Come è stato il nostro primo appuntamento

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Taehyung pov.

Con le mani di Jimin davanti ai miei occhi, cammino lentamente fin dentro questo posto, che non sembra molto rumoroso. Delle persone parlano a bassa voce, credo persino di sentire della musica classica arrivarmi alle orecchie, cosa che mi fa sorridere istintivamente. «A cosa è dovuto questo sorriso spontaneo?»

Ridacchio, «Mi stai guardando, Jiminah?»

«Certo Taehyungie, sono curioso di vedere come reagirai quando vedrai dove ti ho portato. Comunque adesso fermiamoci» mi dice, ed io eseguo. Una voce maschile ci dà il benvenuto, chiedendoci se avessimo effettuato una prenotazione, al che Jimin dice il suo nome, per due persone, e la voce ci dice di seguirlo. Torno ad avanzare lentamente, guidato dai movimenti di Jimin, che mi ha in suo potere, e metri più avanti ci fermiamo nuovamente. La voce ci saluta, e intanto quello che è il mio corpo preferito si fa più vicino al mio, e sento la sua presenza, la sua bocca vicino al mio orecchio «Sto per togliere le mani, tu però tieni ancora gli occhi chiusi fino a quando non ti dirò che puoi aprirli. Puoi promettermelo?»

Sempre più ansioso, sospiro, annuendo «Te lo prometto.»

Poche parole che bastano perché Jimin tolga le sue soffici mani dal mio viso. Anche se difficilmente, perché la curiosità è tanta, faccio come promesso e attendo, sentendo Jimin spostarsi. «Ci sono quasi, tranquillo.»

«Dove stai andando?»

«Shh» sussurra, «Ok allora, puoi aprire gli occhi tra tre... due... uno, vai» e finalmente posso guardarmi attorno, con occhi fuori dalle orbite e una mano che porto a coprirmi la bocca, aperta come quando si è increduli, cosa che sono io attualmente. Sento l'altro ridacchiare, così mi volto verso di lui, che mi osserva con gli occhi a mezzaluna «Preso!»

«Ma che hai fatto?» rido a mia volta.

«Volevo farti un video mentre aprivi gli occhi e reagivi a questo posto, e a giudicare dalla tua reazione ho fatto benissimo» mi spiega, facendo spallucce e rimettendo il cellulare in tasca, «Sono sicuro che non sapessi di questo posto, perché è segreto, e lo si viene a conoscere solamente tramite altre persone, la trovo una figata. Io devo ringraziare Lisa, la ragazza di Taemin» continua, spiegandomi di come abbia fatto per trovare questo luogo meraviglioso. Siamo in un locale, un ristorante presumo, a giudicare da come è apparecchiato il nostro tavolo, e tutte le pareti attorno a noi sono immense librerie. Non c'è n'è una che non sia rivestita da libri, che a guardare sono di ogni tipo, da quelli più recenti a quelli antichi, di qualsiasi genere letterario. È il posto più bello che io abbia mai visto, e pensare sia all'interno di quello che da fuori pare un vecchio palazzo mi sembra stranissimo. Mi mordo il labbro, cercando di trattenere altre lacrime che possano seguire quella che già, libertina, ha lasciato il mio occhio, per andare ad accarezzarmi la guancia. «TaeTae, che fai?! Stai piangendo? Tu sei pazzo!» vedo Jimin, che si sta togliendo la giacca, lasciarla in modo veloce e trasandato sulla sua sedia, per potermi raggiungere quanto prima e prendere il mio viso tra le mani, ridacchiando, facendoci avvicinare, la sua risata che mi inebria, le nostre fronti che si toccano. «Non ti ho portato in questo paradiso terrestre per farti piangere, stupidone. Speravo di renderti felice. E speravo pure di poter trovare un posto, dato che ho prenotato solamente questa mattina, eppure eccoci qui» allora sì che inizio a ridere, spingendolo, per prenderlo in giro.

«Che scemo che sei. Sono sorpreso di sapere che hai scoperto di questo posto grazie alla ragazza di Taemin. Lo conosceva lei, e non lo conoscevo io!» mi guardo nuovamente attorno, stupito, mentre tolgo la giacca, per poterla sistemare ordinatamente sulla mia sedia. Poi mi siedo, e Jimin mi segue, sistemandosi di fronte a me. «Ma da quanto ne eri a conoscenza tu?»

«Un po' di tempo, lo ammetto. È sempre stata la mia idea di nostro primo appuntamento perfetto, doveva solo...» Jimin accenna un sorriso, abbassando la testa, «venire fuori l'occasione per chiederti di uscire, ecco» poi fa spallucce, e io cerco la sua mano, che stringo.

Too good for me || VMINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora