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20 Febbraio 2011

-Tu non hai capito.- sputò.

Strinse di più la presa sul colletto della divisa del ragazzo, schiacciandolo maggiormente contro il muro verde dell'edificio.

Lui cercò di fermarlo posando le mani su quelle di Zayn.

-Devi stare lontano da lei.- sibilò avvicinando il viso a quello dolorante davanti a lui.

Quest'ultimo annuì dopo aver fatto un verso basso per prendere un po' d'aria.

-Dillo Noah.- le nocche gli divennero bianche -Devi dirlo.-

I suoi occhi guardavano oltre la spalle di Zayn, erano persi nell'immenso giardino che costeggiava l'edificio scolastico. Per un secondo si dimenticò anche del perché fosse li.

Schiacciato contro un muro ammuffito dal tempo con davanti il ragazzo più temuto della scuola. E con i pugni più forti, la testa più dura, la mascella più contratta.

Nelle vene scorreva il sangue del diavolo.

-Lo giuro.- biascicò Noah.

-Bene.-

Dopo le parole di Zayn una leggera nuvola di condensa gli uscì dalle labbra. Il suo respiro era caldo come il suo sangue.

Infernato come la sua anima, corrotto da promesse mai mantenuta.

-Se ti vedo ancora a due metri da lei, non so cosa ti faccio.-

Zayn si allontanò di scatto lasciando cadere sulla ghiaia il ragazzo, che tossì dopo aver preso una boccata d'aria.

Si girò incrociando le braccia al petto, gli piaceva sentire scricchiolare i piccoli pezzi di pietra sotto le sue scarpe di plastica. Portò una mano sul colletto della camicia bianca per allentare la cravatta blu e gialla. I colori della scuola. I colori della schiavitù.

-Lei non è tua.- sussurrò -Io non la toccherò più, ma neanche tu dovresti.-

Zayn strinse il tessuto della camicia bianca sotto le dita. La sua carnagione scura risaltava ancora di più.

-Tu invece dovresti stare zitto.- ringhiò guardando Noah che ora si era messo a sedere.

-Andiamo.- ghignò -Lo sanno tutti che tu non le piaci, e sicuramente lei non ti ama.-

Il moro lo indicò stringendo i denti.

-Tu non sai niente.- urlò frustato. Alzò un pugno e lo prese per il giacchino blu.

-Avanti, fallo.- lo istigò -Anche se picchi tutta la scuola lei non ti noterà mai.-

Abbassò il pugno con violenza, la faccia di Noah si girò da un lato. Sputò, una chiazza rossa si formò sulla ghiaia. Colò giù dalle pietre fino a insidiarsi tra la terra umida.

-Lei mi ama.- urlò esasperato dando un altro pugno -Lo so che mi ama.-

Noah sorrise compassionevole mentre i pugni di Zayn continuavano a tartassarlo. Teneva un sorriso sporco di sangue, le gengive distrutte mente gli occhi facevano fatica a stare aperti.

Lui se la ricordava. Zayn si ricordava ancora il primo giorno che l'aveva vista. Era entrata dalla porta principale con due fogli in mano, i due occhi da cerbiatta si guardavano in giro come se fosse un mondo diverso, più crudele e meschino. Aveva guardato quegli occhi azzurri per mesi. Lei si mimetizzava con i muri volo crema, le labbra sempre tirate in un sorriso e i capelli quasi bianchi. Lui se la ricordava come si ricordava un nome o un numero, a memoria.

Si ricordava in quale mano metteva gli anelli o come si mordeva l'angolo del labbro inferiore quando era nervosa. Si ricordava come il suo seno era stretta nella camicetta candida, e come si copriva sempre con un maglione blu. Le sue gambe, lasciate scoperte dalla gonna a quadretti. Il modo in cui, inevitabilmente una calza le cadeva sempre gli per il polpaccio fino ad accarezzarle la caviglia sottile. La seguiva fino a casa, e la osservava.

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