Capitolo 14

1.1K 50 24
                                    

Si svegliò, pian piano aprì gli occhi riconoscendo il peso su di lei come Piton, l'uomo dormiva ancora nudo, il volto appoggiato sul suo cuscino, cercò di non svegliarlo.

Iniziò ad osservarlo.

Si inebriò del suo profumo.

Non vedeva il viso nascosto tra i suoi capelli e il collo, quel poco di sudore che aveva rilasciato la notte prima era scomparso lasciando il corpo del marito al freddo, la stringeva ancora, Hermione lo abbracciò accarezzandogli la schiena delicatamente, voleva che il mondo si fermasse in quel momento, in quell'attimo che forse non era di felicità ma quantomeno di tregua.
La mano risalì dalla sua schiena alle spalle, al collo, ai capelli, al mento, tutto di lui quella notte era stato suo e non provò vergogna nel pensarlo, non adesso che tutto taceva e nessuno vedeva.
Lui aprì gli occhi e la guardò, per un momento, un intenso attimo in cui la mise a fuoco con uno sguardo profondo, lei deglutì aspettando una sua qualche reazione, solo allora si rese conto di essere ancora nuda e lo sguardo bruciante di lui si azzardò a contemplarla, Hermione gli poggiò una mano sugli occhi: "Non guardarmi" Severus arricciò le labbra a quel gesto quasi infantile e si concentrò sulla piccola mano che gli sfiorava il naso e le tempie oscurandogli la vista.
Quando la ragazza tolse la mano lui aveva ancora chiuso gli occhi.

"C'è una pillola sul comodino, prendila diluita nell'acqua" si avvicinò al mobiletto, prese la pillola e la mise nello zaino per poi prenderla a colazione, si affrettò a lavarsi.

Se ripensava alla serata trascorsa non riusciva nemmeno a capire come erano arrivati a quel punto, pensò che fosse successo perchè si sentiva un po' sola dal momento in cui sembrava che con Ron fosse tutto finito ancor prima d'iniziare ma sentiva che infondo non era così e che stava finalmente trovando più confidenza con se stessa per voltare pagina e poter affrontare al meglio il futuro e in questo momento stare con un uomo maturo come Piton l'avrebbe potuta aiutare. 

Alla terza ora si rincontrarono, si stava accorgendo con il passare dei giorni che Severus sembrava aver riacquistato un po' di entusiasmo insegnando Difesa Contro le Arti Oscure. Ci stava mettendo tutto se stesso, anche se non lasciava mai trasparire grande entusiasmo, spingeva i ragazzi al limite per far uscire il meglio da loro ed era così preparato e ricco di idee sui metodi di difesa che sembrava si fosse preparato a quel momento da tutta una vita.
Ora stava tra gli studenti che duellavano uno contro l'altro, di colpo puntò la bacchetta contro Pansy Parkinson, la ragazza sbiancò di colpo fissando la punta della bacchetta puntata verso di lei: "Provi a battermi signorina. Nessuno di voi ci riuscirebbe" disse guardando di sbieco tutti i presenti che ora avevano smesso di duellare: "sei anni in questa scuola e non riuscireste a disarmare un solo Mangiamorte, ma che dico un Mangiamorte, nemmeno una come la Cooman" Pansy aveva timore di attaccarlo, scagliò un incantesimo contro il professore che lo scacciò via come si fa con una mosca fastidiosa.
Iniziò a lanciare fatture ad una velocità portentosa, la Serpeverde non riuscì a pararle tutte, le si affiancarono due suoi compagni.

Piton teneva testa a tutti loro.

La sua mano girava vorticosamente in aria brandendo la bacchetta dominando ogni incantesimo.

Ad un certo punto i ragazzi dalla parte di Pansy concentrarono la loro magia in un punto solo, Piton sembrò approfittarsi di questo per costruire uno scudo, glielo scagliò contro come un frisbee, gli avversari furono scaraventati dall'altra parte dell'aula dove ad attutire il colpo li aspettavano una montagna di cuscini apparsi al momento, Piton si risistemò tranquillamente le maniche del frock coat: "Purtroppo per me procurarvi un solo graffio mi farebbe ricevere una bella lettera di licenziamento. Ora, in fila, avete cinque minuti di tempo ciascuno, stupitemi" alzò un sopracciglio scettico.
"Barnes" chiamò, un ragazzo di Grifondoro si avvicinò, contemporaneamente attaccarono l'altro, ma se Piton barcollò, il ragazzo finì direttamente tra i cuscini: "Patetico" commentò il professore.

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora