XX Capitolo
Mentre si incamminavano di nuovo verso i palazzo d'orato di Asgard, Loki ogni tanto guardava la giovane che sino a qualche ora prima aveva tenuta stretta fra le braccia e pensava a quello che era successo.
"Alla fine sono riuscito a raggiungere il mio obbiettivo, lei adesso è mia, eppure questa vittoria mi sembra così amara. Non capisco più quello che voglio" pensò mentre continuava a camminare messo alle strette dal fratello che lo controllava molto attentamente.
"Sono sempre rimasto soddisfatto delle mie conquiste, ma questa volta mi sembra quasi di averla usata, il che è vero ma perché mi interessa?" rifletté e nello stesso tempo guardò Liv che in quell'istante si girò verso di lui e gli fece un piccolo sorriso triste. Nel momento in cui i suoi occhi si posarono su quel bel sorriso, la sua mente lo riportò alla sera precedente "E' ovvio il perché mi interessi: non ho mai trovato nessuno per cui sarei rimasto dopo una notte d'amore, di solito me ne vado prima che si sveglino, mentre questa volta sarei voluto rimanere accanto a lei ancora per molto tempo" quindi si disse realizzando che per la prima volta forse aveva qualcosa di concreto per cui lottare.
"Quando Liv mi ha visto fuori dalla grotta era molto sorpresa, immagino che pensasse che l'avessi abbandonata lì da sola, eppure questa era la prima volta che non avrei mai voluto farlo" pensò in fine.In tutto quel tempo in cui Loki pensava a cosa stesse cambiando nella sua mente, Liv all'inizio si era persa a riflettere su cosa sarebbe potuto succedere una volta arrivati a destinazione, ma non avendo la minima idea decise di portare la sua mente verso un viaggio alternativo, più precisamente verso quel dannatissimo dio che le aveva stravolto la ragione.
"Ero davvero convinta che te ne fossi andato e invece mi sbagliavo" si disse in principio mentre faceva vagare i suoi occhi verso di lui cercando anche di liberarsi dalla presa del soldato.
"Però adesso mi chiedo cosa significhi. Io credo di provare qualcosa, ma per te è lo stesso?" chiese a se stessa e allo stesso tempo vide il dio guardarla, così si sforzò di sorridere.
"Vorrei davvero conoscerti meglio perché tutti i tuoi modi di fare sono discutibili eppure mi attirano come una calamita da cui non riesco a liberarmi" pensò continuando a camminare, mandando di tanto in tanto qualche occhiataccia a Thor.Con il tempo loro nemico, arrivarono in fretta al castello e furono condotti nella solita sala del trono dove li stava attendendo Odino con tutte le persone immischiate in questa situazione. Appena vi entrarono, Loki e Liv, furono gettati a terra e costretti ad inchinarsi dinanzi al sovrano, mentre il dio del tuono prese posto sul trono al fianco di suo padre. I due giovani si guardarono, poi gli occhi di lei vagarono sui volti furiosi dei genitori e del suo promesso sposo e non potette trattenersi dal pensare "Che vita in gabbia".
Da quando erano in ginocchio su quel pavimento freddo erano già passati diversi istanti, ma nessuno aveva ancora proferito parola, c'era solo un gran movimento di occhi e il rumore dei respiri che diventavano sempre più opprimenti finché il re ruppe quell'assordante silenzio <<Tutto questo è intollerabile...>> disse soltanto in principio guardando torvo e con disprezzo il volto della giovane <<...il tuo comportamento ricade su tutti noi, sul buon nome del mio regno. Hai idea di che danni puoi causarmi con questo tuo comportamento?>> disse e poi chiese alla giovane che però non rispose. Liv sapeva bene che tutto quello era un gran guaio per lui, ma per una volta non le interessava degli altri.
Odino la scrutò e quando capì che la risposta non sarebbe arrivata, continuò il suo discorso <<Tu adesso te ne resti confinata nelle tue stanze fino al matrimonio che avrà luogo fra sette giorni esatti>> disse severo con un tono minaccioso.La giovane alzò di scatto la testa e lo guardò per qualche istante <<Vi prego vostra maestà, non potete obbligarmi!>> disse con voce più alta del solito, ma cercando di mantenere un certo contegno.
<<Posso e lo farò!>> esclamò l'anziano sovrano.
Udite quelle parole, Liv cercò lo sguardo dei genitori per sperare in un loro aiuto ma non ottenne assolutamente nulla da loro, così si girò verso Loki che era ancora inginocchiato al suo fianco e lo supplicò di fare qualcosa solo con lo sguardo, che valeva più di mille parole.
Pertanto il dio decise di prendere parola <<Odino si più comprensivo...>> cercò di farlo ragionare, ma fu subito interrotto dalla voce profonda del re.<<...tu non cercare neanche per un secondo di immischiarti. Hai già fatto abbastanza e ricorda che come ti ho liberato dalle prigioni ti ci posso rimandare>> gli disse guardandolo fisso negli occhi.
"Con le buone maniere non si arriva proprio a nulla" pensò subito dopo il dio che decise di giocarsi il tutto e per tutto, pensando che tanto non avevano nulla da perdere <<Il matrimonio non potrà comunque essere celebrato!>> quindi esclamò preoccupandosi che anche l'ultima persona in quella stanza potesse sentire le sue parole.
Il sovrano girò di scatto il volto verso di lui con uno sguardo che diceva anche troppo, probabilmente aveva capito a cosa Loki si stesse riferendo e quello sguardo era un modo per dirgli silenziosamente che non poteva aver fatto una cosa del genere.
Loki si accorse di quell'occhiata e lo fissò con tutta la sua solita sicurezza e freddezza <<Liv non è più pura, è stata compromessa. Non ti serve a niente una matrimonio del genere>> affermò.Odino scattò in piedi e tutti sobbalzarono per quel gesto improvviso e tanto rumoroso <<Dimmi che non l'hai fatto!>> urlò.
Mentre questo scambio di pareri per niente calmi accadeva, Liv era rimasta ferma a sperare in un miracolo che sembrava più impossibile degli altri e quando quell'argomento era saltato fuori, posò lo sguardo su Rig che aveva una faccia disgustata e sui genitori che invece erano sconvolti e pallidi. Ma non disse niente e aspettò ancora che fosse Loki a rispondere al padre <<Mentirei se dicessi il contrario, quindi lasciala andare non ti serve più a nulla ormai>> disse il dio dell'inganno giocandosi quell'ultima carta che aveva a disposizione.
Odino per la seconda volta si girò verso il trono dando le spalle ai giovani, guardò con occhi calcolatori sia Thor che il consigliere con accanto Rig e Terje. Si perse a guardare la paura negli occhi di Else che era rimasta immobile e senza fiato per tutto il tempo e in fine, decretò il suo verdetto definitivo <<Il matrimonio verrà celebrato tra sette giorni...>>.
<<No!>> si udì il grido di Liv.
<<...quanto a te ragazza, te ne torni nelle tue stanze. Non ti sarà permesso uscire, nessuno potrà farti visita fino al giorno stabilito...>>.
<<Odino ti prego...>> disse Loki.
<<...avrai tutto il tempo per pensare all'errore madornale che hai commesso e poi ascoltami molto attentamente...>> le disse il vecchio e si avvicinò a lei prendendole in volto con una mano con poca gentilezza <<...se mai questa tua avventura avesse dato frutti, il bambino verrà affogato non appena vedrà la luce...>>.
<<N-no ti prego!>> urlò la ragazza singhiozzando con le lacrime agli occhi al solo pensiero.
<<Sono stato abbastanza chiaro?!>> questa volta fu Odino ad urlare. La sua voce fu talmente alta e minacciosa che Liv non riuscì più a dire nulla ne a guardarlo in faccia. Si sentì morire per quelle parole così spietate che il sovrano le aveva rivolto e ancor di più per il fatto che nessuno, a parte Loki, l'avesse minimamente aiutata. Non poteva pensare che i suoi genitori avessero acconsentito ad uccidere in bambino innocente che tra l'altro sarebbe stato loro nipote. Per lei era inconcepibile. Respirare le divenne difficile, le ci vollero solo pochi secondi prima che la vista si annebbiasse e le gambe perdessero forza. Cadde come un corpo morto su quel freddo pavimento e tutto si trasformò in buio pece e rumoroso silenzio.
"Perché..." riuscì a pensare prima che tutto si spegnesse.
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La volontà (Loki)
FanfictionLoki, il principe non accettato e allontanato da tutti deve affrontare il suo carattere problematico e le relazioni irrisolte con il padre e il fratello. Liv, una giovane ragazza che è costretta a convivere con il fardello della sua nobiltà che la...