Come è stata la mia prima sigaretta

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Terza persona.

«Corro da lui» Hoseok schiocca un bacio veloce sulla guancia di Jennie e si alza, pronto a correre da Taehyung, quando Jimin compie la medesima azione per seguirlo, trovandosi alle sue spalle. Ma al sentire altri passi, Hoseok si volta, ritrovandosi di fronte proprio quel ragazzo che ha sempre cercato di sopportare solo per l'affetto nei confronti di una delle persone a lui più care. «Che vuoi?»

Jimin fa un passo indietro «S-sto venendo con te.»

«E perché mai?»

«Per Taehyung.»

Hoseok ride «Ma fammi il favore, rimani qui e non venire a rovinare ulteriormente le cose» e si mette a braccia conserte. «Secondo te perché Taehyung non se l'è sentita di baciarti? Andiamo, non è difficile. Si è rifiutato di baciare queste labbra» le indica, con l'indice a pochi centimetri da loro «quando sei l'unico ragazzo che ha in testa da anni, e lo sai bene. Perciò, ti prego, resta qui e non infierire.»

Jimin resta immobile, attonito davanti alle crude parole di Hoseok. Ha capito tremendamente bene ciò che Taehyung ha provato, e si sente improvvisamente una merda per aver acconsentito in modo tanto tranquillo a baciarlo. Il loro primo bacio Taehyung non l'aveva immaginato certamente in questo modo, grazie ad uno stupido gioco.

«Scusami, non—»

«Jimin,» ma una voce decisamente più alta e arrabbiata interrompe la loro dura conversazione «puoi venire con me? Dobbiamo parlare.»

Jimin sospira, abbassando la testa. «Yoongi...», è un sussurro il suo, debole, colmo di paura. Già sa dove la loro conversazione li porterà.

«Ooh, Yoongi, ti ringrazio tantissimo!» Hoseok gli sorride, anche se con un'ironia tagliente «Prendilo e portalo via, che non ha bisogno di seguirmi per creare altro casino. Dopotutto,» e porta i suoi occhi nuovamente su Jimin «solo questo ha saputo dimostrarmi da quando l'ho conosciuto. Park Jimin non è altro che un casino con due gambe, che gli permettono di andare ovunque e fare cazzate», e dà ai due le spalle, allontanandosi velocemente e lasciando Yoongi impassibile come suo solito e Jimin con il cuore spezzato, che trattiene le lacrime per la verità che ha appena sentito. Già sapeva di essere quello che Hoseok ha appena descritto, ma sentirselo dire è stato comunque un brutto colpo.

«Jimin,» Yoongi lo prende per il polso, tirandolo con sé «vieni con me.»

Raggiungono il retro del locale, e Jimin si stacca con un gesto secco dalla presa di Yoongi. «Che vuoi?» una domanda che avrebbe voluto porgli con arroganza, ma che la sua voce flebile lo ha fatto passare per quello spaventato da questa situazione.

«Che voglio, Jimin?» Yoongi gli prende le guance con una mano, facendogli incontrare i suoi occhi «Che tu la smetta di essere così libertino, porca troia. Ecco perché ci siamo lasciati, perché non sapevi tenerti il cazzo nelle mutande. Stavi per baciarti Taehyung come se nulla fosse quando abbiamo scopato settimana scorsa, io e te» e stringe la presa su quelle guance che, vicine, rendono ancora più gonfie le sue labbra preferite. È una tortura, per Yoongi, doversi trattenere dall'appropriarsene.

Jimin scaccia la sua mano con rabbia, fulminandolo con lo sguardo. «Non posso credere che tu stia dando a me la colpa della nostra rottura, quando sai benissimo che tipo di fidanzato tu sia diventato ad un certo punto della nostra storia. Eri diventato così ossessivo che a volte mi sentivo...» abbassa la testa, battendo il pugno al muro per cercare di reprimere il dolore che quei ricordi gli provocano «come in trappola. Ecco perché mi ero distaccato io, lo ammetto, di mia spontanea volontà. Ma mi spaventavi.»

Yoongi sbuffa «Ancora con questa stronzata, Jimin. Spaventarti solo perché ero geloso? Ma quante stronzate puoi sparare certe volte?»

Jimin rialza la testa, stanco «Ho detto "ossessivo", Yoongi, molto peggio di una semplice gelosia. Vogliamo ricordare di quando mi hai tirato uno schiaffo?!»

Too good for me || VMINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora