Capitolo 22

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"Tranquillo, stai bene" gli disse osservandolo mentre continuava a dannarsi nel sistemarsi gli abiti babbani, erano soli ad aspettare davanti ad una porta in un lungo viale le cui case erano tutte uguali, perfettamente allineate, come fossero state costruite con lo stampino.

Finalmente una donna dai corti capelli castani e dal sorriso benevolo li salutò calorosamente invitandoli ad entrare.
Hermione posò la gabbietta di Grattastinchi e lo zaino con i vestiti di Severus a terra prima di abbracciare sua madre, mentre l'uomo alle sue spalle studiava la piccola casa, molto semplice ma ben illuminata, dall'uscio della porta di un'altra stanza un uomo poco più basso di lui, stempiato, più vicino ai cinquanta che ai quaranta, gli rivolse un distaccato cenno del capo che ricambiò, su molti ripiani, incorniciate, c'erano delle foto ricordo che ritraevano la famiglia in vacanza o alle feste.

Quando le due donne si lasciarono la signora Granger gli strinse calorosamente la mano: "Piacere, sono Rose, Hermione ci ha parlato poco di lei con la premessa che ci saremmo incontrati" lui le strinse la mano presentandosi porgendole il regalo che le avevano comprato, Rose scartò il regalo e guardò un po' stranita lo specchio, sorrise a Piton che le spiegò: "È un manufatto magico, Hermione potrà entrare in contatto con voi da Hogwarts in qualsiasi momento, potrete parlarvi, così da non sentire la mancanza" Rose lo abbracciò ringraziandolo per il bellissimo regalo, invitandolo a sedersi sul divano, Severus appese il lungo cappotto e attento a qualsiasi oggetto avesse intorno si sedette, mentre la mamma dava indicazioni ad Hermione: "Porta tutte le tue cose in camera, verso le quattro verranno anche gli zii e nonna a salutarvi" a loro si avvicinò anche il padre: "Spero che il viaggio sia andato bene" la voce calma studiava la figura del genero, si strinsero la mano con circospezione: "Si, è andato bene, da piccolo ho vissuto nel mondo-" Si fermò temendo che si potessero offendere all'appellativo babbano: "...Non ho vissuto sempre nel mondo dei maghi, quindi so un po' come funzionano i vostri sistemi nelle ferrovie, ma sono cambiati dall'ultima volta" avevano preso il treno per placare le paranoie di Hermione che temeva che con una smaterializzazione Grattastinchi si sarebbe spaccato.

Hermione intanto aveva posato lo zaino in camera e aveva liberato il gatto che non perse tempo a impossessarsi del letto, lo guardò sorridendo accarezzando teneramente il manto rossiccio per poi tornare al salotto e accomodarsi tra Severus e sua madre, la donna cercò di rompere il ghiaccio parlando un po' del viaggio e di tutta la confusione che di solito si trovava nelle metropolitane, ogni tanto il professore aggiungeva qualche cosa, parlava piano, quasi a disagio, l'espressione come sempre severa e composta come quella di un laureando alla sua tesi che non vuole dare a vedere la sua ansia.

Si spostarono in cucina, la tavola era già preparata, Piton si sedette di fronte al signor Christopher, la signora Granger sfornò pasticcio di carne d'agnello, ognuno prese la propria porzione, la prima stilettata arrivò dal padre: "So che lei ha lavorato per l'uomo che ha ucciso i genitori di Harry Potter" Piton alzò piano lo sguardo su di lui, lo fissava insistente, non aveva toccato niente, le dita intrecciate a pretendere una risposta come un professore da un alunno impreparato, il genero lasciò le posate per rivolgergli uno sguardo che avrebbe squarciato gli occhi del suocero che però rimase in silenzio in attesa, le due donne al loro fianco li guardarono in silenzio, aspettando una risposta e pensando freneticamente a come togliersi da quell'imbarazzo, Rose posò una mano sul braccio del marito che trattenne lo sguardo dell'uomo, il silenzio regnò nella casa finché Piton non rispose: "Ero ragazzo, ho fatto errori, ora sono al servizio di Silente, sono una talpa tra i Mangiamorte" la frase per tranquillizzarlo non fece che sortire l'effetto contrario perché l'uomo si adirò ancora di più sistemandosi sulla sedia per non saltargli addosso: "Quindi ci lavora ancora per lui, non voglio che un assassino sia il marito di mia figlia" Hermione si stupì del comportamento del padre di solito un uomo tranquillo, Piton sembrò indisporsi, tirò su con il naso appellandosi a tutta la calma che gli si concerneva.

Diventò scuro in volto, le due ciocche di capelli alle tempie che erano sfuggite dal codino, dondolavano lugubri davanti al suo volto, guardava l'uomo davanti a sé da dietro alle mani chiuse una nell'altra: "E come crede che avremo un vantaggio sull'Oscuro senza che qualcuno dall'interno raccolga informazioni?" Il tono di voce derisorio si incrinò pericolosamente in una nota spregevolmente amara, le due donne seguivano la discussione saettando lo sguardo sui due, sospirando sommessamente, attente che non si arrivasse alle mani, Hermione poggiò una mano sul braccio del marito, lui si girò a guardarla e in silenzio lo pregò di non ribattere, ma Cristopher rincarò la dose: "E come facciamo a sapere che invece non è lei la spia per quello cattivo?" Evitò accuratamente di chiamarlo per nome sapendo che era un problema, Piton sospirò carico e furioso come un toro alla vista del torero: "Non devo certo risponderne a lei, i miei colleghi si fidano di me" Christopher fece per ribattere quando Hermione si intromise, alzò la voce per non farsi sovrastare da nessuno: "Basta! È la prima volta che ci incontriamo, questa situazione è difficile per tutti, non c'è bisogno di infierire" Rose zittì il marito che stava per ribattere con un'occhiata continuando a guardarli iniziare finalmente a mangiare, delusa da questo primo incontro Hermione iniziò a mangiare con lo sguardo fisso sul piatto.

Severus finì il piatto senza prestare davvero attenzione al cibo, offeso profondamente dalle accuse del suocero, sulla tavola calò una scura nuvola di tensione, per un po' si sentì solo il tintinnio dei piatti e delle posate, fino a quando la signora Granger cercò di alleggerire l'atmosfera: "So che quest'anno le hanno dato una nuova cattedra" Piton annuì cupo: "Difesa contro le Arti Oscure" alla risposta secca del genero annuì sconfortata senza avere argomenti con cui continuare la conversazione, Hermione invece chiese un po' dei parenti e del lavoro dei genitori creando un minimo di conversazione.

Finirono il pranzo ed ebbero un'ora di tempo per lavare il tutto fino all'arrivo degli zii e dei nonni che era certa, o almeno sperava, che avrebbero cambiato totalmente l'atmosfera.
Appena il campanello suonò Hermione scattò in piedi e andò ad aprire, non ebbe nemmeno il tempo di salutarli che un braccio la tirò giù, molto più bassa di lei e con la schiena curvata dall'età sua nonna la strapazzò in un abbraccio salutandola amorevole, qualcuno toccò il braccio della signora: "Eh la strozzi così Amelia" sorrise suo nonno Oliver che, liberata la ragazza l'abbracciò più composto, entrambi la superarono per dare il benvenuto a Severus e i regali a Rose e Cristopher, entrarono anche gli zii, decisamente più discreti che strinsero la mano a Severus mentre Hermione abbracciava i due cugini di poco più piccoli di lei.

Piton strinse la mano al signor Oliver: "Severus Piton, molto lieto" Amelia gli strizzò l'occhio: "Che bel giovane- Piton chinò il capo imbarazzato per ringraziarla del generoso complimento- sicuramente più carino di te" disse rivolgendosi al marito che fino a quel momento stava solo osservando curioso l'uomo davanti a sé: "Io che c'entro? Ma poi se ero brutto perché mi hai sposato?" "Eh me lo sto ancora chiedendo" Severus osservò la buffa coppia nascondendo un leggero divertimento che lo stava distogliendo dalla precedente discussione, i due zii gli strinsero la mano mentre i loro figli guardavano il nuovo arrivato sospettosi stringendogli la mano cordialmente.

Si sedettero e iniziarono a parlare dei mesi trascorsi, gli zii non fecero molte domande a Severus chiedendo più che altro del lavoro ai coniugi Granger, nonna Amelia invece sembrava molto interessata al professore e al suo lavoro e iniziò ad alternare i discorsi sulla magia a quelli della semplice ma allegra vita lì nel mondo babbano. Mentre Hermione e i suoi cugini, Charles e Emma, si spostarono nella sua stanza e come sempre i due la tartassarono di domande: "Adesso chi vi fa pozioni?" Parlò un po' del professor Lumacorno e delle sue cenette imbarazzanti che fecero ridere i ragazzi che di contro le raccontarono le esperienze con i loro professori e compagni nella scuola pubblica, rimasero a parlare per circa un'ora sgranocchiando qualche dolce preso da Zonko e giocando con Grattastinchi che aveva preso di mira i lacci di Emma. Fu davvero felice di rincontrare la sua famiglia e i ragazzi non sembravano particolarmente infastiditi e scandalizzati alla vista di Piton, avevano fatto solo una domanda su di lui per poi cambiare totalmente discorso.

Verso le sei dovettero dividersi non dopo aver regalato qualche articolo dei Tiri Vispi Weasley a Charles e Emma, e dopo un ultimo caloroso abbraccio a tutti si prepararono per passare il Natale alla Tana. Chiusero la casa e afferrarono le valigie, Hermione riuscì ad attirare Grattastinchi nella gabbietta con delle crocchette. Si riunirono tutti in salone, afferrarono cappotti e valigie, Piton mantenne fisso lo sguardo sull'orologio, ormai quasi alle sei il professore estrasse una penna dalla tasca, la afferrarono, ebbero solo il tempo di scambiarsi uno sguardo prima che con una stretta allo stomaco scomparissero dal salone.

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Sintesi di questo capitolo:
Piton: esiste
Padre di Hermione: so you have chosen death 

Il giglio cadutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora