CAPITOLO 3

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MAGGIE'S POV
Arrivate al ristorante, entriamo e lei si dirige sicura verso un tavolo che si affaccia sulla città.
Si avvicina a noi il proprietario e lei si alza a salutarlo, abbracciandolo con molto slancio.
“Ciao Najwa, da quanto tempo!” dice lui
“Ci siamo visti l’altro giorno Sebastian, ti mancavo di già?!” dice lei flirtando spudoratamente mentre sento la mia gelosia aumentare di colpo nel momento in cui lui le appoggia una mano nella parte bassa della schiena.
Lei mi rivolge un’occhiata per poi continuare la conversazione con Sebastian.
“Beh, vedo che ormai non hai più bisogno nemmeno che il cameriere ti accompagni al tavolo”
L’ho visto libero e mi sono seduta, tanto lo sai anche tu che questo ormai è il mio tavolo”
Se...il tuo tavolo eh? Allora la prossima volta cercherò in tutti i modi di fartelo trovare occupato” controbatte lui con un sorriso ammiccante.
Lo odio, e odio lei perchè gli da retta”.
Ecco di nuovo quella vocina a cui non ho mai chiesto il parere. 
“Lei è Maggie” dice la rossa di fronte a me.
“Piacere” mi alzo stendendo la mano a Sebastian, con un sorriso falso in volto e uno sguardo assassino.
Piacere mio. Ora, se permettete, vi chiamo uno dei miei camerieri per prendere le ordinazioni. A dopo!” ci saluta mentre si allontana rivolgendo un occhiolino a Najwa.
Sento un fremito per la gelosia in tutto il corpo e decido di girarmi a guardare il panorama.
Che succede Bionda, non dirmi che sei gelosa?” mi dice lei con la sua solita espressione menefreghista.
“Cazzo, come ha fatto a capirlo?”
“Di chi scusa?" le chiedo con un tono menefreghista e altezzoso, mentre vedo che mi rivolge un'occhiataccia come a dire: è ovvio no? "Di te e Sebastian? Pff, e perché dovrei?” le rispondo cercando di mascherare tutto.
“Io stavo pensando più a cosa ne pensa Alejandro” continuo riferendomi al suo fidanzato, un po’ per provocarla e un po’ per tirarmi fuori da quella situazione orribile.
Oh, non ti preoccupare per me e Ale, va meravigliosamente tra noi due” dice sapendo che mi sto incazzando.
Ottimo!”
“E tu invece, come va con il tuo grande amore?”.
Se solo sapesse che il mio grande amore è proprio lei e che Remy in realtà è la persona che mi aiuta a colmare il vuoto che lei ha creato…
“Molto bene, a dire la verità!”
Mi rivolge un sorriso stronzo e fa per controbattere, ma il cameriere con la nostra ordinazione la interrompe, e ne sono felice.
Iniziamo a mangiare in silenzio e a fine pranzo ecco che torna Sebastian.
Lei, stronza com’è, coglie l’occasione al volo e inizia a flirtarci il doppio.
“Maggie, stai calma e non fare niente” penso per calmarmi, ma non riesco.
Mi alzo di scatto e mi dirigo verso il bagno, mormorando delle scuse incomprensibili.

Entro e mi appoggio con gli occhi chiusi sul marmo freddo, cercando in qualche modo di placare l'ira che sento crescermi dentro.
Dopo qualche secondo sento la porta aprirsi e immediatamente il mio corpo viene catapultato verso il marmo e una scarica di brividi mi percorre la schiena non appena riconosco le sue mani sui miei fianchi.
Il suo profumo mi arriva alle narici e subito mi inebria completamente la mente, mandandola a puttane.
Emetto un gemito involontario che cerco di strozzare, ma la donna dietro di me se ne accorge e subito porta una mano alla mia gola per stringerla.
Appoggia le labbra sul mio collo e inizia a succhiare e leccare qualsiasi punto di pelle che il vestito mi lascia libero. 
“Sei gelosa Bionda?”
“Io? E per cosa?”
Sbuffa mentre sento di nuovo le sue labbra baciare ogni parte del mio collo e i suoi denti lasciarmi dei morsi di tanto in tanto, facendomi gemere.
Dentro di me sento una battaglia tra le mie mille emozioni.
Il respiro è ormai fuori controllo, e inizio ad ansimare.
Sento la sua mano che piano piano scende lungo tutto il mio ventre, mentre io, pervasa da un coraggio improvviso, inarco la schiena, facendo strusciare il mio sedere contro il suo basso ventre.
Sento che anche lei sta facendo una sforzo assurdo per tenere sotto controllo gli ansimi e i gemiti, ma sento il suo respiro che è diventato irregolare sul mio collo, e mi scappa un sorrisino soddisfatto
La sua mano passa per i miei seni, che palpa un po' in modo brusco, un modo che le si addice parecchio, ma che fa alimentare il fuoco che già sta bruciando dentro di me, per poi scivolare sempre più giù, fino ad incontrare il bordo dei miei pantaloni.
Non posso credere che stia succedendo davvero, ma ancora di più non posso credere a tutte le emozioni e le sensazioni che questa rossa sta scatenando dentro di me.
Sento il calore che parte dal basso ventre e si diffonde in tutto il corpo, le gambe che mi cedono, le sue labbra che assaggiano ogni parte di me, la mia testa che non fa altro che pensare a lei e a tutto ciò che sta succedendo.
Ma improvvisamente ho un solo pensiero: Remy.
 “No Najwa ferma.” dico con la poca autorità che mi è rimasta dopo i suoi tocchi, ma lei sembra non avermi sentito.
O forse fa finta.
Allora raccolgo il poco autocontrollo e mi allontano, sfuggendo dalla sua presa.
“Que? Non dirmi che non ti stava piacendo eh! Lo so che ti faccio effetto, e la tua gelosia si vede a kilometri di distanza” mi dice con un tono pronto a prendermi in giro, ma con uno sguardo irritato.
Ci è rimasta male?” pensa la vocina nella mia testa.
No, d’altra parte non gliene frega niente di me, o almeno non in quel senso.
Forse ci è più rimasta male per il fatto che ha perso il controllo che pensava di avere su di me, e per questo mi sfugge un sorrisetto soddisfatto.
Perchè hai quel sorrisetto irritante stampato sul volto?” mi fa lei palesemente arrabbiata, ma con il solito atteggiamento menefreghista, per non far trasparire emozioni.
“Nada”, dico ricomponendomi, “è solo che io ho un fidanzato, e tu pure” dico con il tono più freddo che riesco a trovare mentre mi giro verso lo specchio per sistemarmi il trucco.
“Beh, ripeto, non mi pare che il tuo corpo stesse controbattendo, e scommetto che ora le tue mutande sono completamente fradicie”
“Che stronza” penso mentre faccio per girarmi, ma lei non c’è più.
Alzo gli occhi al cielo, anche se in parte sollevata dalla sua assenza e rimango ancora a sistemarmi il trucco e a riprendermi da ciò che è appena successo per qualche minuto.

Dopo un respiro profondo decido di uscire dal bagno, ma il nostro tavolo è già stato sparecchiato e di Najwa non c’è traccia.
Chiedo al cameriere, che mi dice di averla vista uscire e dirigersi verso la sua auto proprio poco fa.
Quella figlia di puttana se n’è andata lasciandomi al ristorante, visto che siamo venute entrambe con la sua auto.
Maledicendomi per non essere venuta con la mia auto, decido di chiamare un taxi, che arriva dopo solo un paio di minuti.
Salgo e chiedo al tassista di riportarmi fino al luogo delle riprese, fornendogli l’indirizzo e poi mi rilasso guardando fuori dal finestrino e muovendo la testa a ritmo di musica.
“Ma che cazzo le passa in quella testa?” ma la verità è che non lo so nemmeno io.
Siamo sempre state amiche, nonostante la sua ironia pungente e il suo carattere menefreghista so che a me ci tiene.
Ma questo non ha una fottuta spiegazione.
La paura che l’abbia fatto solo per avere un motivo per prendermi in giro si impadronisce di me, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare in realtà sono le sensazioni che quella fottuta rossa mi ha fatto provare.
Mai con nessuno le gambe mi erano tremate in quel modo, mai con nessun altro avevo sentito il calore estendersi in tutto il corpo e la mia pelle bruciare sotto il suo tocco.
Ma non posso.
Non posso essermi innamorata di lei.
Tra tutti non lei.
Soprattutto perchè le riprese sono ormai finite e non la vedrò mai più.
Ma forse questo è una cosa positiva.
Forse potrei prendermi qualche mese di pausa dal lavoro e trasferirmi da qualche parte il più lontano possibile da lei e dimenticarla.
Per quanto il vuoto nel petto mi faccia male e mi blocchi il respiro, so che è la scelta migliore, dopotutto è già qualche tempo che ci pensavo.
Devo riuscire a dimenticarla, per il mio bene e quello di Remy.

L’autista mi risveglia dai miei pensieri facendomi notare di essere arrivata a destinazione, così dopo avergli pagato la corsa inizio ad incamminarmi verso il mio camerino sperando di non incontrarla. 
“Ei, Maggie, ma dove eri finita, è un sacco che ti cerco!” mi urla Alex da lontano.
Mi giro e vedo che Najwa non è con lui, non mi aspettavo di trovarla lì, ma una piccola parte di me ne è dispiaciuta.
La maggior parte di me ne è invece contenta perchè penso che se me la fossi trovata davanti probabilmente l’avrei presa a schiaffi. 
“Ero andata a pranzo, ma poi ho avuto un piccolo contrattempo, ma sono in orario mi pare” dico guardando l’orologio, che segna le 14 passate da poco. 
“Si si, non è quello il problema, è solo che ho apportato una leggera modifica dell’ultimo minuto, seguimi che te la spiego” dice in modo frettoloso girandosi verso il suo ufficio.
“Tranquilla, non è davvero niente di importante” aggiunge vedendomi perplessa.

Dopo la spiegazione delle ultime modifiche al copione mi dirigo verso il mio camerino, dove trovo la mia fantastica troupe è pronta a trasformarmi in Macarena per l’ultima volta.  
Dopo una buona mezz’ora, un breve discorso strappalacrime (che è costato alla mia truccatrice un ritocco al tsuo capolavoro), per ringraziarli di essermi stati al fianco per tutti questi anni, e un lunghissimo abbraccio di gruppo esco dal camerino per dirigermi verso quel capannone che negli ultimi anni nella serie ha fatto da casa a Macarena e le ha insegnato a vivere e a sopravvivere.

La prima scena da girare della giornata è quella in cui io e Zulema, anni dopo essere fuggite dal carcere, continuiamo a fare rapine, più specificatamente in una gioielleria in quel caso.
Fortunatamente non devo fare molto, a parte un paio di scene parlate e un paio mute, che dureranno in tutto non più di due minuti.
Anche perchè sinceramente non ne ho le forze per impegnarmi, sapendo che tra poco tutto questo finirà. 

RINASCITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora