Miss

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Camminò a testa bassa, ogni tanto poteva vedere il braccio tatuato di Louis comparire nella sua visuale.
Le camminava al fianco come per sostenerla, i capelli biondi ondeggiavano ad ogni passo cadenzato e sofferto.

L'idea di sua madre che la guardava dall'altra parte dello specchio la fece rabbrividire, si chiese cosa avrebbe detto suo padre se l'avesse vista.

Alzò la testa guardando gli occhi chiari di Louis, i capelli castani gli incorniciavano il viso scavato e una leggere barba gli ricopriva la mascella, osservò come i muscoli delle sue braccia si tesero e si rilassarono ad ogni passo. Lui sembrava tranquillo, e vederlo così fece tranquillizzare leggermente anche Mavis.

-Tu conosci Marcus?- chiese.

Louis annuì con la testa, le poggiò una mano su un fianco quando dovettero girare verso un altro corridoio. Subito dopo tolse.

-Si, Mark. Il Direttore.- specificò guardando dritto davanti a se.

-Sai qualcosa su di lui?- Mavis sapeva che se c'era qualcuno che sapeva qualcosa era Louis.

Il ragazzo riusciva a rubare chiavi dalle tasche delle guardie e aveva un udito che faceva invidia.

-Allora,- sospirò arricciando le labbra -Sua moglie è morta due anni fa a causa di un ictus, ha due figli più o meno della nostra età che fanno l'università e un fratello che è il direttore di un carcere qui nel Maryland.-

Mavis annuì distrattamente.

-Tu lo sai perché sono finito qui vero?- continuò Louis ridacchiando.

La ragazza annuì ancora, ripensando al racconta di Zayn.

-Quel ragazzo era davvero una testa di cazzo, ho fatto bene a dargli una lezione.- disse tra se e se.

-Come si chiamava?-

-David.-

Mavis si fermò di colpo quando vide altri ragazzi in fila lungo al muro.

Erano in attesa davanti a delle porte grigie, anch'esse in fila. Si prese il colletto della maglia verde cercando di tirarselo per alleviare il senso di soffocamento.

-Perché sei agitata?- Louis le accarezzò la schiena prima di mettersi vicino ad uno dei ragazzi.

-Non so cosa possa dirmi mia madre.- rispose sinceramente.

Louis allargò le braccia, voleva darle un po' di sostegno sapeva che vedere la propria famiglia da dentro un riformatorio non era una cosa bella. Mavis si avvicinò, posò la testa contro il petto del ragazzo stringendolo dalle spalle.

Era incredibile come fosse diverso il suo tocco da quello di Niall, o come reagiva Mavis ad essi.
Le braccia di Louis le davano una carica elettrica strana ed esagerata, mentre il corpo di Niall la faceva quasi addormentare.

-Mavis Holmes-

Si staccò di scatto girandosi verso la guardia oltre una delle porte che aveva chiamato il suo nome.

Guardò per l'ultima volta Louis prima di sorpassare la guardia ed entrare nella stanza.

Era piccola e bianca, a metà di essa c'era una scrivania divisa da un pezzo di plastica trasparente con un piccolo cerchio forellato al centro.

La guardia le indicò una sedia e lei si sedette su essa senza fiatare. Guardava la porta dall'altra parte della stanza in silenzio. Voleva sentire ogni piccolo rumore, ogni respiro. E quando la maniglia si abbassò e dalla porta sbucarono dei capelli castani si sentì morire.

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