Capitolo 21

1.9K 134 4
                                    

Il vento rendeva quella sera di gennaio più fresca, mentre Bradley camminava verso il carcere di Sydney. Il boss gli aveva detto di andare da Clifford, per finire un lavoro.

Il muscolo della guancia scattò quando intravide l'ingresso della struttura. Era nervoso.

I compiti sporchi spettavano sempre a lui, e ne aveva abbastanza.

Percorse la strada che passava accanto alle mura di protezione, nascosto nell'ombra.

Sapeva perfettamente da dove passare per non essere visto. Un sorriso comparve sulle sue labbra quando vide il grande mattone leggermente più spostato verso l'esterno rispetto agli altri.

Si guardò intorno. Nessuno.

Sfilò le mani dalle tasche e prese il mattone, tirandolo lentamente verso di sé.
In meno di un minuto era a terra, e Bradley passò dal buco lasciato.

Si era vestito di nero, per mimetizzarsi con le guardie, e cominciò a camminare tenendo la testa alta, fingendo di essere uno di loro.

Incontrò qualcuno, ma non gli fecero caso. Finalmente raggiunse la porta, ed entrò nel carcere.

Quel luogo gli era famigliare, e sapeva esattamente dove andare. Camminò lungo i corridoi disseminati di porte, dietro le quali si trovavano i criminali più ricercati di Sydney.

Si fermò davanti ad una porta, l'ultima a destra, e prese la pistola che teneva in tasca. Guardò attraverso la finestrella, e lui era lì.

Puntò la pistola verso l'uomo coricato sulla scomoda branda della cella.

"Clifford." sussurrò, ma fu abbastanza per svegliarlo.
Si guardò intorno, leggermente spaesato, per poi posare gli occhi su Bradley, oltre la porta.

"E così vuole farmi fuori." disse, un sorriso amaro sulle labbra.

Si alzò in piedi, posizionandosi al centro della piccola cella.

Bradley non aspettò un altro momento, e sparò.

Il botto risuonò nei corridoi, e la campana di allarme cominciò a suonare.

Quando arrivarono le guardie era troppo tardi. Clifford era riverso a terra, una pozza di sangue si allargava sotto di lui.

E di Bradley nemmeno l'ombra.

-

Lucinda sbuffò, appoggiando la testa sul palmo della sua mano.

La lezione di Storia era più noiosa del solito, e ringraziò mentalmente colui che le aveva mandato un messaggio.

Ehi piccola, che ne dici se saltiamo le ultime due ore?

Sorrise. Quel ragazzo la capiva perfettamente.

Ovviamente, non ce la faccio più a stare chiusa qui dentro.

Inviò il messaggio, tornando a guardare il professore, fintamente interessata.

Sospirò di sollievo quando suonò la campanella, prese il suo zaino e uscì velocemente dalla classe, diretta verso la chioma rossa che aveva intravisto dall'altro lato del corridoio.

Si sorprese quando lo vide teso, torturandosi le mani.

"Ehi, che è successo?" gli chiese, prendendogli il viso e puntando gli occhi nei suoi.

Le sue iridi verdi, quasi trasparenti, erano lucide. "Mike, mi fai preoccupare."

Michael le prese il polso, trascinandola fuori dalla scuola, incurante degli sguardi della bidella. Ormai era abituata a vedere gli studenti uscire da scuola a qualsiasi ora, perciò non ci fece caso.

Il rosso si fermò al fondo dei cinque gradini che portavano al cortile della scuola. Aveva il respiro affannato.

"M-mio padre... Brad-dley... l'ha ucciso..." disse, passandosi le mani sul viso.

Lucinda lo guardò, accigliandosi. "Cosa?"

"Bradley ha ucciso mio padre. Cioè, non mi hanno detto il nome dell'assassino, ma so perfettamente che è stato lui. Bradley è quello che fa i lavori sporchi." disse velocemente, ma Lucinda capì le sue parole e il suo cuore accelerò.

Bradley era ancora a piede libero. Avrebbe potuto essere nascosto dietro una delle auto parcheggiate fuori dal cancello della scuola, ad osservarli. Un brivido corse per la sua schiena.

E Lucinda sapeva che Michael non era preoccupato per suo padre, ma per la paura che cresceva in entrambi sapendo che Bradley era libero.

Lus prese la mano del ragazzo, trascinandolo fuori dal cancello e camminando verso casa sua.

Si guardavano intorno, l'ansia sotto pelle.

Camminarono velocemente, in silenzio, ed entrambi sospirarono quando videro il profilo della casa.

Lucinda infilò le chiavi nella serratura e la fece scattare, entrando seguita da Michael. Si chiuse la porta alle spalle.

"Dovremmo chiamare la polizia?" chiese la ragazza, sedendosi di fianco al rosso sul divano del soggiorno.

"Sono tentato di farlo, ma non so cosa potrebbe succedere se Bradley venisse a saperlo."

Era ovvio che se fosse stato ricercato avrebbe subito capito che erano stati loro a chiamare la polizia, e Lucinda non sapeva cosa fare. E poi, non sapevano nemmeno dove si nascondesse, se fosse cambiato dall'ultima volta che lei lo aveva visto, due anni prima. Lucinda si prese la testa fra le mani, chiudendo gli occhi.

"Capiranno presto che è stato lui; da quando è uscito di prigione sono stati commessi due omicidi, in meno di un mese." disse Michael, abbracciando la ragazza. Si coricarono sul divano, uno stretto all'altra, e Lucinda accese la televisione. Cambiò qualche canale, ma non c'era niente a quell'ora, e la spense. "Ho paura." sussurrò, e Michael sentì il cuore stringersi.

"Ci sono io, con te. Ci sono Luke, Ash e gli altri. Non lo faremo avvicinare a te." disse, stringendola di più a sé. Non voleva che quella ragazza soffrisse ancora; ne aveva già passate tante, e meritava di essere felice.

Se con lui o con un altro, non importava. Michael voleva solo la sua felicità.

Aveva imparato che il dolore che si ha sofferto in passato ha molto a che fare con ciò che si è, e lui e Lucinda ne erano la prova.

-

Le sirene della polizia risuonavano nelle sue orecchie, ma Bradley non ci fece molto caso. Credeva che nessuno sospettasse di lui, e forse era vero.

Quegli stupidi poliziotti avrebbero dovuto farsi due conti, ma erano troppo stupidi per arrivare a lui.

L'ombra di un sorriso si allargò sul suo viso, vedendo una macchina di pattuglia passargli accanto senza fermarsi.

Bradley voleva la sua vendetta, e l'avrebbe avuta presto.

NUTELLA
Ebbene sì, anche San Valentino è arrivato.

Chi come me passerà la giornata a vedere video muke, stravaccata sul letto mangiando la Nutella?

Anyway, avevo in programma di scrivere un capitolo dolce, ma poi ho pensato "non sarebbe troppo scontato?", e inoltre ne ho già scritto un paio negli ultimi aggiornamenti, quindi è venuto fuori questo.

Vado a deprimermi.

Buon San Valentino dolcezze, a sabato prossimo!
-giò

daylight ❁ mgc auDove le storie prendono vita. Scoprilo ora