Capitolo 4

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Fuori era buio. Erano le tre di notte e in casa regnava il silenzio. L'unico rumore presente era quello delle gocce di pioggia sul tetto, tra l'erba e gli alberi del giardino.

Lucinda non riusciva a dormire.

Ripensava ai giorni passati con quei quattro ragazzi. L'anno prima non era un segreto che lei fosse uno scarto.

Ora, invece..

Il silenzio fu spezzato della vibrazione del cellulare.

"Pronto?" rispose.

"Luce."

Michael.

"Ehi, come mai ancora sveglio a quest'ora?"

"Lo steso potrei chiederti io." rise il ragazzo.

"Touché. Come mai questa chiamata?"

"Hai detto di essere a casa da sola, giusto?"

"Si, ma non so come questo possa.."

"Apri la porta. Sono fuori."

Lucinda si alzò dal letto e, leggermente confusa, andò ad aprire. Quando vide il ragazzo bagnato dalla testa ai piedi, scoppiò a ridere. "Ma cosa ci fai qui? Diluvia, e in più sono le tre di notte passate!" disse tra le risate. "Vado a prenderti un asciugamano e dei vestiti asciutti."

Lucinda diede a Michael una salvietta, prima di entrare in quella camera.

La camera di Blake.

Prese un profondo respiro.

E aprì la porta.

Era proprio come suo fratello l'aveva lasciata, dopo l'incidente.

Aprì l'armadio e tirò fuori dei vestiti. Uscendo, si chiuse la porta alle spalle.

Quando tornò in salotto, trovò un mucchio di abiti bagnati a terra.

E Michael in boxer.

Distolse immediatamente lo sguardo, lanciandogli i vestiti. Il ragazzo rise e Lucinda, imbarazzata, andò in cucina a preparare della cioccolata calda.

Mentre girava il cioccolato nel padellino si sentì circondare la vita da due braccia.

"Scusa per averti disturbata a quest'ora." sentì il respiro freddo di Michael sul proprio collo.

Brividi.

Cercando di non arrossire, disse "Ma figurati, tanto non riuscivo a dormire." senza smettere di girare il cioccolato.

Michael si allontanò e lei fu investita dal freddo della notte.

Finito di prepararla, Lucinda versò la cioccolata calda nelle due tazze e le portò in soggiorno. La pioggia cadeva incessantemente.

"Allora.. Come mai eri in giro?" chiese la ragazza.

"Mio padre è di nuovo tornato a casa ubriaco e lui e mia madre hanno iniziato ad urlare." abbassò lo sguardo. "Non ce la facevo a rimanere in quella casa."

"Perché sei venuto qui?"

Notando lo sguardo di Michael, Lucinda aggiunse "Nel senso, come mai proprio qui da me e non da Luke, o da Cal, o Ashton?"

"Fuori era buio, e io avevo bisogno di un po' di luce."

Questa volta non poté nascondere il rossore che si diffuse sulle sue guance. Michael la guardava con i suoi occhi di quel verde chiarissimo la osservavano.

Anzi, la studiavano.

Studiavano i suoi movimenti, studiavano le sue espressioni, studiavano ciò che aveva dentro. E questo la preoccupava.

daylight ❁ mgc auDove le storie prendono vita. Scoprilo ora