Capitolo 2

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Harry riuscì a distrarre Hermione dall'idea del matrimonio parlando per quasi tutto il tempo del viaggio di Draco Malfoy e di quando poche settimane prima lo avevano sorpreso ad entrare da Begin & Burke con tutta l'aria di qualcuno che non voleva essere seguito: "Ve lo dico io che non era lì per caso e magari c'entra anche Voldemort" il ragazzo ne era convintissimo da quando avevano visto il compagno a Notturn Alley "Harry sta tranquillo, che se ne fa tu-sai-chi di uno come Malfoy?" disse Ron: "Tante cose, suo padre è un Mangiamorte, sta succedendo qualcosa" Hermione si chinò verso di lui guardandolo incuriosita: "Che vorresti dire?" Harry iniziò a gesticolare freneticamente: "Sto dicendo che è diventato uno di loro, ha ricevuto il Marchio, o comunque lo sta diventando" Hermione scosse la testa contrariata: "Ma no, Lucius non è più nelle sue grazie per il fatto della profezia, non darebbe mai al figlio un simile onore, sarà stato da Begin & Burke per un altro motivo" il ragazzo stava per rispondere quando Ron lo interruppe: "Goditi il viaggio Harry" e sospirando si appoggiò allo schienale guardando il paesaggio che correva veloce intorno a loro. Harry non riusciva a capire come potessero essere così ciechi, era chiaro che stesse succedendo qualcosa, che Malfoy non poteva essere andato a Notturn Alley per caso e specialmente in quel negozio, le cronache erano piene di segnalazioni che ricordavano di tenersi a distanza da negozi come quello di Begin & Burke, covo di mangiamorte che s'incontrano per dirsi chissà cosa senza che il ministero riesca ad avvicinarcisi. Non riusciva più a stare seduto in quello scompartimento specialmente con i suoi amici dal momento in cui non lo credevano, decise di alzarsi ed uscire senza neppure guardarli. 

Erano ormai arrivati ad Hogwarts quando Hermione e Ron si resero conto che Harry era via ormai da un po': "Sarà già sulla banchina" disse il rosso scendendo dal treno con un'alzata di spalle, la ragazza lo seguì dopo un'ultima occhiata al corridoio del treno, ormai vuoto.
Entrarono nella Sala Grande stracolma di ragazzi che parlavano tra loro.
Il tempo passava, gli era già stato dato il benvenuto e stava quasi per finire lo Smistamento quando videro arrivare Harry, il naso e la bocca grondanti di sangue: "Harry cos'è successo?" La riccia si alzò per avvicinarsi a lui: "Malfoy" decise che non era il caso di dire il motivo per il quale il serpeverde gli aveva assestato un calcio in faccia, Ron gli fece spazio accanto a lui mentre il suo sguardo andò al tavolo di fronte in cerca del colpevole: "Non perde occasione quello..." Hermione lo guardò anche lei per un istante prima di rivolgersi di nuovo verso l'amico: "Perché l'ha fatto?" Harry si sentì sudare freddo, tipico di chi sta mentendo "Lo sai com'è fatto, non perde occasione quello" rispose riprendendo le parole dell'amico per poi fissare lo sguardo verso il tavolo dei professori solo per non dover guardare l'espressione perplessa di Hermione.

Ginny guardò nella stessa direzione: "Che ci fa la Skeeter qui?" Chiese indicando con la testa dove effettivamente c'era la petulante giornalista accompagnata da un uomo bassino, magro, con dei buffi baffi a manubrio che stava discutendo con Silente: "Non ne ho idea" rispose Hermione studiandoli sospettosa.

Lo Smistamento finalmente si concluse per la gioia di tutti gli affamati presenti. L'uomo che prima discuteva con il preside si avvicinò al leggio posto davanti al tavolo dei professori: "Buonasera, io sono Abel Cox, del Dipartimento di Unioni e Divorzi del Ministero della Magia" come un macigno queste parole si posarono sul cuore dei ragazzi che si scambiarono uno sguardo, intorno a loro la sala fu scossa da un fremito, tutti si guardarono intimoriti e si levò un forte brusio, il funzionario continuò: "Avrete letto la notizia di questi giorni, per ragioni burocratiche non abbiamo potuto celebrare le unioni prima ma stasera ne vedremo due, vorrei chiamare a me la signorina..." Trafficò con la sua lunga tonaca più grande di lui e prese una pergamena: "la signorina Lorinda Sophie Barmore e il signor Victor Ellis" alzò lo sguardo verso la sala, incerto si alzò un ragazzo dal tavolo dei Corvonero e una ragazza Grifondoro che raggiunse a fatica il leggio tenendosi il volto tra le mani nascondendo le copiose lacrime.

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora