Capitolo 31

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«Certe volte mi chiedo dove lo trovi il tempo per fare tutte le cose che fai. Insomma, negli ultimi tempi sei stata sommersa dai compiti e dalle commissioni, per non parlare dei tuoi impegni relativi al seminario con Gabriel Agreste. Il tutto senza contare le visite troppo frequenti di un certo ammiratore notturno... Mi spieghi quindi quando avresti creato questo capolavoro? Ti sto sempre attaccata!» Tikki era assurdamente eccitata di fronte al vestito che Marinette indossava in quel momento. Il vestito che l'avrebbe accompagnata per il resto della serata, oltretutto. Per il ballo aveva pensato a qualcosa di semplice: lungo fino al ginocchio, svolazzante come piaceva a lei e con gli orli decorati da una marea di brillantini. Ma soprattutto: rosso. L'ideale per essere discreti, no? A parte gli scherzi, la verità era che non aveva propriamente scelto lei di andare al ballo organizzato a Villa Agreste. Anzi, era rimasta indecisa fino all'ultimo perché si sarebbe ritrovata ad essere senza accompagnatore. Alya aveva insistito molto perché lei lasciasse perdere questa faccenda del cavaliere del ballo e si concentrasse su ciò che la serata era in realtà: un'occasione per divertirsi con i suoi amici. Marinette, però, era affezionata a tutte queste romanticherie convenzionali perciò non aveva mai propriamente deciso. Questo fino a quando Gabriel Agreste non le aveva spiegato che era importante che lei partecipasse all'evento per via della presenza di alcuni invitati illustri nel mondo della moda: avrebbe potuto iniziare a lavorare sulla propria immagine di stilista in quell'occasione sfoggiando qualcosa fatto da lei. Fu questo ragionamento a convincerla a partecipare e, soprattutto, ad usare il rosso. Per la prima volta nella sua vita, voleva essere notata. Sicuramente notata, ma non troppo: per questo il rosso del suo vestito era più tendente al bordeaux e non rosso vivo come il costume della sua controparte.

«Mi sa che ti devi sbrigare, eri in ritardo ancora prima di vestirti. Il ballo iniziava alle 19, hai già sforato di un quarto d'ora. La gente a questi eventi è puntuale!»

«La tua ansia non mi aiuta, Tikki...» decretò Marinette, intenta ad arricciarsi le ultime ciocche di capelli. In quel momento il suo telefono vibrò accanto al lavandino, minacciando di caderci dentro. Nel tentare di acciuffarlo, la ragazza si scottò un dito à causa del ferro caldo. Magnifico. Mentre tentava di arginare i danni bagnandolo con la saliva, vide che il messaggio proveniva dal numero di Maestro Ariun, salvato con precauzione con il nome di Camille —non aveva avuto esattamente un momento di fantasia quando lo aveva salvato...

Ad ogni modo, il testo del messaggio era chiaro:

Stamattina le ferite si sono rimarginate. Abbiamo provveduto a farlo funzionare. Il nostro amico si trova in questo preciso momento a Villa Agreste. Noi controlleremo l'esterno. Ci vedremo più tardi, tieni gli occhi aperti.

Villa Agreste... La stessa casa in cui ora con molta probabilità erano stipate almeno una settantina di persone a detta di Alya, da cui aveva ricevuto un messaggio pochi minuti prima. Grazie, come cercare un ago in un pagliaio! Marinette iniziò a farsi prendere dal panico.

«Tikki... Se veramente Papillon è a Villa Agreste, allora tutte quelle persone sono in pericolo...»

«Calmati... Se Alya non ti ha detto nulla, allora vuol dire che si trova lì in quanto civile, altrimenti la notizia dell'apparizione di Papillon si sarebbe già diffusa.»

«Detrasformato non significa meno pericoloso. Se Papillon si trova lì vuol dire che ha in mente qualcosa. Com'è possibile che, nell'esatto momento in cui riusciamo a rintracciarlo, lui sia ben camuffato in mezzo alla folla crescente di un ballo. Un ballo in maschera, oltretutto! Non riesco a credere che questa sia soltanto una coincidenza.» Ormai la ragazza aveva del tutto dimenticato le ultime ciocche da arricciare, troppo trasportata dai suoi ragionamenti.

Maschere nella Città dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora