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Hongjoong

Quando mi svegliai fu a causa del rumore di alcune navi e dello stridio dei gabbiani. Sentii diverse urla da parte di uomini che non conoscevo e in sottofondo lo scroscio dell'acqua del mare.

Mi stropicciai un occhio appena fui consapevole di quello che stava succedendo e un grugnito accanto a me mi fece intendere che non ero l'unico ad essere sveglio.

«Credo che siamo arrivati.»mormorai con ancora la voce impastata dal sonno, facendomi forza e mettendomi a sedere sul piccolo letto su cui avevo dormito per tutte le notti in cui avevamo viaggiato.

«Mh mh.»mi rispose il ragazzo accanto a me senza nemmeno muovere un muscolo. Mi girai verso di lui e gli diedi delle pacche sulle spalle nude, per poi scuoterlo un po'.

«Dai, Jongho, alzati.»dissi ancora e a quel punto lo sentii sbuffare, poi anche lui si mise seduto su quello che nelle ultime notti era stato il nostro letto, e si grattò la nuca, sentendosi probabilmente un po' scombussolato.

«Che ore sono?»mi chiese senza però guardarmi e io mi diedi un'occhiata al mio polso dove avevo legato il mio vecchio orologio.

«Le sette del mattino.»risposi e poi mi alzai, sgranchendo la schiena che ormai aveva quasi preso l'abitudine a dormire in maniera scomoda durante la notte. Mi diedi un'occhiata ai miei capelli bianchi e cercai di sistemarli alla bell'e meglio per poi andare a sciacquarmi la faccia nel lavandino di quella stanza.

«Quando avevano detto che dovevamo andare al castello?»mi chiese il rosso per poi alzarsi e venire dietro di me, soltanto per afferrare il suo spazzolino e lavarsi i denti.

«Alle nove dovremmo essere già lí.»annunciai e lui annuì per poi sputare dopo qualche attimo il dentifricio. Io poi presi il tubetto e feci lo stesso, per poi guardarmi un'ultima volta allo specchio e girarmi di nuovo verso la stanza.

Jongho era piegato sulla sua valigia, intento a prendere i suoi abiti da lavoro, poi si mise a sedere e si sfilò i pantaloni del pigiama, dato che la parte superiore del corpo non l'aveva indosso. Faceva troppo caldo secondo lui, io invece avevo sempre una maglia bianca che mi arrivava sotto al sedere per dormire, mi sentivo più a mio agio.

«Non ti prepari?»mi chiese riscuotendomi da quella visione e io scossi la testa per poi sorridergli ed annuire. Lui sospirò e si alzò venendo verso di me e mettendomi le mani sulla vita prima di abbassare la testa verso la mia.

«Andrà tutto bene, ok? Non devi preoccuparti, qui nessuno ci conosce e nessuno verrà a sapere di ciò che è successo, stai tranquillo. Staremo bene, Hong.»cercò di rassicurarmi e io annuii ancora, nonostante in realtà non fossi cosí sicuro delle sue parole. Lui mi sorrise e poi avvicinò le labbra alle mie, lasciandoci sopra un tenero bacio a stampo, per poi staccarsi e continuare a prepararsi.

Io feci lo stesso, mettendomi dei vestiti puliti e rifacendo ordinatamente la valigia. Quando entrambi fummo pronti mi guardai attorno, cercando se ci fossimo dimenticati qualcosa in giro per la stanza ma, quando fui certo di aver preso tutto, uscimmo dalla porta e ci incamminammo lungo il corridoio della nave.

Incontrammo altri passeggeri che avevano intrapreso il nostro stesso viaggio o che avessero fatto scalo per quel periodo. Dopotutto era luglio e l'inizio dell'estate stava soltanto a significare che fosse appena cominciata la stagione degli incontri reali.

Io e Jongho eravamo cresciuti nel posto da cui eravamo venuti. Siamo sempre stati al servizio della famiglia reale, i nostri genitori erano servi, maggiordomi e camerieri del palazzo e noi, giunta la giusta età, avevamo intrapreso i loro stessi lavori, Jongho diventando stalliere e io un uomo delle pulizie.

Wonderland[K.H.ㄨP.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora