Addio

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XXIV Capitolo

Una settimana.
Sette giorni.
168 ore.

Questo era il tempo trascorso per i due amanti e per tutto il castello, da quando Odino aveva deciso che il matrimonio si sarebbe comunque celebrato nonostante tutto. L'ultima notte accoglieva Loki e Liv prima che fossero separati per sempre, prima che le vite di entrambi prendessero strade troppe diverse per incrociarsi nuovamente. Tutte le notti di quei sette giorni le avevano passate insieme, ma quella fu la più speciale di tutte perché sapevano bene che non c'è ne sarebbero state altre. Per questo è per mille altre ragioni, quelle ore scure le passarono ben svegli cercando di godersi gli ultimi momenti che avevano cercando di non pensare troppo a ciò che sarebbe avvenuto allorquando il sole fosse stato alto nel cielo.

E le prime ore furono facili da trascorrere tra dolcezze e sorrisi, immersi in quelle bellissime emozioni che riuscivano a suscitare nell'altro senza dire una singola parola. Quelle prime ore furono tanto belle quanto diverse dalle precedenti, sarebbero di fatto diventate le ore più rimpiante sia per lei che per lui.

Quando però il sole iniziò a fare capolino al di là dei monti tutte quelle belle sensazioni si trasformarono in qualcosa di molto più nostalgico e malinconico.
<<...Non voglio che il sole sorga oggi>> all'improvviso Loki sentì queste parole provenire dalle labbra della giovane che era poggiata sul suo petto. Nella sua mente iniziarono a correre tante immagini diverse, tuttavia egli non riuscì a risponderle in alcun modo perché tutto ciò che avrebbe potuto dire sarebbe stato triste e senza speranze.
Liv questo lo sapeva bene, ma aveva bisogno di sentire la sua voce finché avesse potuto <<...Sarebbe così bello se questa notte non finisse mai>> disse ancora e alzò la testa per leggere gli occhi del suo innamorato che erano pregni di tristezza.

<<Neanche io posso far tardare l'alba>> disse lui cercando di restare ironico come sempre, ma fallendo miseramente. Così di scattò girò la testa verso il lato opposto della ragazza e nascose una lacrima solitaria che aveva forzato gli argini ed era riuscita a scorrere libera.
"Non posso piangere, non davanti a lei" si disse contenendo tutte le altre goccioline che tentavano di emulare quell'unica lacrima ammutinata.

Tutti i tentativi di nascondere quella lacrima amara e salata furono però vani, perché Liv se ne accorse nell'attimo in cui girò il volto. Non disse assolutamente nulla, sapeva bene che per lui era già troppo e che il suo carattere lo portava a chiudersi in se stesso, però non poté contenersi. Lo guardò con un piccolo sorriso mentre le lacrime iniziarono a scendere dirompenti sforzandosi di mantenere un'espressione felice del tutto innaturale. Solo dopo diversi istanti Loki si rigirò verso di lei e se ne accorse. In quell'attimo ogni freno, ogni recinto scomparve lasciando scappare tutti i sentimenti che stava provando facendo si che anche le altre lacrime raggiungessero quella solitaria.

Si ritrovarono abbracciati, con un finto sorriso in volto e le lacrime che rigavano le loro guance finché non arrivò la mattina. Arrivò inarrestabile il momento dell'addio.
<<Ti amo Liv, ricordalo>> furono le parole del dio che aveva asciugato ogni traccia di quelle gocce amare.

Con il dorso della mano, Liv fece lo stesso <<Non lo dimenticherò mai>> esclamò la giovane.
Loki la baciò dolcemente per l'ultima volta e poi, così com'era comparso, scomparì dalla stanza senza lasciare alcuna traccia di se nella stanza o nella vita di Liv.

Passò soltanto un'ora prima che le porte della stanza si aprissero lasciando entrare due donne, entrambe molto alte ed anziane. L'una con i capelli biondi quasi bianchi, l'altra con la chioma grigia in cui si intravedeva qualche capello nero. Avevano un volto molto serio e severo, cosa che a Liv non piacque per niente e portavano con loro un vestito e dei profumi.
La prima donna la fece accomodare alla toletta per acconciarle i lunghi capelli. Ogni tanto Liv mugugnava per il dolore che la spazzola le infliggeva, ma l'anziana non sembrava importarsene. Dopo diverso tempo, troppo forse, il lavoro era terminato. La giovane si ritrovò con un grande chignon morbido che si appoggiava sulla nuca con qualche piccolo ciuffo lasciato sciolto sulle tempie. La pettinatura era stata adornata con diversi tipi di fiori, tutti bianchi, tra cui spiccavano le rose posizionate delicatamente tra una ciocca e l'altra.

Non appena abbe terminato ebbe poco tempo per guardarsi e capire che non si piaceva in quel modo, perché subito l'altra donna la chiamò per sistemarle il vestito. Lei si avvicinò e la lasciò lavorare senza intralciare il compito. Dopo che ebbe ben stretto gli ultimi lacci del corsetto, le venne adagiato sul corpo il lungo abito bianco con ricami color avorio che fu adeguatamente stretto anch'esso.

Finalmente si guardò allo specchio "questa non sono io" fu l'unica cosa che riuscì a pensare. Il vestito le stringeva troppo la vita riducendola a pochi centimetri e la stoffa era molto pesante al contrario di quelle leggere che amava e indossava sempre. Non era un abito ampio, ma era troppo complesso ed elaborato per la sua età ed il suo carattere, per di più contornato da quell'acconciatura era tutto troppo rigoroso ed austero per lei.

Si perse nei suoi ultimi pensieri di libertà, quando all'improvviso venne richiamata dalle due anziane che le spruzzarono un po' di profumo sul collo e le passarono il bouquet di rose bianche.
"Odino stesso ha scelto questi fiori..." si ricordò pensando alla loro chiacchierata "...lo odio!" Confessò a se stessa.

Non c'era altro da fare se non dirigersi nella sala del trono scortata dalle due donne. Ogni metro percorso era una fitta al cuore e un pugno allo stomaco.
"Ti prego..." pensò "...fa che Loki non sia presente" sperò sapendo che in quel modo avrebbe potuto contare su più coraggio, non dovendo guardare gli occhi dell'uomo che stava abbandonando.
Quando arrivò all'entrata della sala, aspettò che le imponenti porte si aprissero e a testa alta iniziò a percorrere quella navata di tristezza. Fece scorrere i suoi occhi da una parte e dall'altra, notando che non c'era nessuno a celebrare quel matrimonio se non i diretti interessati, nessun invitato.
"Odino ha blindato questa stanza, ha paura che possa fare qualche altro guaio" si disse quasi sorridendo.

Ad ogni passo si avvicinava all'uomo che sarebbe divenuto suo marito che era sempre fiero e serio. Quando fu quasi a destinazione, si voltò di poco alla sua destra e vide seduto Loki insieme al fratello che aveva posato una mano sulla sua spalla per evitare che intervenisse in qualche modo. Lei lo guardò per qualche secondo, face colare una lacrima e poi ritornò a guardare Rig accettando il suo destino.

La volontà (Loki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora