Chat Noir si girò di scatto nell'udire quella voce glaciale fare capolino nel salone. Papillon era davvero di fronte a loro e osservava la platea terrorizzata. Erano molti gli invitati inerti, come automi messi in standby; molti altri invece urlavano terrorizzati, tentavano di fuggire aprendo un varco nel sistema di sicurezza della casa —il che era ovviamente impossibile per loro. Chat riusciva a sentire la voce dei giornalisti appostati fuori dalla Villa: probabilmente erano partiti con l'intenzione di filmare il nuovo scoop sulla sua potenziale fidanzata, ritrovandosi però chiusi fuori al momento del loro arrivo. Riusciva a udire perfino la nota voce di Nadja Chamack che si chiedeva cosa fosse successo.
Non bastasse, anche i Guardiani, che avevano pattugliato l'esterno per tutta la serata, non erano lì per aiutarli. Dannazione.
Ad ogni modo, l'attenzione del giovane eroe tornò ad essere attratta dalla cima delle scale, poiché accanto a Papillon ora sostava la fonte di quello strano gelo: Charmer. Rivedere quella candida figura longilinea, resa inquietante da quei terrificanti occhi ambrati e dalla mancanza sia della bocca che del naso lo fece rabbrividire. L'Akumizzata era ancora più orripilante di quanto ricordasse, senza contare l'effetto di panico che gli scatenava nel cuore. Si guardò intorno, per notare dopo un attimo che il gatto/Sentimostro già gironzolava tra la folla, ammaliandola e soggiogandola.
Tremendamente impaurito, la prima persona a cui pensò fu Marinette: doveva assolutamente mettersi in salvo.
«Marinette, devi nasconderti immediatamente. Non devono trovarti, hai capito? Devi sparire all'istante!» le sussurrò con enfasi lui. La ragazza si voltò piano, annuendo decisa per poi allontanarsi discretamente dalla folla. Solo quando non la vide più poté tirare, per quanto possibile, un sospiro di sollievo.
Ora non rimaneva che incitare i suoi compagni a trasformarsi.
«Ragazzi, qualunque sia la vostra identità ormai non ha più importanza. Trasformatevi subito.» Passò tra le file di persone a diramare questo messaggio, nel tentativo anche di incontrare coloro di cui non conosceva l'identità.
Dopo un attimo, vide che Alya e Nino prendevano le sembianze di Volpe Rossa e Carapace, il che lo sorprese non poco! Ma, per quanto la notizia fosse scioccante ed elettrizzante, in quel momento non c'era tempo per sconvolgersi. Poco dopo, tutti i suoi compagni trasformati si misero in cerchio intorno a lui, pronti ad affrontare il loro nemico. Fu in quel momento che Ladybug comparve vicino a loro, non molto lontana dalle scale. Per un momento gli balenò in mente che, per essere lì con la casa blindata, lei doveva essere presente alla festa nella sua forma civile e, forse, si erano addirittura scontrati; però scacciò quel pensiero per concentrarsi su una cosa importante: Ladybug si stava rivolgendo a Papillon.
«Siamo arrivati alla resa dei conti. Hai un'ultima occasione per arrenderti, Papillon: puoi evitare a tutti quanti il dolore di una battaglia e uscire da questa situazione in modo degno. Se sarai fortunato, la polizia sarà clemente vista la tua disponibilità.»
«Non mi sono certo spinto fin qui per arrendermi sul più bello, ragazzina. Sei tu quella che ha l'opportunità di consegnarmi i Miraculous che cerco senza che vengano coinvolte persone innocenti» sentenziò Papillon con un cipiglio di superiorità.
Quando la ragazza si rifiutò di obbedire, Charmer avanzò in mezzo alla gente pietrificata dal terrore, si avvicinò ad un giovane uomo toccandogli la spalla e sussurrandogli qualcosa che nessuno tranne lui poté udire. Chat Noir sapeva bene cosa voleva dire avere la sua voce ammaliante nella testa e non desiderava ripetere l'esperienza. Tentò di muoversi per andare in suo aiuto, ma il candido gatto gli bloccò la strada amplificano la morsa di terrore che provava nel cuore. Sentiva le membra irrigidirsi, farsi pesanti. Diamine. Doveva aver fatto effetto anche ai suoi compagni poiché anche loro si trovavano immobili a pochi passi davanti a lui. Guardarono tutti impotenti la vittima farsi avanti, in modo fiero e spavaldo, e avvicinarsi a Papillon, che appuntò sul suo petto una spilla a forma di farfalla stilizzata. Da questa uscì una piccola sfera di quella che il ragazzo avrebbe innocentemente definito "energia oscura": nera come la pece, sembrava quasi incupire lo spazio intorno a sé. Eppure, nonostante questo, Chat Noir non la vedeva come una "cosa" minacciosa, piuttosto forse come qualcosa di inquietantemente familiare. Ebbe poco tempo di studiarla prima che Papillon riprendesse la parola.
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Maschere nella Città dell'Amore
FanficDesidero raccontare l'amore: quell'amore che ci pervade piano piano, senza che ce ne accorgiamo; quell'amore che ci fa venire mille dubbi e che rende la vita piena di incertezze e confusione; quello stesso amore che sa regalare momenti di felicità u...