Capitolo 13

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Ultimamente pensava spesso a Ladybug, ma non come faceva prima. Un tempo infatti trascorreva anche intere ore prima di addormentarsi immaginando una vita in cui il suo amore era corrisposto. Pensava ai momenti che avrebbe passato con lei a fare discorsi melensi da innamorati, alle prime confidenze; ai momenti in cui si sarebbero confessati le rispettive paure e si sarebbero sostenuti a vicenda e, infine, anche alle prime esperienze. Come ad esempio il primo bacio, la prima carezza, i primi abbracci. Sì, soprattutto gli abbracci: magari dolci, di sostegno. Sarebbero stati lunghi momenti di supporto per entrambi, in cui avrebbe potuto crogiolarsi nel suo profumo, inebriando i propri sensi e liberando la mente dalle preoccupazioni. L'importante sarebbe stato averla tra le braccia.

Ma questo, per Adrien, era prima. Prima di affrontare quella battaglia che gli aveva aperto gli occhi. Aveva per molto tempo confuso il bene con l'amore solo per aggrapparsi a quella fievole certezza che lei rappresentava nella sua vita. Finalmente aveva superato la sua cotta per Ladybug e probabilmente lo doveva a Katami. Sì, Katami, giusto? Non ne era convinto. E questo perché in quel momento era proprio con lei che stava uscendo, eppure non sentiva nulla.

Per molto tempo si era convinto che a fargli dimenticare la sua Lady sarebbe stata la sua amica nipponica e che sarebbe stato proprio grazie a lei che sarebbe riuscito a tenere la testa sollevata di fronte a Ladybug pensando senza rancore “grazie per l'avventura, ora sono pronto ad essere tuo amico”. Il che era accaduto giusto qualche giorno prima quando si era voltato a guardare la sua eroina —quella che considerava l'unica fonte della sua felicità e al tempo stesso del suo tormento— subito dopo aver sconfitto Charmer e si era sentito libero, leggero. Per la prima volta da quando l'aveva conosciuta, il suo cuore non aveva scalpitato ansante e desideroso di raggiungerla per baciarla. Si era reso conto che in quel preciso momento non provava amore, ma semplice amicizia, devozione, bene. Nulla di più. Riflettendoci in modo più approfondito, nei giorni seguenti, all'inizio si era sentito male, come se stesse tradendo la parte più importante di sé stesso, ma dopo aveva capito che era felice. Le voleva bene, gliene avrebbe sempre voluto: gli aveva regalato emozioni che avrebbe solo immaginato di sognare; non si pentiva del tempo che aveva trascorso ad amarla poiché, nonostante avesse sofferto, Ladybug gli aveva permesso di crescere, di maturare e soprattutto di vedere il mondo con gli occhi dell'amore. Per questo non era stato doloroso lasciarla andare (per modo di dire, se si trascurava la battaglia)... Era finalmente felice, ed era convinto —riprese il filo dei suoi pensieri— che Katami fosse la ragione di questo traguardo. Per questo motivo le aveva chiesto tempestivamente di vedersi dopo la lezione di scherma quel giorno. Stavano camminando in centro, seguiti a distanza dalla sua guardia del corpo. Era un bel lunedì pomeriggio con un cielo particolarmente azzurro. Però a dire il vero era lui che lo vedeva così da venerdì, il giorno fatidico, perciò poteva anche essere una di quelle strane occasioni in cui la scoperta di nuovi sentimenti —o la scomparsa di quelli vecchi, in questo caso— portava le persone a vedere il mondo con occhi nuovi. Dunque, nel mezzo di quel meraviglioso pomeriggio, stava uscendo con colei che credeva essere la sua anima gemella. Non avevano parlato molto: erano diretti verso un salone da tè particolarmente romantico ed erano entrambi pensierosi.

Adrien stava osservando la ragazza con particolare attenzione, alla ricerca di quei dettagli che di solito gli facevano comparire degli pterodattili rabbiosi nel bel mezzo dello stomaco, ma non sentiva nulla. Si disse che aveva solo bisogno di tempo: dovevano arrivare al salone da tè per avere un'atmosfera più intima e lì avrebbe sicuramente visto qualche fuoco d'artificio partire da dietro la testa di Katami, un po' come facevano vedere di solito nei film.

Fu con somma gioia che, una volta arrivati, si affrettò a occupare un tavolino per due e a sfogliare il menù. Scoprì che quel posto era letteralmente specializzato in tutti i tipi di tè di tutto il mondo, dai classici "tè nero" e "tè verde" al più ricercato "tè aromatizzato al chiodo di garofano". Seriamente esiste? si chiese tra sé e sé il giovane.

Maschere nella Città dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora