Capitolo 34

632 26 2
                                    

Dolore.
Improvviso dolore.
Ho perso la ragione di tutto ciò che mi circonda,e un groppo al petto che mi soffoca.
Mi rivesto più veloce che posso, senza ascoltare Ryan,che mi domanda cosa mi prende.
I miei occhi sono pieni di lacrime,lacrime che mi scendono senza fermarsi, lungo le guance.
Esco dall'appartamento,mentre Ryan mi inseguiva lungo le scale,prendendomi con forza dalle braccia,da inchiodarmi al muro e fermarmi.
<Che cazzo ti prende ?> grida.
<Tom..Tom..!> singhiozzo,cercando di liberarmi dalla sua presa.
<Basta Tom! Lascialo stare,vieni su> mi tira strattonandomi.
<No! Lasciami stare! Devo andare da lui>
<Tu non ci vai, si fottesse da solo!> mi guarda con i suoi occhi pieni di rabbia,pensando di avere il controllo su di me.
Ryan si avvicina ancora di più, adesso è di fronte a me guardandomi negli occhi, il suo fiato puzza di alcol.
"Merda,quanto hai bevuto?".
<Ti preoccupi solo di lui! Sai solo provocare,fare il tuo gioco e vai a scodinzolare da Tom> sussurra a denti stretti.
<Ryan non so che ti prende ma lasciami in pace>.
Sta completamente delirando,e mi sta facendo paura,non è più il Ryan che conosco.
<Sei proprio una puttanella> alza una mano e mi accarezza il viso con il dorso,fino al mento.
Il suo dito indice mi sfiora la gola , e il cuore mi batte fortissimo.
Raggiunge la base del mio collo,e mi preme la mano sul seno.
<Tu mi vuoi e io lo so! Non vuoi Tom>
Mantenendo gli occhi fissi nei suoi,e concentrandomi su quello che devo fare,invece di reagirlo spingendolo,sono stata al suo gioco,metto la mia mano sulla sua come per farli una carezza.
Lui sorride pensando di aver vinto.
Afferro il suo mignolo,e lo tiro all'indietro,strattonandolo com forza.
Ryan urla dal dolore,lasciandomi la presa,io alzo il ginocchio dandoli una ginocchiata sulle palle,veloce e decisa,mentre lui collassa con un gemito tra le scale.
Raggiungo a tutta velocità il portone uscendo sentendolo, ancora gridare:
<Non è finita qui !>.
Corro a più non posso in strada, raggiungendo un taxi che ha appena accostato,facendo scendere due persone.
Piango per tutto il tragitto fino all'ospedale.
********************
Arrivata in ospedale.
Mi dirigo tra i corridoi cercando qualcuno a cui chiedere informazioni.
Mi scontro con un infermiera abbastanza giovane.
<Salve, sono stata appena chiamata da voi,e vorrei sapere dove si trova Tom Felton in questo ospedale>
la supplico piangendo a dirotto.
Subito, la giovane infermiera prende in mano una cartella, cercando il suo nome sulla lista:
<Controllo subito...è al terzo piano > sussurra.
<Ma cosa è successo?> domando.
<Ha avuto un grave incidente con la sua macchina, distruggendola, e il signor Felton ha preso un forte colpo alla testa>.
Io sono pietrificata, guardandola impassibile, non può essere, non lui, non ora.
È il mio tutto e solo ora ho avuto la certezza.
Ora che lo sto per perdere.
No! Scuoto la testa non devo pensare al peggio,mi tremano le gambe.
<signorina si sente bene ? > mi domanda la giovane infermiera.
Io con un filo di voce le rispondo:
< Si sto bene, la ringrazio>.
Corro verso l'ascensore dell'ospedale e clicco il numero del piano.
Mi rannicchio mettendomi le mani sulla testa,piangendo a dirotto, i ricordi del nostro tempo insieme mi tornano in mente come flash improvvisi:la sua risata, il suo ti amo, i suoi sguardi, le sue carezze.
*******************
La sua camera è la prima a destra.
Lo vedo,è disteso sul letto, il volto pieno di lividi,con due canule nelle narici collegate da una bombola di ossigeno, due flebo sia in un braccio che nell'altro.
Mi sono inginocchiata vicino a lui, da poter sperare che riapra gli occhi, e vederli ancora che bruciano per me.
<Ti amo Tom! > sussurro a singhiozzo.
La mia testa e poggiata sul suo braccio, e gli stringo la mano, sperando che me la ristringa a sua volta.
Ma nulla dopo 3 ore è ancora così.
Offro un altra silenziosa preghiera a Dio "Per favore fa che Tom si riprende e che apre gli occhi "
Mi rifiuto pensare al peggio.
Perché non ho colto l'attimo? Perché non gli sono rimasta accanto? Ho messo troppo orgoglio di mezzo.
Apro gli occhi guardandolo ancora una volta, dorme profondamente, e ancora nessun miglioramento.
Dopo un altra ora.
Arrivano James e Oliver:
< Alessia! Siamo venuti il prima possibile> cerca di consolarmi James.
<Vedrai che si riprenderà! andrà tutto bene > sussurra Oliver,dandomi due leggere pacche sulla schiena.
Non mi muovo dal suo fianco, rimango ad accarezzarli le sue nocche sbucciate, e gli bacio delicatamente la mano, per darli un po' di sollievo e farli capire che ci sono.
Ad un tratto apre gli occhi, sbattendo ripetutamente le palpebre.
< Tom! Cazzo come stai ?> si avvicina a lui,James con gli occhi sbalorditi.
Oliver senza parole e con gli occhi lucidi
< Chiamo il dottore!>
Alla fine le lacrime iniziano a scendere sulle mie guance, rimanendo in piedi a fianco a lui.
Sta bene. Ma non riesco a muovermi.
Entra di corsa il medico, e inizia a visitarlo cercando di capire se è tutto a posto.
< Sai come ti chiami?> li domanda
<Si Thomas Andrew Felton> sussurra con un filo di voce, e indolenzito.
<Sai chi è lui ? > indica a James
<Si James un mio amico > sussurra guardandolo con un lieve sorriso.
< E lei ?> mi indica il medico.
Mi guarda come se è la prima volta che mi vede, strizza gli occhi cercando una risposta, sbatte le palpebre ripetutamente e risponde:
<No non la conosco >.
"Come non mi conosce ?".
Guardo il medico, con gli occhi spalancati:
< Tom dimmi che ti ricordi di me> gli prendo il volto tra le mani, singhiozzando.
<No mi dispiace>.
Si intromette il medico,tirandomi fuori dalla stanza.
<Tom forse soffre di perdita di memoria,dovuta dal forte colpo>

Your Ocean Eyes //Tom Felton//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora