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Per quanto ti sforzassi, era difficile riuscire a sorridere, a meno che non fingevi del tutto non appena qualcuno ti poneva la famosa domanda.
Una piccola lacrima mi rigò il volto, scese lentamente sulla mia guancia fredda, raggiungendo così il mio mento; asciugai quella piccola goccia che si era formata in quel punto con la mia mano, riportandola sopra alle mie gambe, le quali erano appoggiate sopra al prato fresco e leggermente umido a causa della pioggia.
Lessi per l'ennesima volta, il nome sulla tomba di fronte a me "Sasha Braus", come se ancora non credessi che fosse morta, e che magari, si trattasse niente meno che di un brutto incubo.
"Coraggio, è ora di andare.." Connie mi posò delicatamente una mano sulla spalla, incitandomi ad alzarmi; il suo tono era spezzato e rotto...Lui più di tutti era quello più legato a lei.
Ricordo di quando ognuno di loro si propose di ereditare il gigante fondatore, e non appena si propose Connie, Sasha rispose che era troppo stupido per essere lui il "prescelto", e così si offrì lei, ma Connie usò le sue stesse parole "...Ma no, poco fa hai detto che io ero troppo stupido per ereditare il gigante, e ora tu ti offri? Ma come, tu sei come me, siamo entrambi stupidi"; in realtà, avevano detto quel che avevano detto solo per non farsi dare questo peso.
Fu in quel momento che realizzai quanto tenessero l'uno a l'altro.
"Ditemi che non è vero!" Ci voltammo tutti verso quella voce, la voce di Niccolo.
Egli era stato avvisato di tutte le perdite, tra cui anche quella di Sasha, difatti era corso al cimitero appena ha potuto.
Aveva gli occhi rossi per il pianto e i capelli leggermente scompigliati.
In quel momento, mi alzai per dargli spazio, difatti si buttò di fronte alla tomba iniziando a piangere, cercando di soffocare i singhiozzi.
Forse anche lui, come me, pensava di non aver alcun diritto di piangere uno di loro..
"Com'è successo?!" Chiese lui con tono malinconico ma anche furioso.
"È stata una bambina...Era salita sul dirigibile e le ha sparato, era ben addestrata...Nora mi ha detto che è una candidata per ereditare il corazzato" Affermò Mikasa guardando dall'alto il biondo.
"...E dove diavolo eravate voi?!" Chiese successivamente stringendo i pugni tra l'erba del prato.
"Mi dispiace, avrei dovuto essere più attento, ti chiedo scusa" Rispose Jean con tono basso.
"Perchè mi chiedi scusa? Io sono solo un narleyano che cucinava per voi.." Affermò lui asciugandosi qualche lacrima.
Abbassai lo sguardo alle sue parole, era inevitabile non pensare a questo quando gli altri ti urlavano che non avevamo diritto nel restare in questo posto.
"Ti ringrazio per quello che cucinavi a Sasha, le piaceva davvero molto" Rispose poi Connie.
Niccolo alzó il capo portando così il suo sguardo all'altezza della tomba. "Connie, dimmi, tu come ti senti?" Chiese calmandosi leggermente.
"..Eravamo come gemelli...È come se avessi perso una parte di me..." Affermò lui con tono basso, portando una mano sulla spalla del ragazzo biondo.
In quell'istante, ci accorgemmo della presenza di una famiglia, la famiglia di Sasha; anche loro diedero l'ultimo saluto alla loro figlia.
Tra loro c'era anche una ragazza, all'incirca della mia stessa età; aveva un viso dolce e malinconico, capelli biondi e corti e occhi quasi chiari.
Mi avvicinai a lei. "Mi dispiace" Sussurrai io catturando così la sua attenzione; cercò di asciugarsi qualche lacrima per poi guardarmi.
"..Tu dovresti essere Nora...So che le eri molto affezionata, ogni tanto a tavola parlava di te, sono felice di conoscerti di persona" Affermò lei cercando di usare un tono normale e tranquillo, ma si sentiva lontano un miglio che stesse soffrendo.
Le sorrisi appena, felice di fare la sua conoscenza.

Qualche minuto dopo...

Non appena tornammo tutti a casa, fummo sommersi da numerosi cittadini, i quali chiesero il motivo dell'arresto di Eren.
Onestamente, ci mancavano solo loro.
Appena entrammo nel palazzo, posai il mio zaino marroncino su una panca per poi sedermi affianco; ero stremata dalla fatica.
"Nora, perchè non ti riposi un po'?" Mi chiese Yelena raggiungendomi.
"E tu?" Domandai guardandola dal basso.
"Io adesso devo lavorare, lo sai...Più tardi parleremo va bene?" Mi sorrise dolcemente come era sempre solita a fare.
Spostai leggermente lo zaino alla mia sinistra, appoggiandoci poi la testa sopra, rannicchiandomi su me stessa.
Avrei potuto benissimo tornare a casa, ma ero fin troppo stanca per fare anche solo un passo in più.
Come previsto mi addormentai subito.

...

"Ei, Nora svegliati!" Sentì una voce chiamarmi, inoltre avevo anche la sensazione che qualcuno mi stesse  scuotendo leggermente, come se volesse svegliarmi.
Mugugnai qualcosa di incomprensibile, aprendo successivamente gli occhi.
"...Armin?" Domandai io stranita nel vederlo qui; fu solo in quel momento che realizzai di non trovarmi a casa mia.
"Come stai?" Chiese lui accennandomi un lieve sorriso.
"Meglio, mi sono riposata qui" Affermai con la voce ancora impastata dal sonno.
"Che è successo..?" Domandai successivamente mettendomi composta sul divano.
"Abbiamo parlato con le persone che hanno divulgato l'informazione sull'arresto di Eren, adesso stanno scontando una piccolissima pena"
"E mia sorella?" Domandai poi ricordandomi che voleva parlarmi.
"Yelena è con il comandante Pyxis, lo sai anche tu che è molto impegnata con il lavoro" Rispose lui scompigliandomi leggermente i capelli.
"Dove sono tutti gli altri?" Chiesi scendo dal divano accennandogli un sorriso.
"Sono giù di sotto, li raggiungiamo?" Chiese lui ricambiando il sorriso, prendendo in spalla il mio zaino, di cui avevo completamente dimenticato.
Feci un cenno positivo con la testa, e iniziammo a scendere le scale ritrovandoci così al piano inferiore.
Appena aprì la porto, sentì Mikasa con un tono furioso.
"Scordatelo!"
Disse lei guardando Connie in un modo spaventoso.
Cosa stava succedendo?
Non appena sentirono la mia presenza, cambiarono i loro volti; da arrabbiati e confusi, passarono dall'essere sorpresi, accennandomi un lieve sorriso.
"...Di che cosa parlavate?" Chiesi io guardandoli in modo confusionario.
Loro non mi risposero, al che mi portò alla conclusione che stessero parlando di Eren e Sasha.
Armin entrò nella stanza posando poi il mio zaino, sedendosi di fronte a Mikasa.
"Com'è potuto cambiare così tanto.." Sussurrò Jean con tono adirato.
Abbassai lo sguardo.
Non so come fosse anni fa, ma prima che lui andasse a Marley, era come se fosse un'altra persona; più e più volte aveva dimostrato di tenere a tutti loro, ma ora, era come se non gliene importasse più.
L'unica persona a pensarla il contrario era Mikasa, colei che gli era sempre rimasta accanto.
Dopo un po', ognuno di noi tornò nelle proprie stanze, e solo in quel momento realizzai che in prigione oltre ad esserci Eren e quelli che avevano divulgato informazioni, c'erano pure Gabi e Falco.
Non avevo il permesso di andare nelle segrete, ecco perché fece tutto in modo silenzioso.
Volevo vederli, volevo spiegargli ogni cosa.

Spazio Autrice:

pinterest è bello ma è pieno di spoiler 🥲

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