Era un caldo sabato di metà aprile, appena dopo l'ora di pranzo. C'era poca gente in giro per Parigi: chi poteva preferiva trascorrere il tempo libero in casa a riposarsi poiché l'alta temperatura appesantiva anche il pranzo più leggero di tutti.
Tra quei pochi che tentavano di affrontare il calore di petto c'era Luka Couffaine, che aveva appena terminato il suo turno al lavoro part-time in una pizzeria per asporto aperta anche a pranzo. Stava salendo nuovamente sulla sua bicicletta: aveva mangiucchiato qualcosa a lavoro e si ritrovava a non avere per nulla fame, perciò decise che ne avrebbe approfittato per farsi una seduta tonificante di attività fisica. A casa non aveva nulla da fare di importante, anzi forse avrebbe solo disturbato sua sorella Juleka che, con grande probabilità, aveva invitato la sua amica Rose a passare il pomeriggio da lei. Non era il caso di esserle d'intralcio. Sarebbe tornato più tardi per cambiarsi, prima di trovarsi con Marinette.
Fu così che iniziò a pedalare di buona lena lungo l'argine della Senna, mantenendo un ritmo costante. Liberò la mente per sentire l'aria scorrergli sul viso imperlato di sudore, l'aria che lo rinfrescava ma che allo stesso tempo gli confondeva le idee. No... Quello non era l'aria a farlo, era la sua mente, che ultimamente, e sempre più spesso, si mostrava indecisa e insicura. Cercava di sfogarsi a forza di pedalate sempre più veloci, ma questo aveva solo l'effetto di fargli accelerare il cuore e i pensieri, perciò riprese il ritmo costante di poco prima e inspirò a fondo.
Luka non era una persona tendenzialmente insicura. Sapeva ciò che voleva e solitamente pazientava fino a quando l'occasione giusta non si presentava dinanzi a lui. Aveva imparato ad aspettare e a meditare sugli eventi non troppi anni prima, circa all'inizio della sua adolescenza. Da quello che si ricordava, da bambino era stato irrequieto, agitato e sicuramente privo di alcun tipo di pazienza. Voleva tutto subito e alla fine si stancava facilmente di ciò che aveva. Erano state due le lezioni fondamentali impartitegli dalla vita che gli avevano fatto cambiare il proprio carattere, entrambe molto amare da digerire.
La prima riguardava suo padre. Suo e di Juleka ovviamente. Se n'era andato di casa quando sua sorella era appena nata, perciò lui aveva poco più di un anno. Chiaramente non ricordava nulla dei momenti trascorsi con lui prima della sua partenza, quindi durante tutta la sua infanzia se l'era immaginato nei modi e nelle situazioni più disparati come solo i bambini sanno fare. L'unica cosa che sapeva per certo era che sua madre non era mai andata d'accordo con lui e proprio quello indusse l'uomo ad andarsene.
Verso l'età di dieci anni, da bambino irrequieto e impaziente com'era, aveva insistito per conoscerlo, per vederlo. D'altronde, quale bambino non avrebbe chiesto una cosa simile alla propria mamma? Anarka, dal canto suo, stanca di sentire suo figlio lamentarsi e insistere per conoscere suo padre, aveva deciso di lasciare fare tutto a Luka. Lei possedeva ancora il numero del suo ex compagno, che di tanto in tanto chiamava ancora per ricordargli di spedirle i soldi per il mantenimento dei bambini. Così lo chiamò e gli passò Luka.
In quel momento lui si era sentito estremamente felice e appagato nel sentire quella voce profonda e roca provenire dalla scatoletta che aveva in mano ed era convinto che la persona dall'altra parte si sentisse allo stesso identico modo. Tra una chiacchiera futile e l'altra, si organizzarono per trovarsi di lì ad una settimana sulla riva della Senna sulla quale era ormeggiata Liberty, la barca che da anni fungeva da casa alla famiglia Couffaine.
Per il ragazzo il tempo non trascorreva mai, non vedeva l'ora che arrivasse il giorno fatidico, e una volta arrivato il momento, aspettò con ansia l'ora, il minuto, il secondo in cui si sarebbe presentato suo padre. Ma quel giorno suo padre non si mostrò. In una successiva chiamata l'uomo si scusò e nuovamente, tra le varie chiacchiere, fissarono un altro appuntamento.
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Maschere nella Città dell'Amore
Fiksi PenggemarDesidero raccontare l'amore: quell'amore che ci pervade piano piano, senza che ce ne accorgiamo; quell'amore che ci fa venire mille dubbi e che rende la vita piena di incertezze e confusione; quello stesso amore che sa regalare momenti di felicità u...