Monster

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Leggete infondo, ho una rivelazione interiore da fare.

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Camminava avanti e indietro davanti alla porta chiusa dello studio, non riusciva a non pensare a loro.
Aveva studiato così tanto, si ricordava ancora i complimenti del suo professore di criminologia e diritto penale, ma in quel momento, tutti gli esami che aveva dato, tutti i compiti e le relazioni che aveva scritto sul comportamento delle persone. Le sembravano stupidaggini.
Un po' la faceva arrabbiare, una sola persone l'aveva messa in un dubbio da cui non riusciva ad uscire.
Sentendo i suoi tacchi riecheggiare per il corridoio si portò una mano tra i capelli scuri, passò la lingua sul labbro inferiore colorato di rosso.

Voleva parlare con Niall, voleva chiedergli cosa fosse cambiato, come aveva fatto.
Perché non se lo spiegava, sembrava una persona completamente diversa da quella descritta nella cartella.

Fece girare di scatto la testa quando sentì la porta aprirsi, il Dottore uscì da essa con la cartellina stretta tra le mani.

Aveva appena finito di parlare con Marcus, l'esperimento era finito da un'ora e tutti i pazienti erano tornati nelle loro stanze.

Jessica aveva aspettato lo Psicologo capo e in quel momento lo stava rincorrendo per il corridoio.

-Aspetti!- lo chiamò, stringendo la borsa contro di se.

Il dottore strinse gli occhi da dietro le lenti sottili e trasparenti.

-Signorina..- iniziò lui non capendo.

-Jessica,- ansimò - mi chiamo Jessica. Ero presente durante le sei ore.- sorrise.

Il Dottore annuì, le fece cenno di continuare.

-Si, ecco, volevo chiederle se posso rubarle qualche minuto.- sorrise ancora, il suo ragazzo le diceva che era carina quando lo faceva.

-Certo.-

-Grazie mille.- ridacchiò.

Si passò una mano tra i capelli prima di aprire la cartellina di carta e tirare fuori una fotocopia degli appunti dello Psicologo che si occupava di Niall.

-Io ho letto tutti gli appunti delle prime sedute del Signor Horan, ma il ragazzo che era un quella stanza era completamente diverso.- espose.

Lo Psicologo aggrottò le sopracciglia, prese il foglio e scosse la testa.

-Scusi ma lei chi è? Di cosa si occupa in questo caso?-

Jessica deglutì -Sono l'assistente del suo avvocato, mi sto specializzando in Psicologia Forense.- rispose -Ma il punto non è quello, voglio solo sapere come mai il Signor Horan si è comportato così. Il ragazzo che è descritto nel foglio che tiene in mano non sfiorerebbe mai una ragazza così.-

Il Psicologo sospirò pesantemente -Ascolti, il Signor Horan ha avuto dei gravi problemi psicologici, è normale che abbia sbalzi comportamentali come quello a cui ha assistito.-

-Non senza una ragione.- interruppe.

-Signorina, non sono affari suoi. Alcune informazioni possono averle solo i dottori del paziente.-

Le diede le spalle, le strinse e mani a pugno. Non poteva lasciarlo andare via.

-Mi faccia parlare con lui,- urlò -la prego.-

L'uomo si girò e alzò un sopracciglio.
Fece per risponde ma dopo sospirò, passandosi una mano tra i capelli.

-Sa che le dico? Ok, avrà un incontro con il paziente. Però, mi prometta che non tornerà più qui. Scommetto che l'avvocato per cui lavora neanche sa che è qui.-

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