Elise's Pov inizio
Helena aprì la porta del bar, super felice.
Andò al bancone a ordinare la sua cioccolata calda, mentre prendeva il posto per entrambe.
Mi misi a ridere nel vederla così eccitata.
Per quanto Helena avesse un bel
guardando la sorella.
Per quanto Helena aveva un bel caratterino, le volevo un gran bene.
E per quanto volesse essere una donna, lei sarà sempre la mia piccola sorellina, anche quando diventerà un' adulta.
Helena prese la cioccolata calda e si mise seduta di fronte a me.
<<Allora? contenta sorellina?>>
<<Molto! grazie Elise! Però questo deve essere il nostro segreto! La mamma non deve sapere di questa uscita!>>
<<Ovviamente! E tu sarai la mia complice non è vero, Watson?
Si mise a ridere alle mie parole.
<<Dai bevi la tua cioccolata calda, o non sarà più buona>>
Helena mi sorrise, e cominciò a bere la bevanda gustosa, che era da tanto che desiderava.
Helena spostò il bicchiere dalla sua bocca.
Ma, proprio quando stava per appoggiarlo sul tavolo, la sua mano si bloccò a mezz'aria.
Era come se avesse visto qualcosa di interessante.
<<Helena, che cos'è successo? Ti senti bene?>>
chiesi iniziando a preoccuparmi un po' nel vederla comportarsi così.
<<Si, sto bene>>
Mormorò, tornando a bere.
Mise giù la tazza ormai finita della cioccolata.
<<Emh.. sono appena entrati dei soldati dentro al bar, e c'e anche il soldato che ti ha accompagnato a casa oggi>>
Mi bloccai alle sue parole, diventando rossa dopo tutto quello che era successo.
Feci un sospiro
<<Helena, hai finito la cioccolata? Dobbiamo andare a casa, mamma ritornerà presto e non possiamo farci trovare fuori>>
<<Si giusto, hai ragione>>
Mi alzai velocemente e così fece anche Helena, dirigendoci poi alla cassa.
<<Buona sera, dovrei pagare una cioccolata calda>>
<<Si, fanno 5 corone>>
<<C-Certo>>
balbettai impallidendo.
5 corone erano davvero tanti. se mamma venisse a saperlo mi avrebbe fatto una bella ramanzina, una di quelle che me le avrei ricordato a vita.
Feci un sospiro e frugai nella mia borsa e presi la cifra designata.
<<Ecco a lei>>
Stavo per allungare i soldi, ma qualcuno mi toccò dolcemente il braccio.
<<Pago io per la signorina, quante le devo?>>
Una voce gentile parlò,
La cameriera lo guardò un pò spaesata, forse cercando di capire per quale ragione un soldato si fosse offerto di pagarmi.
Mi girai verso la voce e trovai Heinz di fianco a me.
Abbassai il viso imbarazzata, per poi
rialzarlo.
<<Ufficiale! Non c'è ne bisogno davvero, io->>
<<Insisto nel pagarvi, dobbiamo andare d'accordo con i cittadini. Dopotutto siamo sempre esseri umani>>
Mi fece un sorriso
<<Non credete?>>
<<Beh, ecco.. io...non so cosa dire>>
Caddi in un silenzio imbarazzante, ma non ero solo io ad essere in silenzio, lo erano tutti quelli dentro al bar.
Mi guardai attorno e vidi che tutti quanti, oltre alla cassiera, guardavano me e l'ufficiale.
Dal loro visi si vedeva che erano parecchi arrabbiati e schifiti dal mio comportamento, come se io stessa gli avessi traditi con un loro nemico.
Ai loro occhi ero diventata una poco di buono.
Uno di loro sputò su un piatto.
A quel gesto mi sentì indegna, sporca, come se avessi davvero fatto qualcosa di sbagliato.
Davvero pensavano questo di me? E adesso cosa sarebbe successo?
Ero diventata davvero una poco di buono agli occhi di tutti?
La mia espressione cambiò, tanto che l'ufficiale se ne accorse, anche di tutta la situazione.
Si girò verso le persone e le Fulminò con lo sguardo.
I suoi occhi diventarono gelidi, freddi.
<<Che cosa avete da guardare? Non avete altro da fare che parlare male di una signorina? Ritornate alle vostre chiacchiere e hai vostri giochi>>
Parlò con tono freddo e, anche se l'accento era molto tedesco, capirono cosa aveva detto.
Lo guardarono per un attimo e poi
ritornarono a fare le altre cose, e uno di loro uscì dal bar ancora indignato.
Heinz si girò verso la cassiera e diede i soldi
<<Tenete anche il resto>>
La cameriera prese il resto e non disse nulla.
<<Helena andiamo, tu intanto esci io arrivo>>
Helena non fiatò, per quanto avesse la lingua molto lunga aveva capito che quello non era una situazione buona.
Uscì dal bar aspettando poco lontano dalla porta.
Mi girai e guardai il tenente, che aveva lo stesso sguardo di prima.
<<Grazie..>>
Mormorai, non riuscendo a dire nient'altro per quanto ero scossa da quello che era accaduto.
Non aspettai nemmeno una sua risposta, che mi girai verso la porta andandomene velocemente verso Helena.
<<Andiamo>>
Helena mi guardò con aria dispiaciuta.
<<Sorellona, mi... dispiace! È tutta colpa mia! Se non andavamo a prendere la cioccolata calda, tutto questo non sarebbe successo! Scusami! Io..non credo quelle cose di te, Elise! Perdonami!>>
La guardai, e quasi mi uscirono delle lacrime per quello che aveva detto.
<<Non pensare neanche lontanamente a quello che hai detto, Helena! Tu non c'entri un bel niente! È la gente che e cattiva, e che vuole solo rovinare la vita del prossimo!>>
<<Dicci davvero?>>
<<Si, piccola>>
<<Ma Allora, se è cosi.. non ci può aiutare quell' ufficiale? Mi sembrava una brava persona>>
Elise fece un sospiro
<<Tesoro.... è molto più complicato di quello che sembra.. ma una soluzione la troveremo, c'è la abbiamo sempre fatta no?>>
<<Si, sempre!>>
Helena Le fece un sorriso
<<Vieni qui>>
La tirai in un abbraccio, immediatamente ricambiato da Helena.
<<Ti voglio bene, Elise>>
<<Anche io piccola donna. Su ora andiamo, ho faremo tardi davvero>>
Ci incamminamo verso casa.
<<Aspettate!>>
Ci girammo tutte e due
<<Mi dispiace molto per->>
<<Non dite nulla! È già stato umiliante per quello che è successo là dentro, non servono spiegazioni.
Per favore statemi lontana.
È meglio per tutti>>
Delle lacrime di rabbia mi scesero
leggermente, ma non le feci vedere,
prendendo la mano di Helena e allontanandomi veloce dall' ufficiale.
Fine Elise's PovL'ufficiale non disse nulla e le guardò andare via.
Si diresse dalla parte opposta, ma quando stava per andare via, sentì qualcosa sotto ai suoi piedi.
Guardò in basso e vide un piccolo portafoglio.
Lo raccolse e lo apri.
C'erano alcune monetine e la via di casa,probabilmente del proprietario.
Lo chiuse e lo mise dentro alla sua tasca, poi se ne andò definitivamente da lì.Elise e Helena camminarono veloci verso casa.
Elise era un pò preoccupata, sperava soltanto che non era arrivata a casa sua madre, o erano guai seri.
<<Elise... perchè tutte le persone per strada ci guardano male? Sono sporca di cioccolata per caso in bocca?>>
Elise finì i suoi pensieri e la guardò.
<<Tesoro, non hai nulla in faccia, ci guardano così perché... magari sono stanchi, stai tranquilla. Siamo quasi arrivati a casa>>
Elise si iniziò a preoccupare, ma non lo fece vedere.
<<Bene, bene, guarda un pò chi si vede.
Elise, da quando tempo>>
La ragazza si bloccò girandosi verso la voce sapeva bene di chi fosse.
Otto uscì da dietro un vincolo, sembrava come se la stesse aspettando.
<<Otto! Da quanto non ti vedo>>
Esclamò Helena con contentezza.
<<Ciao Helena! Ci sei anche tu, e io pensavo che tua sorella fosse sola, perché non ci lasci soli? dobbiamo parlare>>
Disse Otto con voce pericolosa
Elise si girò verso Helena.
Aveva capito quello che stava per succedere, non voleva assolutamente che Helena vedesse tutto ciò.
Fece un sospiro preoccupato.
Non era preoccupata per sè, ma per la sua piccola sorellina... non voleva lasciarla sola per andare a casa, ma purtroppo doveva farlo.
Si abbassò alla sua altezza, e la guardò negli occhi.
<<Helena... io tornerò presto, ma mi devi promettere una cosa.
Che correrei velocissima a casa, e qualunque cosa succeda non fermarti mai, va bene? Anche se qualcuno ti chiama, tu corri a casa, ok? La mamma sarà preoccupata per la nostra assenza>>
<<Elise, perché mi dici tutto questo? che sta succedendo?>>
Chiese Helena, iniziando quasi a piangere.
<<Non sta succedendo niente, ma tu devi essere corragiosa! Ricordi che mi hai detto che lo volevi essere? Questo è il tuo momento per dimostrarlo>>
Helena fece un sospiro, e si calmò.
<<Va bene. Lo farò per te, Elise!>>
Esclamò Helena facendole un sorriso.
<<Bravissima la mia piccola donna! e ora va>>
Helena la guardò, poi se ne andò correndo veloce come il vento.
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il Mio nome è Elise Olsen
Historical FictionOslo 1940 Che cos'è la paura? È vero, é solo un' emozione, ma sapere che fa parte della nostra vita ci spaventa. Elise questo lo sa bene. Siamo A Oslo, Elise e la sua famiglia vivono in un tranquilla città come le altre. Un giorno però tutto cambi...