capitolo quattordici

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La settimana successiva è stata la più lunga della mia vita.

Sono passata da una classe all'altra in modo insensibile, svolgendo i compiti lentamente e spesso dovendo ricominciare da capo per aver commesso un errore.  Il lato positivo è che ho avuto un sacco di tempo per fare i compiti e recuperare i lavori che mi ero persa per la mancanza di sonno.  Riuscivo fingere davanti a tutti, anche le volte in cui volevo stare da sola nel dormitorio ma Pansy e Millicent si rifiutavano di andarsene.

Essere in Pozioni, tuttavia, era particolarmente difficile.

Malfoy e Blaise erano tornati a parlare, ed era sempre più difficile ignorare Blaise ogni volta che mi guardava dall'altra parte del tavolo.  Ero solo grata che non avesse provato a parlarmi di nuovo dal giorno in cui ero tornata a lezione.

Sono persino riuscita a impedire a Ginny di preoccuparsi per me nel corso della settimana, comportandomi come se niente fosse successo e assicurandomi di non escludermi ogni volta che parlava con me.  La maggior parte delle volte riuscivo a distrarmi abbastanza a lungo da non pensare nemmeno a quello che era successo la settimana prima.  E per la maggior parte funzionava.  Stavo lentamente iniziando a sentirmi di nuovo bene.

Ero in biblioteca a studiare da sola quando successe una cosa molto strana.

Malfoy irruppe e girò l'angolo attorno alla libreria più vicina, facendomi sobbalzare.  Era assolutamente senza fiato quando si è fermato al mio tavolo e ha detto tra i sussulti d'aria: "Ecco ... dov'eri. Ti ho cercata dappertutto."

"Ehm ... perché?"  Chiesi sospettosa, sedendomi con attenzione.  Volevo assolutamente allontanarmi da lui, perché mi ero ripromessa che quella sera sarebbe stata l'ultima volta che avrei parlato con Malfoy.

"Aspetta" ansimò Malfoy, crollando sulla sedia di fronte a me e tenendosi il petto.  "Sono appena scattato dallo spogliatoio."

Alzai gli occhi al cielo mentre si prendeva un minuto intero per riprendere fiato.  Le mie unghie erano conficcate in profondità nelle mie braccia sotto il tavolo, combattendo ogni impulso che avevo di alzarmi e andarmene.  Non volevo stargli vicino, non volevo nemmeno essere nella stessa stanza con lui

"Va bene" disse infine Malfoy.  Si appoggiò allo schienale della sedia e disse il più casualmente possibile: "È successo una cosa e ho bisogno di un favore da parte tua".

Per mezzo secondo, tutto quello che feci fu fissarlo.  Da quando il grande Draco Malfoy ha voluto avere a che fare con me?  Quasi scioccata, dissi lentamente: "Come....scus-?"

Questa volta fu il turno di Malfoy di alzare gli occhi al cielo.  Ma si rifiutava comunque di incontrare il mio sguardo mentre mi chiedeva irritato: "Sai che la partita di Quidditch contro Grifondoro è questo sabato, vero? Devresti saperlo."

"Sì" dissi freddamente, tenendo le braccia incrociate davanti a me.  Perché non mi guarda?  Se qualcuno doveva evitare il contatto visivo, quella ero io.

"Ci stavamo allenando oggi e Flint è stato buttato giù dalla scopa" mi disse Malfoy, i suoi occhi fissi sulla finestra accanto a noi.  "È in infermeria con una commozione cerebrale. Pomfrey dice che non giocherà fino alla prossima settimana."

"Va bene .." ho detto, guardandolo dall'altra parte del tavolo e aspettando che finalmente mi guardasse negli occhi.  "Cosa c'entra tutto questo con me?"

"La partita è tra due giorni. Ci serve un altro cacciatore o saremo squalificati".

"Vai al punto" ho scattato, pregando che non mi chiedesse cosa pensavo che fosse.

Little Bird~TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora