"Blake?" disse Lucinda.
Provava un miscuglio di emozioni: felicità, rabbia e, soprattutto, paura.
Aveva paura di suo fratello.
"Lus, oh mio dio, mi sei mancata così tanto." disse Blake, avvicinandosi a lei, ma Lucinda lo respinse.
"C-cosa ci fai qui? Non dovevi scontare cinque anni in prigione?"
"Mi hanno scagionato per buona condotta e ho pensato di venire a trovare la mia sorellina, ma vedo che hai già compagnia."
Lucinda provava un senso di puro terrore. Dall'entrata arrivò Luke, seguito a ruota da Ashton e Calum.
Lucinda sentì delle braccia cingerle la vita e, un secondo dopo, si ritrovò dietro la schiena di Michael.
"È abbastanza evidente che Lucinda non vuole averti vicino, quindi te lo chiedo gentilmente, esci da questa casa." disse.
"Io non vado proprio da nessuna parte. Questa è anche casa mia."
"Vuoi dire che era casa tua."
Lucinda gli strinse il braccio. "Non esagerare."
Ma lui non la ascoltò e si avvicinò pericolosamente a Blake. "Ora tu esci da questa casa, hai capito ho devo passare alle maniere forti?" Blake guardò la sorella. I suoi occhi la imploravano.
Ma non poteva sopportare la sua presenza.
"Vattene, Blake."
Lui abbassò la testa.
"Okay. Ma sappi che sono cambiato. Questi due anni di prigione mi hanno cambiato. Non commetterò mai più lo stesso errore." disse, per poi uscire.
Quando la porta si chiuse, Lucinda si buttò sul divano, singhiozzante.
Luke fece per avvicinarsi, ma Michael fu più veloce e le si sedette accanto, abbracciandola.
E Lucinda pianse. Pianse come non faceva da mesi, perché rivedere suo fratello le aveva riportato alla mente brutti ricordi.
I ragazzi rimasero a dormire lì, quella sera. Stettero sui divani, mentre lei andava in camera sua.
"Blake, mi fai male!" gridò.
Suo fratello continuava a tirarla per il polso. "Sta' zitta, stronza."
"Blake, sei fatto, torniamo a casa!"
Si girò verso di lei.
Aveva gli occhi rossi e le pupille dilatate a causa dell'eroina.
E iniziò a picchiarla.
"Luce, svegliati!"
Lucinda si alzò a sedere di scatto. Aveva la fronte imperlata di sudore.
Accanto a lei c'era Michael, i capelli rossi schiacciati sulla fronte.
Si coricò insieme a lei e "È tutto a posto. Era solo un incubo."
Lei gli si strinse al petto, ricominciando a piangere. Michael rimase con lei tutta la notte.
Non l'avrebbe lasciata sola.
-
"Quindi, Luke vi ha raccontato tutto." disse Lucinda, mentre immergeva un biscotto nel latte caldo.
I tre ragazzi annuirono e Luke arrossì.
"Scusa, non avrei dovuto e lo so, ma.."
"Luke, è tutto okay." gli disse, sorridendo.
Quella mattina si era svegliata tra le braccia di Michael, ora seduto di fianco a lei. Aveva sorriso quando lui le aveva dato il buongiorno con un bacio sulla fronte.
Si alzò dal tavolo e "Vado a farmi una doccia, voi non mandatemi a fuoco la casa." disse, ridendo.
Quando Lucinda uscì dalla stanza, Luke saltò su dalla sedia.
"Cazzo ci facevi nel letto con lei?" quasi urlò, rivolto verso Michael.
Lui lo guardò.
Non disse niente.
E Luke capì.
"Ti piace?"
"No."
"Michael, andiamo, di' la verità."
"Ti dico che è così."
"Ragazzi, basta." disse Calum, per calmare le acque. Michael si alzò dal tavolo e, seguito dal moro, uscì dalla casa.
"Salutate Lus." disse l'ultimo, prima di chiudere la porta.
-
"Ragazzi, dove sono Mike e Cal?" chiese Lucinda agli ultimi due rimasti.
"Sono, uhm.. Andati a casa."
"A casa? E perché? Avrebbero potuto salutare." sospirò. "Va be', vi va di andare in centro? Ho bisogno di un paio di anfibi nuovi." disse poi.
Luke e Ashton annuirono e, dopo essersi cambiati, uscirono di casa.
-
"Oh andiamo Michael, si vede che ti piace."
Il rosso lo guardò storto. "Non mi va di parlarne."
"Quindi ammetti che è vero."
"Non ho mai detto questo."
"Ma non lo hai nemmeno negato."
Touché. Prese un respiro. Di Calum poteva fidarsi.
"Sai cosa c'è? C'è che non faccio per lei. Non si innamorerebbe mai di uno come me."
"A me sembra il contrario."
"Cosa intendi?"
"È cotta di te Mikey, lo hanno capito tutti."
Michael spalancò gli occhi. Non poteva.
Non poteva lasciare che si innamorasse di lui. Non voleva farle del male. Non voleva che le succedesse quello che era capitato a lei.
"Credo di essermi innamorata di te."
"Davvero?"
"Si."
La guardava negli occhi. Era così bella e innocente. "Non dovevi dirmelo, Cecily." le disse.
"Perché?"
"Perché ora sarò costretto a chiederti di essere la mia ragazza."
Un sorriso le illuminò il viso. "E io accetto."
"Michael?" lo richiamò Calum.
"Calum, non posso."
"Perché?" gli chiese. Dopo un attimo di silenzio diede voce ai suoi pensieri.
"Lei è la luce del sole, io sono le tenebre. È un amore impossibile."
Calum sembrò ragionarci su. "Però un po' della sua luce potrebbe illuminare la tua oscurità. È scientifico."
"Ma lei prenderebbe una parte del mio lato buio. La distruggerei. E non posso permetterlo."
Calum si incupì. "Stai pensando a Cecily?" Michael annuì. "Porca puttana Michael, sono passati tre anni. Tre fottutissimi anni dall'incidente. Avresti dovuto superarlo da un pezzo."
"Non voglio farle del male. Non potrei sopportare che anche lei se ne andasse."
Calum sospirò. "Stai perdendo una grande opportunità. Pensaci bene." E dopo questo, se ne andò, lasciando Michael solo con i propri pensieri.
E se Calum avesse avuto ragione?
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daylight ❁ mgc au
Fanfiction"Lei è la luce del sole, io sono le tenebre. È un amore impossibile." "Però un po' della sua 'luce' potrebbe illuminare la tua oscurità. È scientifico." "Ma lei prenderebbe una parte del mio lato buio. La distruggerei. E non posso permetterlo."