Mi sveglio di soprassalto con la fronte ricoperta di sudore, da un incubo che da parecchio tempo non veniva a farmi visita. Mi capita di solito di vedere avvenimenti brutti accaduti, come la scoperta della mia morte, o semplicemente vedere cose che probabilmente potrebbero succedere in futuro. Guardo l'ora e sono le cinque di mattina. Mi alzo con gli occhi che ormai non vogliono più chiudersi e riprendere sonno, andando in cucina a bere un bicchiere d'acqua.
Dopo averlo fatto, vado nella stanza in cui si dovrebbe trovare Jimin. Ecco, si dovrebbe trovare solo che all'interno non trovo nessuno facendomi iniziare a sudare freddo. Il letto è esattamente come è sempre stato, niente è stato toccato e ciò mi fa preoccupare di più. Inizio a cercarlo nelle altri parti della casa, sperando che sia in bagno o che stia guardando la tv ma di lui nessuna traccia. Riesco anche a trovare il suo telefono e le scarpe da davanti la porta sono sparite. Indossi i primi indumenti che ho a portata di mano dirigendomi fuori con la speranza che lo trovi fuori in qualche luogo nei dintorni. So che lui non conosce bene questo posto in cui abitiamo e sono le cinque di mattina, non ha nemmeno un appartamento in cui ritornare.
Cammino e cammino verso una direzione incerta, guardandomi attorno alla sua ricerca mentre alcune macchine, persone mi passano accanto pronti a dirigersi a lavoro. L'aria fresca colpisce subito facendomi tremare nei leggeri vestiti che indosso."Jimin, dove sei andato?" dico sussurrando tra me e me. Lui è un ragazzo sensibile e ho paura che per colpa mia possa essersi sentito ferito dopo quelle parole e al solo pensare che lui possa andarsene mi fa salire le lacrime agli occhi.
"Piccolo mio dove sei?" inizio a chiamare il suo nome sperando in una risposta, che però non arriva. Non so quanto tempo esattamente sia passato, ma, mi fermo sedendomi in una panchina che trovo lì. Mi sono allontanato anche di troppo da casa nostra, ormai non più mia ma nostra perché appartiene anche a lui.
Penso a dove potrebbe essere andato e niente mi viene utile in mente. Sospiro decidendo di andare a casa e ad aspettarlo lì.
Sul mio ritorno sento un miagolare di un gatto e preso dalla curiosità seguo quel suono non aspettando i di trovare un ragazzo tremante rannicchiante sotto un albero.
Mi avvicino a lui cercando di toglierli il cappello dalla testa e il mio cuore si ferma e con esso anche la mia mente smette di ragionare.
"Jimin..Jimin rispondimi." scuoto il suo corpo ma non si muovo. Ha il respiro pesante e la fronte calda. Lo prendo in braccio iniziando a camminare di fretta verso casa con la paura a mille.
"Deve essersi preso la febbre. Perché te ne sei andato...stupido." le lacrime iniziano a scendere ma cerco di ritirarli addietro non credendo che sia il momento per essi.Arrivo in casa difficilmente e entro portandolo nella nostra stanza privandolo dei suoi indumenti e coprendolo con le coperte.
Senza pensarci nemmeno un secondo corro a portare una bacinella con l'acqua dentro e inizio a bagnarli la fronte con un panno. Non sono un esperto sul cosa fare quando uno è malato. Penso al fatto di come avrei dovuto portarlo all'ospedale, ma poi lo vedo aprire gli occhi e sussurrare il mio nome.
"Si amore mio sono qua."
"M-mi di-sp-iace" dice difficilmente cercando di alzarsi.
"No piccolo rimani seduto. Perché sei uscito di casa col freddo all'infuori. Shh va tutto bene. Riposato ok?" lui annuisce chiudendo gli occhi.
Serro le serrande per evitare di disturbarlo con il sole e mando un messaggio alla mia collega di lavoro per chiederle di sostituirmi.
Esco dalla stanza guardandomi nello specchio che ho davanti non sapendo in che modo comportarmi.
"Sono io l'unico che dovrei chiederti scusa."
Vado in cucina e vedo nel calendario che oggi è il giorno del mio compleanno in cu idivento ventiquattrenne. Ma ormai ho smesso di celebrarlo da ormai quattro anni.
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25 years (JIKOOK)
Hayran KurguSin dalla nascita il suo destino era già stato segnato. Sarebbe morto all'età di venti cinque anni, così avevano detto i dottori. Jungkook prima di due anni della fine della sua vita, iniziò a chiudersi in sé convincendosi che non avrebbe mai sperim...