La musica suonava alta nelle cuffiette. Le macchine sfrecciavano nelle strada vicina, il rumore attutito dal volume delle canzoni che si susseguivano casualmente.
La ragazza si stringeva nella felpa, con le mani affondate nelle tasche.
Camminava osservando tutto e tutti, ogni espressione sul viso della gente, ogni movimento.
I pensieri correvano veloci nella sua testa.
Lo zaino, quasi vuoto, batteva contro la sua schiena mentre si dirigeva verso quella che lei chiamava la prigione.
Mentre varcava il portone in legno quasi ammuffito vide la sua migliore amica, o meglio, ex migliore amica.
Era cambiata molto durante quell'anno che avevano passato lontane, dopo un litigio che le aveva divise.
Ora aveva i capelli biondi tagliati corti sulle spalle, al posto degli occhiali che portava gli anni precedenti aveva messo le lenti a contatto. Indossava un vestito corto, troppo corto per una ragazza di sedici anni, e un paio di scarpe con il tacco.
Le passò accanto con gli occhi verdi puntati verso il pavimento. Andò a sbattere contro un ragazzo che le gridò contro, ma non gli prestò attenzione.
Entrò in classe e si sedette all'ultimo banco mentre il professore di latino faceva l'appello.
Fu riscossa dai suoi pensieri quando sentì il proprio nome.
"Lucinda Williams?"
"Presente." Si limitò a dire, lo sguardo fisso sulla strada che passava sotto la finestra accanto alla quale era seduta.
C'era un ragazzo assente, ma Lucinda non ci fece caso.
Mentre il professore chiedeva ad ognuno cosa avesse fatto durante i tre mesi di vacanza, la porta si aprì di scatto.
"Oh, signor Clifford, in ritardo già il primo giorno di scuola?" Disse l'uomo, guardando storto il ragazzo appena apparso sulla soglia.
Questi biascicò un 'mi scusi' non troppo sincero e si sedette all'unico banco ancora libero, davanti a quello di Lucinda.
Aveva i capelli di un rosso acceso, evidentemente tinti di recente.Dopo avergli dato un'occhiata, Lucinda tornò a guardare un punto impreciso fuori dalla finestra.
-
Le cinque ore successive furono un supplizio.
Matematica, biologia, storia, spagnolo e psicologia. Solo l'ultima era stata interessante.
A Lucinda era sempre piaciuto sapere come lavora la mente umana e quella materia le dava la possibilità di scoprirlo, anche se era difficile.
Era ora di pranzo e la mensa era già gremita di adolescenti affamati.
L'anno prima si sedeva sempre con Valentina, la sua ex migliore amica, ma quest'anno era diverso. La ragazza aveva messo in giro voci false su Lucinda e nessuno dei suoi amici le si avvicinava più.
Così, dopo aver preso un semplice piatto di insalata (l'unica cosa decente in quella mensa), si sedette in un tavolo appartato, da sola.
Le cuffiette erano la sua unica compagnia. Loro non l'avrebbero mai abbandonata, a differenza delle persone.
Aveva deciso che, almeno il primo giorno, avrebbe partecipato a tutte le lezioni quindi, dopo il pranzo, uscì a fumarsi una sigaretta prima delle ultime due ore.
Mentre il fumo usciva dalla sua bocca, vide il ragazzo con i capelli rossi, non ricordava il suo nome, insieme ad un altro ragazzo, con i capelli scuri e un ciuffo biondo. I due, parlando animatamente, si voltarono verso di lei quando si accorsero di essere osservati.
Lucinda, per tutta risposta, alzò un sopracciglio, fece un tiro dalla sigaretta ormai finita e la buttò a terra, spegnendola.
"Scusate, me ne vado, così potete parlare senza interruzioni." Disse sbuffando.
Rientrata nella prigione, si diresse verso la classe di chimica. Prese posto all'ultimo banco, come sempre, e aspettò la campanella stando su Twitter.
"È occupato?" Si sentì domandare. Alzò gli occhi dal telefono e guardò il ragazzo che aveva davanti.
Capelli biondi, occhi azzurri e profondi, un piercing al labbro come il suo e un sorriso stampato in faccia.
"No." gli rispose.
Il ragazzo si sedette nella sedia accanto a lei e "come ti chiami?" le chiese.
"Lucinda Williams, ma gli amici mi chiamano Lus. Tu?" gli disse distratta.
"Luke Hemmings." Le rispose, guardandola ancora. Stava per dirgli di smettere di fissarla, ma entrò il professore.
"Passate bene le vacanze?" chiese e, senza neanche aspettare una risposta "prendete il libro a pagina cinque." iniziò la lezione.
Lucinda si sentì osservata per tutta la lezione e, quando suonò la campanella che segnava l'ultima ora, tirò un sospiro di sollievo.
Quando fece per raggiungere la classe di religione però venne fermata da una mano che le stringeva il braccio.
"Lus, aspetta un attimo."
Luke.
"Si?" Chiese la ragazza, leggermente infastidita da quel soprannome con cui, come aveva specificato, la chiamavano solo gli amici.
"Oggi io e dei miei amici andiamo a fare un giro al parco, ti va di venire con noi?"
Nonostante fosse un po' assillante, Lucinda accettò.
Luke le sorrise e "alle quattro, non fare tardi!" la salutò.
Be', pensò almeno non passerò la giornata sui libri. E si diresse verso l'ultima aula della giornata.
-
Lucinda si stava preparando per andare al parco.
Era la prima volta che usciva con qualcuno da quando lei e Valentina avevano litigato e mezzo mondo le si era rivoltato contro, e non sapeva come vestirsi o come comportarsi.
Si disse che non doveva preoccuparsi, che un paio di skinny jeans neri strappati e un maglione grigio sarebbero andati bene. Infilò i suoi amati anfibi, mise l'eye-liner nero, il mascara ed uscì.
Il parco era pieno delle grida di divertimento dei bambini. Gli alberi iniziavano a colorarsi dei colori dell'autunno.
Lucinda si guardò intorno cercando Luke.
Quando lo vide, seduto su una panchina con il telefono in mano, tolse le cuffiette e gli si avvicinò.
"Ehi Hemmings" lo salutò.
"Lus! Pensavo non venissi." disse il ragazzo sorridendo. Aveva sempre quel sorriso stampato in faccia che gli faceva risaltare l'azzurro degli occhi.
"Vieni" disse "ti faccio conoscere dei miei amici." Le prese la mano e la trascinò verso lo skatepark.
MICHAEL
Okay, mi ero imposta di non pubblicare questa storia fino alle vacanze di Natale, ma la verità è che non ho resistito ew.
Mi presento per chi ancora non mi conosce.
Mi chiamo Giorgia, ho 14 anni e vivo in Piemonte, in un paesino inculato tra le colline lol.
Questo, essendo il primo, sarà uno dei pochi spazi autrice lunghi, soprattutto perché voglio che voi mi conosciate, come io vorrei conoscere voi.
Questa è la mia prima fanfiction sui 5 seconds of summer, spero di non farci addormentare sul telefono/computer/qualsiasicosavoiusiateperleggere.
Spero che Aurora non mi uccida per non averle detto che avrei messo oggi il capitolo, ricorda che io ti vi bi.
Okay, mi sto dilungando troppo, quindi smetto di rompervi i coglioni.
Appena questo capitolo sarà online inizierò a scrivere il secondo.
Spero che vi piaccia.
Un abbraccio.-giò
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daylight ❁ mgc au
Fanfiction"Lei è la luce del sole, io sono le tenebre. È un amore impossibile." "Però un po' della sua 'luce' potrebbe illuminare la tua oscurità. È scientifico." "Ma lei prenderebbe una parte del mio lato buio. La distruggerei. E non posso permetterlo."