Capitolo 23

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Atterrarono sul terreno circostante alla Tana, i signori Granger barcollarono pericolosamente ma i loro accompagnatori ebbero la prontezza di afferrarli prima che cadessero rovinosamente a terra.
Si diressero verso la bizzarra casa di cui i molteplici tetti erano sommersi dalla fitta neve.
Nonostante fossero appena le sei il cielo era scuro e si intravedevano piccole stelle lontane, l'aria fredda picchiava sui loro volti mentre avanzavano affondando nella neve.

Arrivati davanti alla porta Piton estrasse la bacchetta, la moglie si accigliò a quel gesto, ancora con la mano a mezz'aria per bussare, l'uomo al suo fianco battè la bacchetta tre volte sulla porta, il punto in cui aveva battuto si illuminò di una leggera scintilla gialla: "Severus Piton" Hermione fece saettare lo sguardo dalla porta a Piton fino ai suoi genitori che guardavano incuriositi non riuscendo a distinguere se il comportamento dovesse essere normale oppure no.
Ginny aprì loro la porta sorridente, li fece entrare e porse le loro valigie a Bill che li salutò con un cenno della testa prima di sparire con le valigie al piano di sopra.

La ragazza l'abbracciò felice di rivederla nonostante si fossero lasciate appena due giorni prima, strinse la mano ai suoi genitori e con un leggero imbarazzo anche al professor Piton. Mentre i suoi accompagnatori si avviavano verso la cucina dove la signora Weasley già stava preparando la cena, Hermione e Ginny salirono al piano superiore, per le scale salutò Tonks che invece andava nella direzione opposta, entrarono nella stanza di Ron dove l'attendeva con Harry intento ad accarezzare Grattastinchi che era stato liberato evidentemente da Bill, li salutò calorosamente prima di accogliere le loro lamentele per il carico di compiti: "È Natale, non dico di non fare niente, però un po' di pietà. Nel senso: tre rotoli di pergamena sulle passaporte, cosa devo scrivere? Due righi e ho finito" spiegò Ron girandosi verso Harry che sottoscrisse quanto appena detto, poi si girò verso Hermione: "A meno che..." "No, assolutamente no, non ti passo niente" lo stroncò la ragazza nemmeno tanto arrabbiata: "Dai Hermione, anche se non mi fai copiare, sei la moglie di Piton e io sono tuo amico, che so, dagli un pugno in faccia prima che mi chiami, con Malfoy sei stata brava" i tre risero all'immagine che era comparsa nella loro mente, Hermione scosse la testa ancora sorridente per poi cedere: "Va bene, ma solo una pagina, il resto ce lo fate voi" i due annuirono soddisfatti della piccola conquista.

Hermione poi si ricordò dello strano gesto di Piton di bussare con la bacchetta e ne chiese la motivazione a Ginny: "Prevenzione, mamma é molto preoccupata, ci sono morti ogni giorno, nemmeno la Gazzetta può nasconderlo più" Harry invece sembrò stranito all'affermazione ma Ron prontamente gli porse un articolo di giornale che ne parlava: "Mamma é molto preoccupata, quest'anno addirittura non voleva farmi andare ad Hogwarts, fortunatamente papà le ha parlato ma é rimasta arrabbiata per un po' di giorni prima di decidersi" l'amico sbuffò: "Avanti, Hogwarts é il luogo più sicuro, per ora, con Silente come preside" "Silente sta invecchiando ormai, e quella mano annerita non fa ben sperare" gli fece notare Hermione, Ginny le diede ragione chiedendo: "Ma Silente quanti anni ha?" i ragazzi si guardarono perplessi: "Centocinquanta, anno più anno meno" azzardò Ron facendo ridere gli amici prima di chiedere se volevano andare a mangiare.

Stavano per scendere e finalmente andare in sala da pranzo, quando un gufo marrone andò a sbattere dritto dritto sul vetro della finestra, Ron corse ad afferrarlo prima che cadesse giù, lo riportò in camera e gli porse un po' del mangime di Edvige che già aveva adocchiato il disturbatore della sua quiete in gabbia, sciolse dalla zampa di Arrold una lettera chiusa in una busta rosa, lesse il mittente e si girò, quasi spaventato di aprirla, verso Harry: "Dai aprila" rise sadico l'amico, con cautela estrasse la lettera che si libró in aria come una strillettera, una voce acuta e fastidiosa lesse entusiasta il contenuto della lettera: "Ron Ron mi manchi tanto sai? Mandami qualche lettera ora che sei a casa, so che anche io ti manco ma sto pensando di farti visita uno di questi giorni, cosa dici?
Tua, Lavanda" Ron si girò paralizzato verso i suoi amici che trattenevano a stento le risate: "Questa é pazza, venire qui? Si deve solo permettere, scappo prima che possa entrare" scossero la testa ridendo e decisero che forse era meglio scendere.

Proprio mentre entravano in cucina qualcuno bussò, Ron fu incaricato di aprire, sull'uscio si presentarono la professoressa McGranitt, Madame Hook e un altro uomo, alto, dai capelli grigi molto corti e dai tratti duri, Harry chiese chi fosse: "Si chiama Martin Baker, mi sembra, é il marito della Hook, so che é stato un giocatore di Quidditch per tanti anni, ora allena i Falmouth Falcons, non pensavo venisse, gli altri anni non è mai venuto" accolsero gli ospiti e si sedettero tutti a tavola, sedevano stretti per far entrare tutti, fu felicemente sorpresa di avere lì con loro i professori e Lupin, l'atmosfera natalizia aveva contagiato quasi tutti, pian piano la signora Weasley portó a tavola tutte le pietanze comandando i figli affinché l'aiutassero, presto tutti i commensali presero a parlare tra loro, Piton affianco ad Hermione non faceva che lamentarsi con la moglie e volersi togliere la cravatta che sembrava soffocarlo, la McGranitt discuteva con il signor Baker e Madame Hook della stagione corrente di Quidditch che avrebbe visto quella stessa sera in sfida i Pride of portree e i Chudley cannons, i signori Granger ebbero occasione di chiacchierare di nuovo con il signor Weasley che gli era molto simpatico e che era molto interessato al mondo babbano.
Finalmente quella vigilia che era iniziata nel peggiore dei modi ora stava prendendo decisamente una piega più bella, finita la cena Hermione fu quasi presa in ostaggio da Fred e George che le mostrarono i nuovi arrivi ai Tiri Vispi Weasley, mentre Ginny e Ron si lamentavano che per loro non c'era nemmeno un minimo di sconto.

Gli altri, invece, erano quasi tutti giù in salone a parlare, i coniugi Baker erano attaccati alla radio insieme alla McGranitt, avevano aperto la cassa e sul tavolo si proiettava in piccolo la partita in corso con aggiunta di cronaca a bordo campo, Tonks raccontava del suo tirocinio al ministero con i signori Granger di cui forse solo Cristopher si stava davvero impegnando a capire il tutto, vicino ad un Piton che osservava la ragazza con un sopracciglio alzato in attesa di un momento di silenzio, in un angolo, vicino al fuoco si erano riuniti Harry, Lupin, Bill e il signor Weasley, parlavano sottovoce per non farsi sentire dagli altri che però tutto sembravano tranne interessati a loro.

"Non puoi esserne così sicuro, non hai prove" Harry si sistemò ancora più vicino a Remus: "Vi dico che é così, ha pronunciato il voto infrangibile, l'ho sentito" Bill alzò le spalle scettico: "Può essere che volesse solo metterlo in guardia, spaventarlo" ciò che doveva distoglierlo lo intestardì: "Metterlo in guardia dal farsi scoprire, quando ti ho scritto della conversazione sul treno -disse rivolgendosi a Lupin che annuì- lui parlò di lasciare Hogwarts, ma perché aggredirmi per una semplice confessione di voler cambiare scuola?" "Lo stavi spiando Harr-" cercò di calmarlo il signor Weasley: "No, voleva scappare dopo aver ucciso Silente, e lui gli darà una mano" Lupin scosse la testa per niente convinto, i due Weasley si appoggiarono allo schienale delle loro sedie non sapendo come distoglierlo: "Silente si fida di Piton e io mi fido di Silente" disse Remus pacato, frenò il ragazzo che stava per ribattere appoggiandogli una mano sulla spalla: "Buon Natale Harry".

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora