XXV Capitolo
Odino iniziò la cerimonia con severità e freddezza calcolata.
<<Siamo tutti qui per celebrare l'unione di due anime e due menti nel vincolo del matrimonio...>> cominciò la tiritera. Pronunciò tante di quelle bugie che Liv non poté far altro che scuotere il capo impercettibilmente e spesso chiudere gli occhi, poi prese un striscia di stoffa bianca <<...con questa stoffa io lego le vostre mani così come sarete voi uniti per il resto delle vostre vite>> esclamò facendo passare il tessuto su uno dei polsi di Liv e dello sposo che legò insieme senza stringere.
<<E adesso, le firme>> disse indicando una pergamena sul tavolo posto al suo fianco. Quando i due si avvicinarono videro già incise le firme dei loro rispettivi genitori e si apprestarono a scrivere le loro. Rig incise la sua con fermezza, poi toccò alla giovane che prese la piuma con mano tremolante. La appoggiò sul foglio, ma non riuscì a scrivere assolutamente nulla.Guardò Rig, poi Odino ripetendo l'azione per diverse volte, alla fine guardò diritta davanti a se nel vuoto. Lasciò di colpo la piuma, buttò a terra i fiori e slegò in fretta i loro polsi. In men che non si dica corse via dalla stanza senza completare il rituale, tenendosi ben stratta il vestito lungo che altrimenti le avrebbe impedito la fuga.
<<Prendetela!>> esclamò irati il sovrano che quasi divenne rosso dalla sorpresa.Liv corse, corse e ancora corse. Fuggì per tutti i corridoi del castello nascondendosi dietro alle colonne per scappare dalle guardie che la stava inseguendo. Iniziò a percorrere luoghi che non aveva mai visto prima senza preoccuparsi minimamente di potersi perdere, l'importante era sfuggir e il più a lungo possibile per cercare di trovare qualche altra scappatoia, perché si rese conto di non voler sacrificare la sua felicità per gli altri.
E allora scappò, corse via attraversando centinaia di corridoi finché si accorse che nessuno più la stava inseguendo, tutti persi a cercarla chissà dove e allora rallentò la marcia e prese fiato. Riprese a camminare, ma con passo più leggero e calmo di prima sino a quando non arrivò il un corridoio senza alcuna porta fatta eccezione per una grande entrata che sembrava murata e su cui vi erano disegnati diversi simboli.
Incuriosita si avvicinò e più ci si affiancava più le rune si illuminavano fin quando, arrivata di fronte, emisero un bagliore forte che la costrinse a chiudere gli occhi per un po'.Quando li riaprì il muro era completamente sparito, lasciando il posto ad un ingresso privo di porte, libero ad ogni accesso. Sapeva benissimo di non potersi preoccupare di curiosare in quel momento ma fu più forte di lei, qualcosa di quella stanza la attirava agitandola come un mare in tempesta. Si guardò per l'ultima volta in giro e vi entrò senza indugiare oltre.
La sala era interamente vuota, non c'era nulla. Non c'erano finestre ne sedie o scaffali, assolutamente niente fatta eccezione per un piccolo tavolino posizionato giusto al centro. Liv vi si avvicinò notando qualcosa posto sul tavolo, un qualcosa di estremamente luccicante che ricordava l'azzurro del cielo, ma più intenso e brillante.
Era uno scrigno, ma non aveva nessuna apertura. Era semplicemente un cubo celeste che risplendeva per chissà quale motivo.Non era niente di straordinario, però aveva una strana energia che la attirava come un fiore con un'ape. Per questo si avvicinò ancora e lo sfiorò con qualche dita, ritirando immediatamente la mano.
"Ma che cosa..." pensò non riuscendo a capire più nulla di ciò che aveva visto. Così toccò lo scrigno ancora una volta, questa volta con più decisione e vide le sue dita diventare pian piano azzurre con dei strani segni sopra, quasi come fossero cicatrici.Tolse nuovamente la mano che ritornò al suo solito color rosa. Fissò la sua stessa mano per tantissimo tempo "come può essere? Perché?" Si chiese non avendo ovviamente nessuna risposta da darsi.
Con un briciolo di coraggio e determinazione che riuscì a trovar e in qualche angolo del suo cuore, posò di nuovo la mano su quello strano oggetto e questa volta non la tolse. In pochi istanti iniziò a vedere dinanzi a se delle immagini che solo dopo scoprì essere dei ricordi.Si concentrò per poterli vedere e per cercar e di capire cosa effettivamente stesse guardando. Nella sua mente si ritrovò a vestir e i panni di una neonata che assisteva ad una conversazione. Capì che quella neonata era lei quando vide i suoi genitori e capì che quelli erano i suoi ricordi di cui era troppo piccola per portarne memoria. Si concentrò e ascoltò bene le parole che i suoi ricordi le stavano narrando.
<<Eccola, questa sarà vostra figlia>> disse un Odino molto più giovane.
Else prese la piccola in braccio <<Cosa dovremmo farne?>> chiese Terje.
<<Dovrete crescerla come se fosse vostra e insegnarle le regole di corte. Poi quando arriverà il momento dovrà sposare un Asgardiano>> spiegò il sovrano.
<<Come ordinate vostra maestà, ma potremmo sapere la motivazione?>> domandò Else.
Odino la guardò <<Questa piccola non è un umanoide come noi. È stata generata dai giganti di ghiaccio per essere unita in matrimonio con un giovane di Asgard e creare così un'alleanza che duri nei secoli e che faccia cessare la guerra tra i nostri due mondi. È stata irrorata di magia per poter raggiungere fattezze più simili alle nostre in modo tale che non ci fossero problemi>> spiegò ancora.
Liv allontanò di scatto la mano scoprendo quella verità così scomoda e cruda che le fece piangere le ultime lacrime che possedeva. Si accorse che entrambe le sue mani erano diventate azzurre e così anche le gambe. Se avesse potuto specchiarsi avrebbe visto che anche il volto era dello stesso colore e che i suoi occhi erano iniettati di sangue scarlatto, proprio come quelli che aveva già visto a Loki.
"Non ci posso credere, tutta la mia vita è ridotta ad un banale accordo politico senza il quale io non sarei nemmeno venuta al mondo" pensò continuando a fissare il vuoto dinanzi a se e cercando di controllare quel respiro che era divenuto veloce e angosciante.Se questa verità l'avesse scoperta anche solo qualche mese prima, si sarebbe abbattuta a tal punto da non capire più chi fosse; avrebbe pianto sino a star male e probabilmente la sua giovane mente non avrebbe retto quello shock così fulmineo. Tuttavia, per sua fortuna, lo aveva scoperto solo quando era in grado di affrontarlo, perché tutto quel tempo che aveva trascorso ad Asgard l'aveva cambiata più di quanto sapeva. La voglia di fare ciò che voleva e quella continua battaglia per cercare di far vincere il suo amore, le avevano forgiato il carattere rendendola più fiera, testarda e determinata.
Certo pianse, ma si rialzò subito in piedi. Scacciò tutte quelle lacrime insignificanti e lasciò uscire tutta quella rabbia che aveva tenuto dentro di se per troppo tempo, forse per anni ed anni.
"Adesso dovranno starmi a sentire..." si disse iraconda "...preferisco il carcere o la morte, ad una vita ci stretta in un matrimonio infelice!" Pensò determinata come mai prima d'allora con una freddezza calcolatrice che non aveva mai posseduto.Riprese tra le mani la gonna del vestito e girò i tacchi dirigendosi spedita, ma soprattutto furiosa, verso quella stanza e tutti quelli che la stavano aspettando. Era arrivato il momento di far sentire a tutti la sua voce, non quella di una ragazzina, ma quella di una donna che decideva da sola che strada intraprendere.
Era arrivato il momento della verità...
![](https://img.wattpad.com/cover/256658594-288-k539641.jpg)
STAI LEGGENDO
La volontà (Loki)
Hayran KurguLoki, il principe non accettato e allontanato da tutti deve affrontare il suo carattere problematico e le relazioni irrisolte con il padre e il fratello. Liv, una giovane ragazza che è costretta a convivere con il fardello della sua nobiltà che la...