Discorso

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XIII Capitolo

Dopo qualche minuto di passeggio arrivarono in uno dei giardini del palazzo, ben curato e ricco di fiori a perdita d'occhio. Il sovrano continuò a passeggiare tra quei cespugli colorati, preoccupandosi di tenere sempre un passo lento ma anche deciso. Liv lo seguiva senza dire una parola aspettando che fosse lui a parlare e sperando di non essere nei guai.
<<Sono belli i fiori non credi mia cara?>> le chiese in re.

La giovane non capì il motivo di quella domanda, ma si affrettò a rispondere <<Molto belli maestà>> affermò con voce gentile. Poi lo vide fermarsi ed annusare una delle rose bianche presenti in quel luogo e il suo volto sembrò quasi rilassarsi, mantenendo però sempre la solita aria autoritaria.

<<Queste sono le rose che ho scelto per la celebrazione del tuo matrimonio...>> disse <<...sono le mie preferite>> poi aggiunse guardando la ragazza.

Ogni volta che Liv ascoltava qualche discorso sul matrimonio, il suo cuore perdeva un battito e il respiro diventava più pesante per l'ansia e l'agitazione, ma soprattutto per la tristezza. Però tutto quello che provava non poteva farlo vedere a nessuno e così ogni volta era costretta ad indossare una maschera falsa che la proteggeva. Si stampò un raggiante sorriso sulle labbra <<La ringrazio sono davvero uniche>> esclamò con quell'entusiasmo finto di cui era provvista.

<<Sai ragazza, io credo che tu e Rig siate davvero una coppia bellissima e sono sicuro che porterete molto onore alle rispettive famiglie>> affermò l'anziano sovrano tenendo sempre gli occhi ben fissi su di lei.

La giovane espresse una sola opinione al riguardo <<È la cosa che desidero di più, ripagare la mia famiglia per tutti i loro sacrifici>> semplicemente disse con le solite carinerie di cui si era stufata già da tempo.

<<Bene sono molto contento di sentirtelo dire. Ora puoi andare, io resterò ancora qui a passeggiare>> le disse.

Liv, felice, si inchinò e si allontanò con passo spedito.
"Per fortuna è andato tutto bene, mi sono preoccupata inutilmente" Pensò facendo un sospiro di sollievo, mentre attraversava i corridoi per tornare finalmente nelle sue stanze. Tuttavia ancora una volta fu interrotta e in quel momento sentì davvero l'ansia che cresceva sempre di più sino a prendere possesso completo del suo corpo. Terje e Else si stavano incamminando verso di lei e i loro volti erano furiosi come mai prima dall'ora.

Quando il padre le fu vicino non ci fu carineria che tenne <<Vieni con noi, subito!>> esclamò con tono rabbioso ma silenzioso per non farsi sentire da nessuno se non da Liv e dalla moglie. Portarono velocemente la figlia nelle loro stanze e lì iniziò il caos.
Grazie agli incantesimi di palazzo, tutto ciò che si diceva all'interno di qualsivoglia stanza non veniva sentito da nessun'altra parte e così i due genitori non contennero né le parole né tantomeno il tono di voce.
<<Si può sapere dove sei stata oggi?>> disse il padre con gli occhi iniettati di sangue tanto era furibondo.
Liv non aveva mai visto il padre in quelle condizioni e si spaventò tanto che non riuscì a dire nulle. Le sue labbra si paralizzarono tanto quanto la lingua che rimase inerme al suo posto senza riuscire a formare nessuna parola.

<<Ti abbiamo cercata ovunque, non ti sei presentata all'appuntamento...>> questa volta fu la madre a parlare <<...Rig ti ha aspettata per non so quanto tempo e il padre era furioso!>> esclamò anch'ella molto arrabbiata, seppur meno del padre.

La giovane continuava a guardare il pavimento, non riuscendo a tenere lo sguardo fisso su i due e soprattutto non riuscendo a formare nemmeno un solo pensiero che potesse essere degno di parola.
"Vi prego basta!" Si stava dicendo e più se lo ripeteva più le lacrime cercavano di uscire da quelle due gemme verdi.

Terje continuava a guardarla aspettando una sua risposta che però non stava arrivando <<Noi non ti abbiamo adunata in modo che sparissi e ti dileguassi dai tuoi compiti...>> allora le disse, ma poi venne interrotto da una voce bassa quasi impercettibile che però arrivò chiara e forte alle sue orecchie.

<<No, voi mi avete educata ad obbedire come una marionetta>> disse Liv, con quell'ultima scintilla di volontà che ancora le era rimasta.

Il padre della giovane socchiuse gli occhi <<Cosa hai appena detto?>> le chiese con voce più bassa e assai più minacciosa.

Questo fu il punto di rottura che portò Liv all'esasperazione. Tutta quella situazione non riusciva più a sopportarla e allora scoppiò come un palloncino in cui si immette troppa aria <<Hai sentito perfettamente padre!>> esclamò e questa volta anche la sua voce era più alta e soprattutto era pregna di quella rabbia che portava con se da praticamente tutta la vita.

<<Come osi rispondere in questo modo a tuo padre?>> chiese sconvolta Else che fu interrotta da un gesto del marito.

<<Ascolta molto attentamente ragazzina, noi abbiamo fatto troppi sacrifici per far sì che tu sposassi un uomo degno della nostra famiglia, tu non puoi rovinare tutto in questo modo!>> asserì mantenendo sempre lo stesso tono di voce.

Liv nell'udire quelle parole sgranò gli occhi e perse ogni freno <<Voi non avete fatto alcun sacrificio che non fosse per voi stessi. Non avete mai pensato neanche una volta, a quello che volevo io, ai miei desideri. Non vi siete mai presi la briga di chiedermi quali fossero i miei sogni ne chi volessi essere...>> affermò Liv tutto insieme, ma non si limitò a quelle parole perché la rabbia e la delusione erano troppe <<...tutto ciò che avete fatto era per i vostri interessi ed io ero solo una delle tante carte da giocare per arrivare all'obiettivo e chiudere la partita con una bellissima vincita...>> disse ancora <<...io sono stanca di vivere la vostra vita!>> esclamò quasi urlando e subito dopo corse via da quelle stanze strette spingendo via i genitori che rimasero allibiti dalla scena che avevano appena visto.

Liv scappò via, corse, sempre di più tenendosi alzato il lungo vestito. Ogni passo era sempre più pesante, ogni battito sempre più accelerato. Le lacrime iniziarono a scorrere libere come mai erano riuscite a fare, quello era l'inizio dell'incubo, ma Liv non si era mai sentita così libera come in quel momento e sognò, almeno per un istante, che la sua vita potesse essere sempre così leggera.

La volontà (Loki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora