Marinette era appena uscita di casa per recarsi al punto di ritrovo stabilito da Maestro Fu. Era difficile trovare un luogo appartato nella città di Parigi, per questo avevano preso una camera in un hotel abbastanza anonimo per tentare di non destare sospetti. Teoricamente, il Maestro già li attendeva lì e lei e Chat Noir dovevano presentarsi alla reception come suoi lontani parenti, o una cosa simile. Si sarebbero poi trasformati dentro la camera dell'hotel, magari in bagno in modo da preservare le rispettive identità. Inoltre, per evitare che i due ragazzi si incrociassero e si riconoscessero, Maestro Fu aveva dato loro due diversi orari d'arrivo. Insomma, tutto era stato organizzato al meglio delle loro possibilità. Per poter stare via quella mezza giornata, la ragazza aveva campato una delle sue solite scuse: le era bastato dire che sarebbe uscita a fare una passeggiata con un amico e che probabilmente si sarebbe fermata da lui a cena. Loro non avevano opposto nessuna resistenza eccessiva quando gli disse che si trattava di un suo compagno di classe, perciò anche quell'aspetto della missione era filato abbastanza liscio. Si chiedeva che scusa avesse usato Chat Noir... Era ansiosa all'idea di rivederlo di lì a poco e di passare con lui un intero pomeriggio.
«Ci siamo quasi Marinette!» Tikki era forse più agitata di lei all'idea di intraprendere quel viaggio. In ogni caso erano davvero arrivati: la ragazza entrò con calma e si diresse verso la reception.
«Buongiorno! Sono Marinette, la nipote del signor Fu. Mi ha detto che potevo entrare tranquillamente e raggiungerlo in camera» disse lei con la voce più naturale e innocente che le veniva. La ragazza dietro il bancone le sorrise amabilmente.
«Sì, certo, vai pure. La camera dovrebbe essere la 307, devi salire le scale e girare sulla sinistra. Trovi tutte le indicazioni anche strada facendo. Ciao ciao!» Marinette la salutò di rimando.
«Mi sa che ti ha scambiata per una bambina di dodici anni invece che un'adolescente di diciassette» ridacchiò la piccola Kwami.
«Appena diciassette, non sono certo vecchia decrepita» precisò la ragazza scherzosamente. «Comunque mi sa che hai ragione» le fece l'occhiolino. Sembrare più giovani aveva i suoi vantaggi: in quel caso, destava meno sospetti.
Ad ogni modo, raggiunse la camera e bussò. Maestro Fu le aprì la porta e la fece entrare silenziosamente.
«Ciao Ladybug, il tuo collega stava gentilmente aspettando in bagno il tuo arrivo. Ora che sei qui, puoi tranquillamente trasformarti.»
Marinette obbedì alle istruzioni del Guardiano e si trasformò.
«Ora posso uscire vero?» chiese una voce ovattata proveniente da dietro la porta di quello che doveva essere il bagno. Solo a sentirla le vennero i brividi lungo tutta la schiena. Per non parlare di quando poi il ragazzo fece capolino nella stanza, con il suo solito sorriso frizzante stampato in faccia. La ragazza cercò di non pensarci e di concentrarsi sulla loro missione.
«Bene, ora che siamo tutti qui, chiederei cortesemente a Ladybug di usare il Miraculous del cavallo e di creare un portale per queste coordinate» affermò deciso il Maestro, porgendole un foglietto.
«Scusate, ma perché non posso crearlo io il portale?»
«Perché sono notevolmente più abile nel combattere rispetto a te, Gattino» fece lei ridendo, ben sapendo che la sua affermazione non era del tutto vera. In molte altre occasioni il supereroe si era dimostrato un abilissimo spadaccino.
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Maschere nella Città dell'Amore
FanfictionDesidero raccontare l'amore: quell'amore che ci pervade piano piano, senza che ce ne accorgiamo; quell'amore che ci fa venire mille dubbi e che rende la vita piena di incertezze e confusione; quello stesso amore che sa regalare momenti di felicità u...