Capitolo 6 ( seconda parte)

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Elise uscì fuori dalla locanda.
L'aria era fredda, e il cielo scuro pronunciava che da  lì ha poco sarebbe arrivato un temporale.
Sembrava che il cielo rappresentava il suo stato d'animo in quello momento. Paura, agitazione, rabbia.
Si strinse nel suo cappotto e iniziò a camminare più veloce. Doveva incontrare Otto quel pomeriggio, nel loro posto dove andavano sempre da piccoli.
Il Castello akershus.

per lei era un  posto "speciale", perché si tornava indietro nel tempo

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per lei era un  posto "speciale", perché si tornava indietro nel tempo.
Immaginava che il castello era circondato da guardie che proteggevano la città, e all'interno abitavano il re e la regina e la principessa.
A Volte insieme a Otto  inventavano delle storie, e si divertivano un mondo! che ricordi!.
Elise sorrise al ricordo , e continuò il suo tragitto.

<<Un grazie sarebbe anche ben
accettato! dopotutto, ti ho salvato la vita!>>
la voce calma e profonda del Tenente fece bloccare Elise.
Si girò lentamente trovando il Tenente appoggiato a un muretto intento a fumare una sigaretta.
<< se pensi che ti abbia seguito perche sono un maniaco, o ti volevo seguire, ti sbagli di grosso, ero solo di passaggio>>.
avvicinò la sigaretta alla Labbra.
<<Be' l'idea era quella ma grazie per avermi tolto ogni dubbio!>>.
Elise parlò in modo frettoloso, e  girò la testa per andarsene.
<< Aspetta>.
Elise si girò di nuovo.
Il Tenente buttò fuori dalla bocca il  fumo, e spense la sigaretta con il tacco dello stivale.
Si avvicinò con passi lenti a Elise mettendosi di fronte a lei.
Iniziò a  guardarla con sguardo profondo.
gli sorrise.
<<la paura fa parte di te in ogni singolo istante. ma... ciò nonostante tu vai avanti>>.
Il Tenente si avvicinò ancora, ma Elise  indietreggiò trovandosi con le spalle al muro.
Elise iniziò a innervosirsi, e Abbassò gli occhi.
Il contato visivo gli metteva sempre una certa suggestione.
<<e... hai paura di noi>>.
Elise alzò gli occhi veloci.
Quella frase era davvero provocatoria.
<<Paura? certo che ho paura di voi! guarda cosa è successo oggi!.
siete tutti uguali! compreso lei!  non siete delle persone,
siete dei  mostri!>>.
Elise si mise una mano  sulla Bocca per quello che aveva detto.
Solo dopo si accorda di  aver offeso una autorità.
<<Ragazzina! come si permette di dire cosi a un soldato, del Raich!
sa che potrei arrestarla?>>.
Il Tenente parlò con voce fredda,e  alterata.
<< mi scusi io... non volevo...>>
Elise abbassò la testa.
Il soldato si guardò intorno per  vedere  se c'era qualcuno.
<<ad.. ogni modo non tutti siamo dei mostri come crede lei. alcune persone sono diverse, non sono cosi>>.
il tenente parlò con voce dolce.
Elise alzò la testa, e lo guardò.
<<bene... a presto signorina!>>.
Il Tenente si girò, e poi si avvicinò all'orecchio di Elise.
<<le do un consiglio: eviti di parlare così la prossima volta con un soldato.  non tutti sono clementi come me Signorina. potrebbe finire molto male>>.
Il Tenete parlò in modo seducente.
Un brivido di piacere percorse la schiena di Elise.
Il Tenente abbassò il capello a mo' di saluto, e gli sorrise. Poi se ne andò così come era venuto.
Il cuore Di Elise iniziò a batterle all'impazzata.
la voce del Tenete era ancora nella sua testa, come se fossi ancora lì.
Fece un respiro, per calmare i battiti e e continuò il suo cammino.

Elise arrivò al posto.
Si guardò intorno, e di Otto non c'era neanche l'ombra.
Aspettò qualche minuto, e ancora niente.
iniziò a preoccuparsi, finché non si sentì mettere delle mani sugli occhi.
<< indovina chi sono?>>
<<vediamo...Babbo natale?>>.
<<ah ah molto divertente>>
Otto si mise davanti a Elise facendo una faccia buffa.
Elise diede un pugno sulla spalla a Otto.
<<Ahia! mi hai fatto male!>>
<<E tu mi hai fatto prendere paura! non arrivavi più!>>.
<< Be'... ho fatto tardi, ma e per un buon motivo..>>.
<<Cioé?>>
Otto Lentamente tirò fuori dalla tasca un cofanetto, con sopra un Nastro rosso.
<<Ora chiudi gli occhi>>.
<<Otto... che cos'è?...>>.
Otto Ruotò gli occhi.
<<Sei proprio una Testarda! forza chiudi gli occhi>>.
<<Eh va bene! Agli ordini comandante>>.
Rise e chiuse gli occhi.
Otto si avvicinò a lei, aprì la scatolina, e tirò fuori una collanina d'oro a forma di Farfalla, poi gli e  la mise nel collo.
<<Ecco! ora puoi aprire gli occhi!>>.
Elise guardò la colonnina, a forma di farfalla.
<<Sai... quando ho visto questa farfalla  ho pensato a te.
Le farfalle vivono  solo un giorno, ma sono libere senza pensieri.
Sono leggiadre di tanti colori, proprio come te>>.
<<Otto e stupenda!
è il più bel regalo, che ho mai ricevuto grazie!>>.
Elise abbracciò Otto, stringendolo dalla contentezza.
<<E le farfalle sono bellissime..
proprio come te>>.
Elise si staccò dal abbraccio e guardò Otto.
<< Otto!>>
si mise a ridere
<<Elise dico davvero.
Da quando ti ho vista la prima volta, quando eravamo piccoli, ho subito pensato che eri bellissima.
Crescendo lo pensato ancora di più.
I tuoi occhi blu come il mare sono nei miei sogni ogni notte, i tuoi capelli lunghi sembrano grano da mietere>>.
Elise diventò rossa.
<<Otto ma che stai dicendo, dai non può essere vero, hai la febbre per caso?>>
Si mise a ridere, e gli mise la mano sulla fronte.
Otto gli prese la mano dolcemente, e la guardò, poi la attirò a sé.
<<Otto ma che..>>.
Senza farli dire altro, le labbra di Otto erano già su quelle di Elise.
Fu Tutto così veloce.
Elise si staccò da Otto sconvolta e mise, una mano sulla labbra.
delle lacrime scesero dal suo viso.
<< Elise io... ti chiedo scusa ma te lo volevo dire da tempo.
Io... ti amo. ti ho sempra amata>>
Otto si avvicinò, ma Elise si allontanò.
<<Non ti avvicinare! non fare un passo in avanti!>>
<<Elise cosa è successo? io pensavo che...>>.
Elise si asciugò le lacrime e prese un respiro.
<<Io non ti amo Otto.
Non ti ho mai amato, per me sei come un fratello, io... non ti ho mai visto come un fidanzato>>.
Otto si bloccò.
<<Elise forse ci devi pensare...>>
<<No Otto. è la  verità>>
Sentendo quelle parole Otto fece un passo indietro.  Non Riusci più a dire nulla.
Era come se il mondo gli fosse caduto adosso, come se qualcuno gli avesse trafitto con una spada.
Elise la sua unica ragione di vita, non la amava. In quel momento voleva solo scomparire.
<<Otto...tutto...>>
<<Elise vai via>>
Otto parlò con voce seria.
Elise si Bloccò
<<Otto ti prego non..>>
<< non voglio più vederti, sparisci dalla mia vita>>.
Otto si girò verso di lei  con sguardo ferito
<<non dirai sul serio Otto>>
Elise si avvicinò a Otto
<<allora non hai capito! cosa sei sorda? ti ho detto di sparire!>>
Otto gli urlò contro con rabbia, spingendola via>>
<<Non puoi farmi questo Otto,ti prego, senza di te non posso farcela! Sei come un fratello per me.
è una ingiustizia tutto questo!>>.
Elise urlò piangendo
Otto si avvicinò a lei.
<< una ingiustizia? io che rivelo i miei sentimenti più nascosti, e tu mi rifiuti?
Io che vivo per te ogni giorno, che cerco di  proteggerti come meglio faccio fin da quando ci conosciamo, e sono disposto a  dare la vita per te se è necessario, e tu mi ferisci così?>>.
Otto Gli urlò.
Calò un silenzio, tra i due.
L'unico rumore erano le lacrime di Elise.
<<Mi hai veramente deluso Elise. Addio>>.
Otto guardò l'ultima volta Elise e la lasciò li.
<<Otto! non te ne andare!>>.
Elise urlò, ma fu tutto inutile.
Otto era troppo lontano da lei, e non sarebbe più ritornato.

il Mio nome è Elise OlsenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora