Mentre fissava le sue mani i suoi pensieri vagarono e si fermarono nuovamente su suo padre. La distrazione era durata troppo poco...
«Tu, Chat Noir, stai bene?» gli chiese all'improvviso Marinette riportandolo bruscamente alla realtà.
«Certo, questo gatto ha ancora tutte le sue sette —o nove, perdo sempre il conto— vite, sto benone!» Lui tentò di mascherare ciò che provava realmente per non darle altri pensieri, ma non doveva esserci riuscito bene poiché la ragazza lo guardò con occhi scettici.
«Non mentire. Quando menti tendi a sparare battute penose a vanvera, ormai me ne accorgo facilmente. Parlamene. Farà stare meglio sia te che me.» La ragazza si distese sul letto rivolta verso di lui per ascoltarlo.
«Va bene...» Esitò un attimo prima di proseguire. «Ho di nuovo problemi con mio padre... In breve, abbiamo passato del tempo insieme. Sarebbe stato tutto fantastico se non avesse tirato in ballo un discorso caro ad entrambi, specialmente a lui.»
«Cioè? Alla fine non è stato bello? Quale discorso poteva essere tanto terribile da rovinare tutto?»
Prima di rispondere, il ragazzo si distese a sua volta accanto a Marinette, rivolto sempre verso di lei. In questa posizione poteva vedere chiaramente gli occhi di lei che lo sovrastavano, carichi di tensione e di preoccupazione per lui. A stento riusciva a credere che una persona poteva preoccuparsi a tal punto per lui.
«Mia madre... Lei, ecco, se n'è andata ormai un po' di anni fa. Io ho cercato di superare la cosa, lui chiaramente no. Siamo molto spesso in contrasto quando parliamo di lei perché lui non vuole che si disonori il suo nome. E per disonorare intendo praticamente anche solo pronunciarlo. Comunque, aveva fatto tutto uno strano discorso dal quale ho intuito che forse era pronto ad andare avanti, che forse aveva conosciuto un'altra donna al quale si era affezionato. Se fosse così non potrei esserne più felice, sarebbe bello tornare ad essere una famiglia e vederlo di nuovo spensierato come un tempo. Perciò gli ho espresso questo pensiero, lui si è arrabbiato dicendo che l'ho offeso e deluso, che non si aspettava un simile comportamento da me e se n'è andato, lasciandomi da solo in giardino...» Gli faceva strano parlare così liberamente della sua vita privata senza rischiare di essere giudicato. Si sentiva privo di costrizioni con la maschera posata sul suo viso. Sperava nonostante tutto di non aver rivelato troppo di sé. In fin dei conti Marinette lo conosceva relativamente bene come Adrien da riuscire a intuire la sua identità. Comunque, un altro pensiero cupo prese il sopravvento su tutti gli altri. Sentiva il bisogno di porre quella domanda a qualcuno. «Marinette... Pensi sia vero che sono una grande delusione?»
La ragazza lo guardò terrificata e addolorata.
«Non pensarlo nemmeno! Cosa ti dice la testa! No! Non lo sei! Sei un amico fantastico, sensibile, dolce, leale. Su di te si può sempre contare. Per l'amor del cielo sei venuto fino a qui solo per vedermi stasera! Eppure per te sono solo una tizia a caso, con una vita incasinata di cui in teoria non dovrebbe importarti nulla. Sei una persona fondamentalmente altruista. Non potresti mai essere una delusione perché, qualsiasi cosa tu faccia, la fai spinto dal desiderio del tuo cuore. Le tue intenzioni sono sempre buone. Ti impegni al massimo in tutti i tuoi compiti. Chat Noir, non lasciare che un momento no di tuo padre intacchi la tua essenza. Mi sembra di capire che lui non sia uno dei migliori padri in circolazione a Parigi e mi dispiace, perché meriteresti molto più di questo. Ma non devi assolutamente dare ascolto a delle parole dette da una persona ferita che le ha pronunciate con il solo scopo di ferire. Non sei una delusione e non hai disonorato nessuno.» La sua voce si era fatta sempre più appassionata man mano che andava avanti con il discorso. Il supereroe la ascoltava rapito, come se quel suono potesse cullare il più tenero dei suoi sogni. Più la ragazza parlava, più lui si perdeva nell'osservare le sue espressioni: il modo in cui sgranava gli occhi quando sosteneva una tesi secondo lei inconfutabile, i lievi sorrisi che comparivano mentre snocciolava le sue qualità, la dolcezza del movimento delle sue labbra...
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Maschere nella Città dell'Amore
FanficDesidero raccontare l'amore: quell'amore che ci pervade piano piano, senza che ce ne accorgiamo; quell'amore che ci fa venire mille dubbi e che rende la vita piena di incertezze e confusione; quello stesso amore che sa regalare momenti di felicità u...