta aperta.
<<Mi dispiace tanto per il comportamento di mia sorella, a volte si comporta da vera bambina>>
<<Non ti preoccupare, anzi mi sono divertito. Ti assomiglia molto nella parlantina, sai?>>
Mi misi a ridere
<<Grazie ancora per tutto>>
Dissi riprendendomi le buste dalle sue mani.
Mi fece lo stesso saluto di prima, poi se ne andò via.
Fine Elise's Pov:Elise chiuse la porta, e si ritrovò Helena dietro di lei.
<<Elise! perché mi hai tenuto nascosto che sei amico di un tedesco? E perché non mi hai detto che era cosi bello?>>
Helena alzò un po' la voce dalla contentezza
<<Helena Abbassa la voce! potrebbe sentirci nostra madre, e passeremo un bel guaio tutte e due>>
<<Nostra Madre non c'e! È uscita poco fa>>
Elise fece un sospiro di sollievo
<<Comunque, ti decidi a parlare?>>
Helena era troppo curiosa ed Elise ne era fin troppo consapevole.
Alzò gli occhi al cielo.
<<Prima di tutto non è un mio amico, mi ha solo aiutata, e poi ricordati che è un nostro nemico.
Riguarda alla bellezza... sei un po' troppo piccola per guardare certe cose, sai?>>
Helena rise
<<Piccola non sono! e poi tu sei tutta matta a non vedere quanto era bello quel ragazzo.
Se non lo prendi tu, lo prendo io>>
Disse lei guardandola con sguardo determinato.
Elise rise alla affermazione
<<Allora auguri.
l'ufficiale ha 35 anni, sei troppo piccola>>
<<Che cosa!? 35 anni!? Gli avrei dato di meno>>
Disse, sbuffando alla nuova informazione.
<<Addio bell' ufficiale, il nostro sarà un amore impossibile>>
Disse con voce melodrammatica.
Elise la guardò, scoppiando poi a ridere.
<<Sai che facciamo ora? andiamo a comprare una bella cioccolata calda! Così ti dimenticherai del bel ufficiale>>
Helena fece un sospiro e poi guardò la sorella.
Sentendo quelle parola "cioccolato" gli si illuminarono gli occhi, ma poi diventò un attimo triste.
<<Ma mamma non vuole, sai che la cioccolata costa troppo...>>
<<Tu vedi per caso nostra madre in casa? e poi... chi la detto che lo diremo?>>
La sua espressione cambiò diventando felice.
<<Dici davvero?>>
<<Certo che si, però ci dobbiamo sbrigare prima che ritorni>>
Helena corse verso la porta tutta contenta, aprendola quasi con forza.
<<Cosa stiamo aspettando?
andiamo!>>
<<Arrivo, Arrivo>>
Elise rise, era contenta di vedere sua sorella di nuovo felice.Traduzioni:
1:Signorina Helena
2: Arrivederci signorina
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il Mio nome è Elise Olsen
Historical FictionOslo 1940 Che cos'è la paura? È vero, é solo un' emozione, ma sapere che fa parte della nostra vita ci spaventa. Elise questo lo sa bene. Siamo A Oslo, Elise e la sua famiglia vivono in un tranquilla città come le altre. Un giorno però tutto cambi...