Capitolo 3

1.1K 52 11
                                    

Voleva scappare.

Correre via dalla sala.

E invece no, non ne ebbe il coraggio.

Non riusciva nemmeno a mangiare, spostava con la forchetta il cibo ingurgitandone solo pochi bocconi, le si era chiuso lo stomaco, finché Ginny non disse: "Infondo Piton non è male" tutti si voltarono verso di lei fulminandola con lo sguardo: "Non c'è nessuno peggio di lui" la zittì Ron: "Hermione...noi siamo qui, se lui dirà o farà qualcosa di sbagliato, stà tranquilla, ci siamo noi" Hermione incrociò per un attimo il suo sguardo che cercava di infonderle fiducia: "Grazie ragazzi, siete troppo gentili ma non ho alcuna voglia di rimanere un solo secondo sola con lui".

Soltanto stretta a Ginny che cercava di farle mangiare qualcosa riuscì a finire la cena, mentre si recavano in sala comune vennero fermati dalla McGranitt che li invitò in una classe vuota per poter parlare in privato, la seguirono in silenzio in un'aula illuminata solo dai freddi raggi della luna che illuminava appena i loro volti: "Granger, posso solo immaginare l'agitazione di questo momento ma-" le sue parole furono coperte  da un rumore sordo, in pochi passi affrettati un Piton turbato coprì la distanza che li divideva dalla porta fermandosi alle spalle dei ragazzi, la professoressa sospirò stizzita prima di riprendere il suo discorso: "Immagino l'agitazione sta vivendo, dicevo, ma devo darle una brutta notizia e chiederle di seguire il professor Piton nelle sue stanze private dove da ora alloggerà" un altro peso schiacciò il cuore dei ragazzi, Hermione non riusciva a crederci, sembrava una messa in scena atta a non darle speranze di uscire da quella situazione : "Ma professoressa io faccio parte dei Grifondoro, la prego-" fu Piton a parlare anticipando la risposta della capocasa: "La Granger ha ragione, non era nei patti e-" "Severus ti prego non ti ci mettere anche tu! Ne abbiamo già parlato, ci sono nuove disposizioni" Harry protestò alle spalle dell'amica: "Ma professoressa-" venne subito interrotto dalla McGranitt che sentenziò: "Il protocollo purtroppo parla chiaro signor Potter" aveva alzato il tono ed ora tutti tacevano: "il cerchio blu che avete visto scendere intorno alla signorina Granger ed al professor Piton serve per tracciare i movimenti della coppia e a far si che il matrimonio venga rispettato, per quanto capisco la situazione devo chiedere alla signorina di seguire il professor Piton" Hermione era pietrificata ed affranta, prima di incamminarsi nei sotterranei si voltò di nuovo verso i compagni, fu Ginny la prima a muoversi, la strinse a sè sussurrandole: "La porta della mia camera è sempre aperta per te" si unì anche Harry, cercò d'imprimere nella sue mente quel calore, l'odore della loro pelle e le parole che le sussurravano all'orecchio, si staccò dalla presa degli amici con riluttanza molto prima di quanto avrebbe voluto, si girò ed incontrò lo sguardo di Ron il quale era rimasto fermo a guardarli, Hermione gli tese lentamente la mano, esitante il ragazzo la prese per avvicinarsi a lei, con un bacio sulla guancia la lasciò. 

Strinse i denti e si avvicinò ai due professori che ora si trovavano insieme sull'uscio della porta, Piton puntava il suo duro sguardo su di lei senza mostrare alcuna forma di compassione, la McGranitt al contrario sospirò incapace di trovare le parole per alleviare il suo dolore, rendendosi conto che qualsiasi sforzo sarebbe stato inutile, il volto di Hermione era stravolto ma manteneva ancora una certa dignità, a furia di trattenersi le lacrime erano state completamente scacciate lasciandole un espressione dura che lasciava trapelare un dolore sordo.                        Non ci poteva essere inizio anno peggiore. 

Percorsero i sotterranei nel più religioso silenzio, i loro passi rimbombavano nei corridoi ormai vuoti, non riusciva a stare al passo di Piton tanto lui era veloce e lei era stanca, superarono la sala comune di Serpeverde e si ritrovarono davanti ad un quadro raffigurante un uomo che Hermione riconobbe dalle icone sui codici antichi della biblioteca scolastica, Salazar Serpeverde sedeva su un trono d'argento, indossava una unga tonaca di scura seta verde, aveva corti capelli bianchi e continuava ad arricciarsi la corta barbetta a punta, aveva ignorato i passi che echeggiavano tra le pareti di pietra finchè non vide l'esile figura di Hermione seguire quella più imponente di Piton, si sporse per guardarla meglio con uno sguardo inquisitore, la indicò con il dito arcuato: "Lei chi-" "Favilla" lo stroncò il professore superando il dipinto tra gli sbuffi del soggetto. 

Entrarono in una stanza rettangolare abbastanza spaziosa in cui regnava una fioca luce emanata da un piccolo lampadario posto al centro del soffitto di cui solo l'ultima corona di candele era accesa, sulla loro destra c'era un divano di pelle nera attaccato alla parete ed una poltrona difronte a loro, disposta di sbieco in modo tale da essere rivolta al camino che si trovava nell'angolo, tra il divano e la poltrona c'era un tavolo in ebano accanto al quale erano stati disposti i bagagli di Hermione, ciò che la lasciò senza fiato fu vedere un'intera libreria, alta fino al soffitto e colma di libri, occupare la parete sinistra, fino ad una porta laterale, e tutta la parete di fondo, alle spalle di una grossa scrivania di ebano su cui torreggiava un'alta pila di scartoffie. 

Piton afferrò i bagagli della ragazza e la condusse in una stanza comunicante alla loro destra, al centro della parete di fondo c'era un grande letto a baldacchino ai cui piedi c'erano due poltrone sulle quali vennero poggiate le valigie, era evidente che il professore era arrivato poco prima di lei e che non aveva avuto il tempo di disfare completamente i suoi bagagli: c'erano abiti quasi su tutto il letto, il professore li afferrò in fretta e disse sbrigativo: "Di là -indicò una porta interna alla stanza- c'è il bagno, se hai bisogno di qualcosa io sono in salotto" Hermione era pietrificata e non riuscì a fare altro che annuire cogliendo l'intenzione del professore di non voler rimanere un secondo di più insieme. Non ebbe la forza di disfare le valigie, nella speranza che non sarebbe stato necessario e che avrebbe dovuto passare poco tempo lì, tirò fuori solo il pigiama, si lavò in fretta e controllando più volte che la porta fosse chiusa bene, nel timore che, anche per errore, il professore potesse entrare. Rientrata in camera spense tutte le luci, un forte mal di testa dovuto a tutte le emozioni vissute quel giorno la fece crollare sul cuscino.

Piton entrò in camera solo un'ultima volta per andare in bagno e lavarsi, si guardava allo specchio e si sentiva sporco al solo pensiero di avere accettato una cosa del genere e, anche se non aveva fatto niente e non aveva intenzione di fare niente, al solo pensiero che ora la Granger era di là che dormiva nel suo letto. Sospirò dolorosamente portandosi le dita alla radice del naso, chiuse gli occhi, perchè questo paradosso lo rincorreva sempre? Per ottenere il bene doveva sempre operare il male. Percorse al buio il tragitto che lo separava dal divano su cui si buttò affondando la testa sul bracciolo e stringendo il tessuto tra le dita. 

Sarebbe stata una lunga notte.

°°°
Ciao ragazzi, solo un altro po'di pazienza e avrete i vostri momenti Severus x Hermione, però non voglio affrettare i tempi, volevo anche dirvi che aggiornerò ogni venerdì.

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora