Capitolo 29

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Raggiunse Harry che l'aspettava sulla porta dell'aula di pozioni, gettò un ultimo sguardo al corridoio prima di superarlo ed entrare: "Non é ancora tornato?" gli chiese sottovoce mentre prendevano posto ad un tavolo da lavoro: "No, sai com'è la signora Weasley, non se ne andrà finché Silente in persona non le dica che Ron é completamente guarito" Hermione annuì volgendo lo sguardo, le aveva fatto piacere che Molly fosse stata invitata ad Hogwarts per accertarsi delle condizioni di Ron che finalmente si era ripreso, ma era un po' dispiaciuta del fatto che al suo matrimonio aveva dovuto inviare lei una lettera per tranquillizzarli.

L'amico li raggiunse quando ormai la lezione di pozioni era giunta al termine, li salutò solo con un cenno della testa per poi parlare una volta usciti dall'aula: "Loro stanno tutti bene, zia Betty li ha accolti tutti da lei, mamma era preoccupatissima, ci voleva solo questo dopo la casa" i due annuirono quasi in colpa per la distruzione della Tana, prima di cambiare decisamente argomento avviandosi verso l'aula di Trasfigurazione.
Le ore passarono piuttosto veloci e arrivò la tanto attesa pausa per il pranzo in cui si riunirono con Ginny.

Sintetizzarono velocemente a Ron ciò che Lumacorno aveva spiegato nelle due ore in cui era stato assente, prima di commentare la partita tra i Tassorosso e i Serpeverde del giorno precedente, tra un boccone e l'altro.
Stavano per finire il pollo quando Dora Moore, cacciatrice della squadra Grifondoro di Quidditch, si avvicinò loro: "Scusate ragazzi non vorrei disturbarvi, ma volevo solo dirti, Harry, che Piton ha messo la simulazione dei M.A.G.O. tra tre giorni quindi non riuscirò a giocare la partita" Harry ascoltó in silenzio e un po' sconfortato la ringraziò di averlo informato, si appoggiò demoralizzato allo schienale della sedia con un leggero rimbalzo: "Ora come faccio?" Hermione fece scorrere lo sguardo tra Ron e Ginny che sembravano ugualmente preoccupati: "Ma non avete delle riserve? Qualcuno che sta in panchina" "Sono Hellie Barnabas e Alton Clifford" le rispose Ginny e solo allora capí il motivo di tanto sconforto, avrebbero fatto più bella figura a non giocare piuttosto che esibire uno di quei due cacciatori, non sapendo cosa rispondere preferí continuare a mangiare seguita da Neville che osservava ancora gli amici rimasti fermi a pensare, finché Harry non sembrò avere un'illuminazione: "Katie, Katie Bell, posso chiedere a lei" guardò gli amici in cerca di supporto finché non incontrò lo sguardo perplesso di Hermione: "Non so Harry, da quando é stata colpita dalla maledizione non si é più davvero ripresa, forse é meglio di no. É solo una partita, anche se la perdete non succede nulla" Quell'eresia fece girare sgomenti anche Seamus e Dean che stavano parlando tra loro qualche posto più lontano, Harry scosse la testa mentre si alzava per raggiungere Katie seduta ai primi posti.

Da lontano Hermione poté vedere Harry avvicinarsi a Katie distraendola dal discorso con le sue amiche, prima di tornare a mangiare.
"Non so se me la sento Harry, da quando sono tornata dal San Mungo mi sento sempre stanca, non potrei reggere una partita" Harry annuì: "Va bene non ti preoccupare, pensa a stare meglio, allora...ci vediamo" le sorrise facendo per andarsene, ma Katie non sembrava ascoltarlo, scrutava qualcosa alle sue spalle, Harry si girò piano, quasi timoroso di cosa stesse fissando, il suo sguardo si fissò su Draco Malfoy, in piedi in mezzo alla navata centrale, lo sguardo saettava tra lui e la ragazza, il volto pallido, quasi grigiastro e le scure occhiaie che gli solcavano il volto lo rendendevano cadaverico, quasi sfinito, molto più vecchio di quanto in realtà fosse.

"Ciao Katie" sussurrò quasi in trans, si avvicinò piano a Draco che si girò di scatto uscendo velocemente dalla Sala Grande, seguito a ruota da Harry, vedendolo correre Neville si sporse sul tavolo: "Harry dove...?" le sue parole si persero tra il chiacchiericcio degli studenti del primo anno che gli intralciavano la strada, li spostò malamente scorgendo Draco che svoltava l'angolo.
Gli corse dietro tastando la bacchetta nascosta nella manica, pronto a sfoderarla alla prima occasione, davanti a lui Draco si allentò il nodo alla cravatta che lo soffocava, respirava forte e il freddo di quella mattina di inizio febbraio gli entrava nella pelle ghiacciandogli le ossa.
Tremava, più di paura che di freddo, sicuro che non avrebbe seminato il Grifondoro che urtava contro gli altri studenti non curante di chiedere scusa o di nascondersi dalla sua vista, il suo sguardo saettava davanti a lui in cerca di un posto dove nascondersi.
Malfoy svoltò l'angolo deciso a rifugiarsi nella prima stanza che avrebbe trovato, entrò in un bagno, senza nemmeno rendersene conto andò dritto verso il lavandino, non riconobbe l'immagine riflessa allo specchio, raccolse una lacrima dal volto rendendosi conto solo ora di aver pianto, si sentiva soffocare come da mille mani che gli stringevano la gola, in uno scatto si tolse il maglioncino, dai cubicoli si levò una figura argentea: "No" gemette la voce di Mirtilla Malcontenta: "Cosa c'è che non va? Io posso aiutarti" Malfoy tirò su col naso: "No!" La voce spezzata e incrinata non gli diede modo di continuare una frase di senso compiuto: "Se non lo faccio...non posso...dice che mi ucciderà...devo sbrigarmi" si abbassò e aprì il rubinetto, raccolse quanto più poteva del forte getto d'acqua bagnandosi il volto, quando si rialzò il suo sguardo incontrò nello specchio un'altra figura riflessa alle sue spalle.

Si girò di scatto, Harry aveva già la bacchetta in pugno ma non scagliò nessun incantesimo e Draco si chiese perché, voleva che lo colpisse, che gli facesse male, ché l'attesa del colpo faceva più male: "Sei stato tu, tu hai avvelenato Katie" il tono accusatorio non scalfí l'avversario, il petto di Malfoy si abbassa e alzava freneticamente e il suo sguardo si incrinò diabolico sotto le occhiaie: "Perspicace".
Draco fu più veloce di lui, un lampo viola colpì le mattonelle dietro Harry che prontamente si gettò di lato: "Levicorpus!" Il corpo del Serpeverde fu scagliato in aria sbattendo contro il soffitto cadendo a terra smorto: "No, no! BASTA!" Squittì Mirtilla, ma Draco si rialzò in fretta e ansimante cercò Harry che tremante si nascondeva dietro i rubinetti al centro della stanza: "Stupeficium" riuscì a scostarsi in fretta e il colpo di Malfoy scheggiò un lavandino, ora a tremare era lui, l'altro ormai era come insofferente rendendosi conto di non avere molto da perdere in quel duello.
Girando intorno ai rubinetti distruggendo tutto ciò che avevano intorno Draco lo inseguiva come uno squalo, non curante delle urla di Mirtilla.
L'aria gelida schiaffeggiava il volto del biondo, gelando la pelle e i sensi dell'altro, l'acqua che sgorgava incessante da un tubo distrutto gli arrivava ormai alla caviglia facendoli annaspare.
Con un sospiro, condensatosi nell'aria, Harry decise di rischiare il tutto per tutto, sentiva che Draco si era fermato in attesa di una sua mossa, in uno scatto uscì dal suo nascondiglio con la bacchetta puntata contro di lui: "SECTUMSEMPRA!" Draco parve folgorato, si immobilizzò sul posto con gli occhi sbarrati lasciando cadere la bacchetta, lentamente sulla sua camicia apparve una chiazza rossa che andava via via allargandosi, sia accasciò a terra in uno schizzo di'acqua in preda alle convulsioni, dalle sue labbra sgorgavano bolle bianche e il sangue si mischió all'acqua sul pavimento: "No...io non..." Harry mugolò tremante, si avvicinò al corpo preso dagli spasmi, poggiò la bacchetta a terra cadendo in ginocchio cercando di alzare il volto di Malfoy per non farlo annegare, gli arrivavano ovattate le grida di Mirtilla che dietro di lui urlava: "ASSASSINIO! ASSASSINIO NEL BAGNO!" E il cuore in petto si geló tanto da credere di essere stato colpito lui dalla maledizione.

La porta del bagno si spalancò dietro di lui, che alzò lo sguardo sconvolto, ne entrò un Piton livido in volto, gettò Harry lontano dal corpo di Malfoy, sedendosi in quel lago di sangue, estrasse le bacchette e la passò sulle ferite aperte dalla maledizione sussurrando un incantesimo più simile ad una canzone. Lento il sangue parve rallentare il suo flusso e le ferite iniziarono a ricucirsi, con la manica Piton asciugò il sangue dal volto smorto del ragazzo.
Harry rimase immobile a guardare, orripilato da ciò che aveva fatto, senza accorgersi che era a sua volta zuppo di sangue e acqua, mente Mirtilla continuava a singhiozzare e mugugnare dal suo angolo.

Dopo aver ripetuto tre volte la contromaledizione Draco riuscì ad alzarsi sorretto dal professore che lo guardò un'ultima volta: "Devi andare in infermeria, le cicatrici potrebbero rimanere anche se in forma leggera ma se prendi dell'essenza di dittamo potremmo evitarlo...vieni...". Arrivò alla porta aiutando Malfoy a camminare e sulla soglia si voltò per sibilare con rabbia gelida: "E tu, Potter...aspettami qui".

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora