Capitolo 7

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Guardò i suoi amici così piccoli da lassù, il freddo le intorpidiva il volto mentre i capelli sembravano danzare con il vento, stavano tornando di corsa dalla casetta di Hagrid, da quando avevano lasciato la calda luce delle lanterne del guardacaccia riusciva a stento a percepire i loro movimenti da quella distanza ed a sera ormai inoltrata, tornavano senza di lei, come ormai succedeva spesso da un po' di tempo a questa parte. Si vergognava anche di ammetterlo a se stessa ma tutta questa situazione assurda, che fingevano soltanto d'ignorare, stava in realtà costruendo un muro invisibile tra lei ed i suoi amici di cui non sapeva nemmeno come parlarne con loro per il timore che fosse tutto frutto della sua immaginazione o, per meglio dire, paranoia: temeva che, a causa dell'impossibilità di vedersi come prima, la stessero sostituendo, anche se non con qualcuno in particolare, le sembrava di non essere più indispensabile come una volta ed egoisticamente la cosa la feriva.                                                                                                      "Mi aveva detto che sarebbe andata nel dormitorio, sta per scattare il coprifuoco, deve rientrare" non ebbe bisogno di girarsi, la sua voce calda l'avvolse come un manto in quella fredda sera: "Vale anche per me? Credo che se anche mi volessi fare una passeggiatina la sera ne avrei tutto il diritto dopo tutto quello che ho fatto e sto facendo per questa scuola" non sapeva perchè gli aveva risposto così duramente ma stare con lui anche in quei momenti nei quali si sarebbe dovuta riposare la faceva sentire sempre sotto esame e nervosa, lo sentì respirare, le si accostò appoggiando i gomiti alla balaustra, lo scrosciare del lago nero accompagnava il movimento dei suoi capelli, guardò dritto verso la foresta e poi in su, verso la luna che iniziava ad illuminare un cielo nero, soltanto dopo un minuto che le sembrò interminabile posò lo sguardo su di lei, temeva un rimprovero ma quell'incrocio di sguardi fu un sollievo, nei suoi occhi non c'era giudizio, non avevano particolari conversazioni e ciò spesso la faceva sentire sola, avrebbe voluto parlargli, anche conoscerlo, ma era sempre così sfuggente e scostante che ora quell'unico contatto lo fece apparire più umano. "Questa scuola" la guardò così intensamente che quasi s'imbarazzò "Fosse soltanto ristretto a questa scuola, siamo solo poche vittime sacrificali mandate al macello per gente che nemmeno se ne frega di quello che sta succedendo e del pericolo che corre" si stupì nel sentirlo esprimersi così avendolo conosciuto sempre nell'ambito scolastico nel quale mai aveva espresso una parola fuori posto o durante le riunioni dell'Ordine dove era conosciuto come uno dei membri fondamentali, ciò bastò a far si che un barlume illuminasse lo sguardo della ragazza e per un secondo credette di averlo visto anche nel suo nel momento in cui realizzò: parlavano la stessa lingua. Si capivano e questa era una liberazione, tutti, da Silente ad Harry fino all'Ordine, sembravano convinti della strada da percorrere e dei loro ideali, anche lei lo era ma si stava trovando senza fiato adesso che era a metà della salita e si rendeva conto di star perdendo tutto il suo equipaggiamento e anche gli amici ai quali aggrapparsi, Piton lì sembrò tenderle la mano dicendole che il cammino era più faticoso del previsto "Ho la sensazione di star perdendo qualcosa, anche con questo matrimonio, non lo dico per lei" le mani intirizzite dal freddo nascoste nelle lunghe maniche del maglione che continuava a tirare "ma questa lotta non mi sta facendo vivere la mia adolescenza e adesso questo mi sta strappando via dalle persone che amo" alzò lo sguardo, timorosa che le sue parole suonassero infantili ed egoiste, invece lo vide annuire cauto "Tutti stiamo perdendo qualcosa ma la differenza tra me e te è che io l'ho scelto quando ne ero pienamente cosciente: a undici anni, è questa l'età nella quale sei per la prima volta venuta a contatto con il Signore Oscuro, non si ha la contezza di ciò che significa, vi avrebbero dovuto proteggere di più, non siete pronti nè tecnicamente, non avete ancora terminato la formazione basilare che serve ad ogni mago, nè emotivamente a questo scontro" credette che avrebbe dissentito facendo un passo indietro difendendo la lotta ma lei al contrario annuì, ciò lo sorprese, forse non era così cieca come quei due imbecilli che si portava dietro ma aveva capito la delicatezza della situazione, le loro situazioni, trovò, potevano essere la stessa se si paragonavano quei due ad Albus "Lei cosa ne pensa della gestione del professor Silente?" maledetta ragazzina, adesso voleva sapere troppo, guardò il labbro finirle tra i denti timorosa di quella domanda azzardata "Sa glielo chiedo perchè Harry ripone in lui molta fiducia, così come me, ma credo che lui non si sia reso davvero conto che noi siamo solo dei ragazzi, avremmo bisogno di un aiuto, lui è molto impegnato ma non ci ha permesso nemmeno di prendere parte alle riunioni dell'Ordine, ormai siamo parte integrante, se non una di quelle più importanti, di questo sistema e parlare con loro dei nostri progetti farebbe in modo di renderli meno pericolosi e di evitare che persone..." il fiato le mancò di colpo, un groppo in gola le impediva di continuare, aveva parlato di getto seguendo il suo flusso di coscienza ma adesso che il pensiero era arrivato a lui le parole le mancavano, una parola le mancava "muoiano". 

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora