Capitolo 21

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«Che?!»

Quando Marinette ripercorse il filo del suo discorso e notò l'errore che aveva commesso, divenne tutta assolutamente, completamente e inevitabilmente rossa quanto un pomodoro, forse anche di più. Chat Noir era ancora in balia delle sue violente scosse. Siccome la ragazza non gli dava una risposta, decise di porle un'altra domanda.

«Hai detto... Adrien? Chi?» Vide che la sua amica si portava le mani sul viso, pervasa dall'imbarazzo.

«Non avresti dovuto... Io non... Aaah! Sono un disastro! Non ci credo!» Si portò le ginocchia al petto, affondando il viso tra le sue gambe. Nel vederla così agitata, Chat Noir tentò di contenersi e di limitare il suo, di imbarazzo.

«Ehi, non fa nulla, non è successo nulla. Non devi essere imbarazzata di ciò che provi, non con me.» Lei alzò timidamente il viso e lo guardò. Quando vide che lui le sorrideva pacifico, o almeno così si sforzava di mostrarsi, lei si rilassò. «Tu intendi... Adrien Agreste? Il tuo compagno di classe? Il modello? È lui il Numero Uno?» Per un momento sperò in una risposta negativa.

«Sì... Ti prego, non ridere...» Ma lui non rise affatto. La sua faccia si fece più seria di quella di una statua. In quei pochi attimi gli passò la sua vita davanti. Ripensò a come la ragazza si comportava con lui, a come diventava immediatamente insicura, di come balbettava in sua presenza. E poi ancora di come fosse timida in presenza di Katami, a volte infastidita anche, di come se n'era andata quel pomeriggio che erano usciti tutti insieme. Ripensò a come aveva reagito quando le aveva detto che era interessato a Katami, della sua settimana di tristezza, quella in cui si comportava in modo freddo con lui. E poi di quando era tornata, di come era cambiato il suo atteggiamento nei suoi confronti dopo che aveva iniziato a frequentare Luka.

Gli piombò tutto addosso, con la stessa velocità e la stessa forza di un oggetto pesante che cade dall'alto di un grattacielo. Il loro passato, tutte le azioni della ragazza nei suoi confronti —i suoi strani comportamenti, il fatto che prendesse quasi sempre le sue difese, il fatto che cercasse in tutti i modi di migliorargli la giornata— ora prendevano senso.

L'improvvisa consapevolezza che fosse lui la causa del suo malessere lo colpì dritto in faccia. Era lui il ragazzo a cui era andata dietro per anni senza che si accorgesse minimamente di nulla, era lui che le aveva spezzato il cuore ripetutamente interessandosi a Katami, era lui il ragazzo che lui stesso aveva giudicato come insensibile. Era lui di cui Marinette era stata innamorata...

Sono un deficiente, concluse.

«Chat Noir? Ti... Senti bene?» Si voltò lentamente verso di lei. Come avrebbe fatto ora a guardarla senza collassare? Come avrebbe potuto parlarle liberamente sapendo che cosa le aveva fatto?

«Io... Sì... Sono solo...» Uno stupido. «Sorpreso...»

«Ti vedo pallido.» Lo osservò un attimo, per poi guardarsi le mani. «Immagino che la tua opinione sul mio conto si sia abbassata di una decina di gradini... Crederai che sono solo una stupida fanatica, che ho tappezzato la mia camera con le foto del mio idolo al pari di una stalker. Le avevi viste anche tu quelle foto il giorno delle riprese alla tv, vero? Quando sei venuto a combattere contro quell'Akumizzata... Sono patetica...»

«Cosa? No! Non lo sei. Conosco bene la profondità dei sentimenti che provavi, me ne hai parlato. Erano sinceri. Non sei una fanatica...» Fu il suo turno di poggiare una mano sulle sue ginocchia. Le sorrise, ci provò quanto meno. «Te lo ripeterò all'infinito, non sono qui per giudicare i tuoi sentimenti, non ne ho il diritto. E non ti trovo per nessuna ragione imbarazzante. L'unica cosa, ecco, è che mi chiedo... Perché provavi quei sentimenti per lui? Cioè... Ti sei innamorata perché è famoso?» Non comprendeva come Marinette avesse fatto ad innamorarsi di lui così profondamente. Molte altre ragazze si interessavano alla sua immagine e si prendevano una cotta per il super modello Adrien Agreste. Ma per Marinette non sembrava essere la stessa cosa, non da ciò che le aveva raccontato. Quindi come...?

Maschere nella Città dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora