Come mi ha illuso [seconda parte]

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Taehyung pov.

«Anche io penso sia giusto che ne parliamo, sai? Tutto questo mi dà estremamente fastidio, mi sento preso in giro come mai prima d'ora, e da quello che dovrebbe essere il mio migliore amico!»

«Lo è ancora dopo che ti ha abbandonato per tre anni? Sei proprio troppo buono ragazzo, lasciatelo dire» se la ride quel Yoongi, mandandomi su tutte le furie.

«Sì, qualche problema?» avanzo verso di lui a passo deciso e allargando le spalle, pronto a fargli ripetere quello che ha appena detto. Sono fatto in questo modo, sono sensibile, buono, sempre pronto ad aiutare il prossimo, ma quando si parla in un modo che poco mi piace sulle persone a cui tengo allora perdo le staffe.

«Tae, Tae, Taehyung!» Jimin mi prende per mano, tirandomi «Andiamo nel mio appartamento e discutiamone da soli, lascialo stare, non ne vale la pena, davvero.»

«Ah, quindi è così? Non ne valgo la pena, Jimin?»

«Non volevo dire questo Yoongi, è che—»

«Allora smettila di metterti in bocca le parole sbagliate. Vabbè, vi lascio, che ne avete di che discutere. Se dopo vuoi che passi come al solito mandami un messaggio» sono le ultime parole di Yoongi, prima di chiudere la porta.

«T-torniamo al mio appartamento?»

Sospiro «Abitate uno di fronte all'altro, quindi.»

«Ehm, sì» Jimin ridacchia, dirigendosi a passo veloce verso la porta del suo appartamento, dove gira velocemente la chiave, aprendola.

«Jiminah ti conosco, ti comporti come se stessi scappando, ma sai che dobbiamo affrontare la questione come persone adulte, vero?» gli domando, e lo vedo gelarsi sul posto, stringendo nel pugno il mazzo di chiavi «Devi dirmi chi è questo Yoongi per te, perché mi stai già confondendo troppo e sono solo tre giorni che sei tornato» e lo raggiungo, facendolo spostare, per chiuderci la porta alle spalle.

«Togliti la giacca e fai come se fossi a casa tua, come hai sempre fatto dopotutto» mi dice, sfilandosi la sua, e posandola sul tavolino che sta accanto alla porta d'ingresso.

Faccio lo stesso e mi fermo, aspettando di vedere come lui possa comportarsi. «Ehm, prima di parlare ti faccio vedere l'appartamento? Te l'ho detto, ci tengo che tu lo veda...» fa per prendermi la mano, ma lo respingo, non perché io non voglia intrecciare le mie dita alle sue, ma perché voglio fargli capire che non può ottenere tutto da me come se avesse il pieno controllo sulla mia persona... forse.

«Tae, non avercela con me, ti prego...» la sua voce si affievolisce, facendomi male.

«Non ce l'ho con te, però prima voglio capirci qualcosa di tutta questa storia. Fammi vedere l'appartamento, dai.»

«Mh mh, seguimi!» mi sorride, facendomi gesto di seguirlo. Mi fa vedere tutte le stanze senza perdere il sorriso, spiegandomi come avesse scelto i mobili nuovi cercando di tenere vivo il ricordo della casa dei suoi genitori. Infatti adoro questo posto, in un certo senso mi sento come se non avesse mai traslocato; dopotutto dove c'è Jimin, di qualsiasi posto si tratti, per me è come essere a casa. «E questa è la mia camera, ti piace?» entriamo infine nell'ultima stanza, e comincio a percepire una certa ansia. Non voglio che si sdrai sul letto e che mi inviti nuovamente a raggiungerlo per parlare, perché se dovesse avvicinarsi un po' troppo al mio viso come tempo prima, io non riuscirei a tirarmi indietro e non ci sarebbe nessuno ad interromperci, e non so se io lo voglia ora, dopo che ho scoperto di essere uno dei due ragazzi a cui si aggrappa.

«Mi piace molto, Jiminah... mancano i poster però» ridacchio, guardandomi attorno.

«Vivranno per sempre nei nostri ricordi, e poi dai, ci basta tornare a trovare i miei per rivederli nella mia vecchia stanza» ride a sua volta, mentre mi avvicino al comodino, dove trovo qualche foto.

Too good for me || VMINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora