Speechless

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-Lo sapevo che sarebbe finita così.- borbottò.

Passò le mani sulla superficie liscia e lucida della scrivania di mogano prima di chiudere il palmo e far cadere a terra la lampada che emetteva una luce fioca nell'ufficio.
Sospirò prima di incrociare i piedi tra di loro e passarsi una mano tra i capelli bianchi, girò la poltrona e guardò per qualche secondo fuori dalla grande vetrata trasparente.

-L'avevo detto o no?- chiese retoricamente.

L'uomo in piedi di fianco alla porta di legno annuì prima di sussurrare un leggero -Si, signore.-

-E ben dice, perché mai nessuno mi ascolta in questo posto?- chiese ancora retoricamente alzando il tono di voce roco e sbuffando ogni volta che la sua bocca si apriva.

-Lei cosa propone?- chiese il più giovane avvicinandosi alla scrivania, si piegò per raccogliere la lampada e la rimise sulla scrivania.

-Grazie.- sussurrò Marcus girandosi, si alzò tenendo le mani dietro alla schiena e iniziando a camminare per l'ufficio -Bisogna disfarli, allontanarli.-

-Ma signore,- cercò di intervenire il giovane.

-Bisogna farlo, Niall sta facendo credere a tutti che c'è una possibilità di uscire da qui. E non possiamo permettercelo.-

L'uomo più giovane abbassò la testa facendo cadere i capelli marroni contro il viso.

-Quindi, come vuole procedere signore?- biascicò, arrendendosi.

-Niall verrà portato qui, metteremo ancora in chiaro alcune cose.- disse Marcus -Lui non ha capito che se non fosse per me sarebbe in uno schifoso carcere.-

-È solo un ragazzo.- lo difese il giovane -Non capisce ancora tante cose.-

Marcus si mise davanti a lui prendendolo per il bordo della giacca elegante.

-Stammi a sentire.- sussurrò stringendo i denti -La tua famiglia mi deve la vita Greg, tuo fratello dovrebbe inchinarsi quando mi vede.-

Lo lasciò di scatto, facendolo arretrare di qualche passo.

-Niall è solo un indisciplinato.- terminò Marcus.

Sospirò andando di nuovo davanti alla finestra.

-E la ragazza?- chiese Greg sistemandosi la camicia leggermente stropicciata -A lei cosa farete?-

-Hanno instaurato un bel rapporto loro, vero?- domandò sorridendo.

-Signore?- il giovane corrugò la fronte.

-La signorina Holmes si siede sempre a tavola con lui, nelle ore di ricreazione stanno insieme. Le guardie lo dicono e anche Margaret.- spiegò -Anzi mi ricordi di ringraziarla e di aumentarle lo stipendio per le informazioni che ci ha dato.-

-Si, hanno- Greg cercò le parole -instaurato una specie di amicizia.-

-Benissimo, loro hanno tirato su un gruppo anche con altri detenuti, Styles, Payne, Malik, Tomlinson e hanno pure messo in mezzo la signorina Solaria. E sa come si fa a distruggere un gruppo, Horan?-

-No.- rispose a bassa voce Greg. Il dolore che quasi non riusciva a trattenere gli fece stringere le mani tra di loro dietro alla schiena.

-Dai leader.- disse in modo ovvio Marcus.

-Signore io non penso sia la soluzione giusta. Punire fisicamente non è una politica legale in questo istituto.- cerco di farlo ragionare.

-A nessuno importa di questo posto Greg, e a nessuno deve importare. Dico bene?- chiese l'uomo sorridendo.

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