Capitolo 33

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«Padre?»

Le lacrime gli annebbiavano la vista. No. Non era possibile. Non voleva crederci. Non era vero. Era stato tutto un grande, enorme sogno. Un incubo dal quale ancora non si era risvegliato. In realtà lui ora si trovava a letto, lontano da tutti e da tutto. Ma certo. Forse, se avesse focalizzato sé stesso su quel pensiero, allora probabilmente sarebbe stato reale. Forse, riaprendo gli occhi, avrebbe veramente visto il suo letto comparire davanti a lui.

Invece, l'unica cosa che vide furono gli occhi glaciali di Papillon che lo scrutavano con più attenzione.

Non poteva essere vero.

Si rifiutava di crederlo.

Sentì che, attorno a lui, i suoi compagni di battaglia si avvicinavano per offrirgli protezione e supporto. Vide Volpe Rossa e Carapace lanciargli uno sguardo allibito —ormai l'avevano udito pure loro— per poi farsi di nuovo seri e stringersi di più contro di lui. Sarebbe stato quasi buffo se la situazione non fosse stata così drammatica. Insomma, il suo migliore amico e la sua rispettiva ragazza si ritrovavano ad essere anche i suoi compagni di battaglia. Assurdo. Però mai tanto assurdo quanto suo padre che metteva a ferro e fuoco la città per più di tre anni giusto per sport.

«Quindi, è questo che fai quando non hai tempo di venire a cena. Ti trasformi in supercattivo, approfitti delle debolezze delle persone e metti in pericolo tutti i cittadini di Parigi. Sembra carino come hobby.» Papillon ebbe anche il coraggio di sgranare gli occhi, stupito di fronte alle sue affermazioni.

«Non può essere, no... Tu non sei Adrien... Ho visto mio figlio e te nello stesso luogo una volta, ho fatto in modo che mio figlio fosse sempre al sicuro!» Sembrava parlare freneticamente, quasi tra sé e sé, come se stesse cercando di trovare una spiegazione ragionevole alle circostanze.

«Al sicuro? È questo che ti ripeti prima di andare a dormire per avere la coscienza pulita? Che tuo figlio è al sicuro dalla tua pazzia?» La voce di Chat Noir si stava facendo sempre più dura. Riusciva a sentire l'odio piano piano invadergli le vene: tutta quella frustrazione che per troppo tempo aveva represso tentando di giustificare suo padre stava ora emergendo, come in una pentola a pressione pronta a scoppiare. «Credevi seriamente che rinchiudendomi in una gabbia sarei rimasto al sicuro da tutti i disastri che hai causato? Credevi davvero che, se anche non avessi avuto i superpoteri, io sarei stato d'accordo con te? Che avrei accettato che ti sfogassi sui cittadini di questa città giusto per passare il tempo?!»

«No, Adrien, non è come lei pensa...»

Da una rientranza della struttura era sbucata Mayura, pronta ad affiancare Papillon ad ogni costo. Ma da come si era rivolta a lui, ormai sapeva esattamente di chi si trattava in realtà. Era allibito, deluso, poiché anche lei, la donna in cui aveva riposto tutta la propria fiducia in seguito alla perdita di sua madre, l'aveva tradito al pari di suo padre.

«Nathalie... Ovviamente... Tu sapevi tutto, tu sai sempre tutto di tutti...»

«Adrien, mi lasci spiegare-» ma Chat Noir la interruppe immediatamente.

«Con quale coraggio hai potuto aiutarlo a organizzare questa serata? Dimmi, Nathalie, quale motivo può mai averti spinta ad attirare così tante persone in un unico luogo ben sapendo cosa volevate fare loro? Perché volevate mettere a rischio la vita di tutti noi? Perché siete arrivati quasi al punto di-»

Maschere nella Città dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora